AR: Revelant, la sanità della montagna figlia di un Dio minore
(ACON) Trieste, 3 ott - COM/AB -"La montagna non può sempre
pagare per la miopia della politica. Se i moniti della storia, se
le esperienze altrui non bastassero, forse la presidente
Serracchiani dovrebbe spiegare perché i cittadini di Rauscedo,
Romans o Castions di Strada possono avere almeno 3 ospedali
raggiungibili in 15-20 minuti, mentre i cittadini di Gemona, del
Gemonese e parte dell'Alto Friuli devono accontentarsi di una
Casa della salute mettendo a rischio la propria salute. Perché su
due terzi della superficie della nostra regione possono convivere
12 ospedali e nel restante terzo, per lo più montano e
difficilmente raggiungibile, solo una struttura."
Il consigliere di Autonomia Responsabile, Roberto Revelant, è
intervenuto in occasione della discussione sui presidi
ospedalieri nell'ambito dell'esame in Aula della riforma
sanitaria.
"Ci accusano di fare speculazione politica di stampo localistico,
ma non possiamo accettare queste critiche da una sinistra che in
occasione delle ultime elezioni comunali di Gemona del Friuli nel
programma elettorale ha con forza sostenuto un ospedale, San
Michele, di rete, con reparto di medicina, chirurgia programmata
e pronto soccorso funzionale ed efficiente sulle 24 ore e dopo
pochi mesi, a livello regionale, in quest'Aula, sta facendo del
suo meglio per distruggerlo".
"Il Patto per la salute 2014-2016 ha previsto una norma specifica
costruita per rispondere alle esigenze di salute dei comuni
montani e noi, nell'innovativa Regione Friuli Venezia Giulia, non
la applichiamo. Follia".
"Nel '95 durante la discussione dell'ultima riforma sanitaria,
ricorda il consigliere gemonese, si sosteneva che l'ospedale San
Michele dovesse svolgere le funzioni di presidio ospedaliero per
degenze specialistiche con un bacino d'utenza sovrazonale e
regionale, ma solo a seguito di uno studio di fattibilità, mentre
nel frattempo sarebbero stati garantiti pronto soccorso e degenze
di medicina e chirurgia. All'epoca, il consigliere Saro aveva
previsto che, in attesa dello studio di fattibilità, nessuna
struttura specialistica sarebbe stata trasferita e lo
schieramento di sinistra di allora aveva preannunciato la
scomparsa dell'ospedale San Michele come ospedale di rete per
acuti. Quello che sta succedendo ora in quest'Aula sembra un film
già visto: l'innovativa riforma della sanità della Serracchiani,
almeno per Gemona, altro non è che una copia, anche piuttosto
brutta, della riforma Fasola e le paure manifestate dalla
sinistra all'epoca sono le nostre stesse paure".
"Le promesse del '95 non sono state mantenute, il pericolo
anticipato dalla sinistra però si sta rivelando reale. Se non
bastasse la storia a farci riflettere forse dovremmo guardare
agli esiti delle altre realtà che per prime hanno sperimentato le
Case della salute, continua il consigliere Revelant. Vogliamo
ignorare le parole del presidente nazionale della Snami
(Sindacato autonomo dei medici italiani) che ha parlato di flop
annunciato delle "case" già fallite in altre nazioni, un sistema
pensato da incompetenti della sanità? Facciamo finta di non
sentire il monito della FIMMG e di Federfarma che, sulla base
delle esperienze di Toscana ed Emilia Romagna, hanno espresso i
loro dubbi su tale strutture?"
"Riproporre nella nostra Regione, a Gemona, Cividale, Sacile e
Maniago, un sistema che sta dimostrando di essere fallimentare
già in altre realtà straniere e italiane sarebbe un grosso errore
di cui potremmo pentirci".
"Inaccettabile oltre che offensiva per la nostra comunità -
conclude Revelant - anche l'affermazione del capogruppo del PD
Shaurli che segnalava che anche una parte dell'ospedale Maggiore
di Trieste sarebbe stata riconvertita e anche quei cittadini
dovrebbero pertanto essere tutelati. Peccato che Shaurli
dimentichi di dire che la parte non riconvertita è quella legata
al polo tecnologico inaugurata solo 3 mesi fa, costata 29 milioni
di euro, nuova di zecca, dotata di pronto soccorso, emergenza e
di una dotazione tecnologica di ultima generazione. A volte, a
star zitti, si farebbe più bella figura".