CR: ddl sanità, relatore maggioranza Pustetto (4)
(ACON) Trieste, 30 set - RCM - L'Organizzazione mondiale della
sanità colloca la sanità italiana al secondo posto nel mondo,
preceduta solo da quella francese - ha esordito Stefano Pustetto
(SEL), secondo relatore di maggioranza del disegno di legge n. 59
- e il FVG si piazza fra le prime quattro regioni italiane: ciò
rende, se possibile, più arduo il nostro compito di riforma.
Anche se il sottoscritto - ha quindi proseguito - era fra quelli
che criticavano l'eccessivo ruolo che l'Agenzia regionale della
sanità aveva assunto negli ultimi periodi, esondando di fatto dai
suoi compiti istituzionali, sono convinto che con la sua
cancellazione sia venuto meno un punto di riferimento essenziale
per tutte le Aziende sanitarie della regione.
Il consigliere è quindi passato ad analizzare la situazione
italiana e quella regionale, raffrontandole con i dati di altre
realtà europee. Tra le cose rese note, il fatto che la
popolazione del FVG è la seconda in Italia per numero di anziani;
che il numero dei posti letto (pl) per acuti dal 1994 al 2008 si
sono dimezzati passando da 8.365 a 4.591 e con l'attuale
riorganizzazione si vuole arrivare a un totale di 3.139 pl
passando, quindi, dagli attuali 3.7 pl acuti ogni 1.000 abitanti
a 3.0 (questa ulteriore riduzione dei posti letto per acuti è una
prescrizione presente nel decreto Balduzzi, ma per Pustetto il
FVG avrebbe dovuto rivendicare la piena autonomia decisionale
perché previsto in quanto regione a statuto speciale, ma
soprattutto perché la gestione della sanità in termini economici
e di qualità è dimostrata e sotto gli occhi di tutti; sul nostro
territorio, in cui ci sono 1 milione e 200.000 abitanti,
insistono due Università, quando la legge indica come bacino di
utenza minimo 1,5 milioni.
La scelta di creare un'unica Azienda ospedaliero-territoriale
nasce per favorire l'armonizzazione del percorso
diagnostico-terapeutico-assistenziale e renderlo omogeneo
dappertutto. Uno dei pilastri su cui si fonda questa riforma è il
nuovo ruolo cui vengono chiamati i medici di base e i medici
della continuità assistenziale, finalmente alleggeriti dagli
adempimenti burocratici per riappropriarsi della professione e
del ruolo che gli compete. A loro il compito di gestire a
domicilio, nei presidi ospedalieri e negli ospedali di comunità,
tutte le patologie minori dei loro assistiti per decongestionare
i pronto soccorso degli ospedali per acuti. A questa rivoluzione
culturale però, spiega Pustetto, è chiamato anche il cittadino,
che deve essere responsabilizzato verso i corretti stili di vita
e non usare la sanità in termini meramente consumistici.
In conclusione, pur condividendo lo spirito della riforma, il
consigliere registra alcune criticità legate alla sua
applicazione pratica e le esplicherà nel corso dei lavori.
(segue)