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AR: Revelant, riforma sanità toglie ai deboli per dare ai forti

23.09.2014
15:48
(ACON) Trieste, 23 set - COM/ET - "Basta tagliare ai deboli per dare ai forti. Di questo passo distruggiamo la nostra storia e ogni tentativo di rivitalizzare la montagna sarà vano".

Così commenta l'attuale assetto della riforma della sanità il consigliere di Autonomia Responsabile Roberto Revelant.

"Nessuno degli emendamenti proposti in sostegno degli ospedali di Gemona e di Cividale è stato accolto dai gruppi consiliari Pd e Cittadini, sordi ad ascoltare il grido della montagna e delle aree particolarmente disagiate", sostiene il consigliere invocando un ripensamento. "Spero che i consiglieri del Pd e dei Cittadini assumano in Aula una posizione responsabile, a difesa di quei territori già quotidianamente segnati dal taglio di servizi essenziali: giustizia, sicurezza, trasporti, comunicazioni e ora anche la salute".

Revelant chiede che si dia ascolto agli appelli di quei territori, secondo lui penalizzati da questa riforma. "In una stagione di grandi cambiamenti sarebbe auspicabile trovare la massima condivisione e convergenza. Se escludiamo la Carnia, che ha mantenuto il presidio ospedaliero di Tolmezzo, tutta la montagna e l'arco pedemontano vengono privati dei loro nosocomi di riferimento (Gemona, Cividale e Maniago) anche dove i numeri, in particolare su Gemona - che in vent'anni ha subito un depotenziamento quotidiano - sono vicini agli standard previsti dal Patto per la salute".

"Al di la delle belle parole sentite nei vari comizi e incontri politici sul territorio da parte dei maggiori esponenti della maggioranza, nella sostanza, nei fatti, nella legge, tutto questo non c'è - dice Revelant. Lo scopo oramai è chiaro e sta giungendo, passo dopo passo, al termine: fare terra bruciata attorno ai grandi ospedali cittadini. Purtroppo chi ha scritto questa legge non vive ogni giorno in quelle aree distanti molti chilometri dai centri abitati più grandi e strutturati. Credo - insiste il consigliere - che l'inarrestabile abbandono della montagna sia dovuto a chi è espressione delle grandi città".

"E così - conclude Revelant - chiuderanno tutte le strutture più piccole, tra l'altro le più virtuose, a favore di quelle più grandi, veri centri di spesa incontrollata".