CR: ddl sanità, relatore maggioranza Gregoris (3)
(ACON) Trieste, 30 set - RCM - L'esame della futura legge
sanitaria ha preso il via in Aula. Primo a parlare, il relatore
di maggioranza Gino Gregoris (Citt), che ha fatto presente che i
cittadini della nostra regione soffrono per quasi l'80% di
malattie croniche che poco hanno a che vedere con
l'organizzazione ospedaliera. Invece possono essere curate nel
territorio, dove è più facile coinvolgere anche le famiglie.
In questo contesto - ha affermato - gli articolo 19 e 20 del
disegno di legge della Giunta presentano importanti elementi di
novità. In particolare, l'art. 20 delinea un percorso finalizzato
a collocare alla base di ogni azione il medico di medicina
generale, non solo come figura burocratica di "apertura della
pratica", ma anche come presidio ai successivi momenti.
Parimenti, i centri di assistenza primaria e i presidi
ospedalieri per la salute diventeranno punti essenziali dei
presidi territoriali con la collaborazione tra medici di base e
medici ospedalieri. La realtà ospedaliera, attualmente infarcita
di doppioni, troverà un giusto equilibrio nel trattamento delle
acuzie, razionalizzando le risorse e creando un corretto rapporto
tra ospedali HUB di primo e secondo livello e ospedali
territoriali. La chiusura, in alcuni casi già avvenuta, di alcuni
reparti caratterizzati da scarsa attività clinica deve essere
intesa come un miglioramento della sicurezza sanitaria e non già,
come apocalitticamente presentata da taluni, anche professionisti
del settore, un depauperamento della sicurezza sociale di un
territorio.
L'obiettivo che ci poniamo - ha proseguito Gregoris - è di una
governance maggiormente in sintonia con i territori, partendo
però dal presupposto che ciò che più conta per il cittadino è la
presenza di servizi per la propria salute e non di direttori,
sedi legali di aziende e altre istituzioni burocratiche di cui,
spesso, il cittadino non conosce neppure l'esistenza.
Nondimeno deve essere affrontata la questione di un diverso
assetto istituzionale del nostro servizio sanitario, in virtù di
almeno 2 motivazioni: il parziale fallimento dell'attuale
assetto, basato sulla separazione tra Aziende ospedaliere e
Aziende territoriali, ha generato disomogeneità talvolta sfociate
in vere e proprie guerre tra Ass; un'unica governance non potrà
che facilitare, all'interno dei territori di competenza e ponendo
la responsabilità in capo a un'unica direzione, l'integrazione
dei percorsi assistenziali. Il tutto in vista di una futura
ulteriore semplificazione.
(foto; immagini tv)
(segue)