CR: ddl sanità, ultimi relatori di minoranza (7)
(ACON) Trieste, 30 set - ET - I lavori pomeridiani sono ripresi
con le ultime due relazioni di minoranza.
Per Roberto Novelli (FI) si tratta di una delle riforme
affrettate e confuse della maggioranza, che fanno seguito ad
annunci eclatanti. Il consigliere, nella sua relazione, punta
l'indice su diversi tratti della norma modificati nel suo iter di
approvazione.
Fortemente criticata la volontà di chiudere strutture ospedaliere
di ridotte dimensioni, e ribadito l'auspicio che gli appelli al
mantenimento siano accolti, visto che in passato si è saputo
ridurre la spesa senza tagliare ospedali. "Questa è una riforma
così attenta a ridisegnare la mappa del potere all'interno del
SSR da ignorare quelli che sono i veri problemi della gente -
sostiene Novelli, che rincara la dose. Tale previsione non
risponde alle principali domande dei cittadini in tema di sanità
che riguardano i tempi di attesa per le prestazioni diagnostiche,
le file interminabili al pronto soccorso, per non parlare dei
costi per l'utenza (ticket e super ticket)". Su questi aspetti il
silenzio del ddl sarebbe assordante, mentre la riorganizzazione
proposta non porterebbe risultati.
Novelli ha anche chiesto l'abolizione del superticket e ha
evidenziato come la riforma sarebbe incentrata sulla demolizione
dell'ospedale, mentre mancherebbe la parte costruttiva del
territorio. "Si sottovaluta proprio ciò che avrebbe dovuto essere
la base su cui costruire tutto il resto: la ristrutturazione
della rete territoriale. Una riforma, in definitiva, che si basa
solo e unicamente su un principio di rivendicazione ideologica".
Sebbene i presupposti fossero chiari e condivisibili, per Andrea
Ussai (M5S), si è arrivati a un testo che risulta essere per
molti versi campato in aria e poco chiaro, con errori e
imprecisioni e senza dati veri o una relazione tecnico
finanziaria che quantifichi i costi e i risparmi auspicati.
"Ci troviamo quindi, per molti versi, davanti a un libro dei
sogni che non sappiamo se e quando riusciremo a realizzare.
Inoltre, se la scelta del modello organizzativo che prevede la
fusione tra le Aziende territoriali e quelle ospedaliere
potrebbe, dopo aver risolto i problemi che impediscono
un'immediata fusione, portare a un miglioramento sia della
continuità delle cure che dell'uso delle risorse, ci chiediamo
perché sia mancato il coraggio di tagliare ulteriormente il
numero delle Aziende per arrivare almeno a un rapporto rispetto
al numero di abitanti che si avvicini alla media nazionale, che è
di una Azienda sanitaria ogni 410.000 abitanti. Ma soprattutto
perché si sono accorpate aziende che non hanno niente in comune
tra di loro", si è domandato il consigliere pentastellato, per
cui le scelte operate sono poco comprensibili, se non in termini
di redistribuzione dei poteri.
Altro punto critico è la riconversione completa dei piccoli
ospedali in presìdi ospedalieri per la salute per lo svolgimento
di attività distrettuali sanitarie e sociosanitarie. Servono
inoltre maggiori delucidazioni e garanzie rispetto al servizio di
urgenza e emergenza nelle periferie. Bene invece la
valorizzazione della professioni sanitarie. Il MoVimento 5 Stelle
auspica comunque un salto culturale complessivo nei confronti
della salute personale.
È ora in corso il dibattito generale con gli interventi dei
consiglieri.
(immagini tv)
(segue)