LN: Zilli, sanità, sempre meno servizi per Gemonese e Alto Friuli
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/AB - "Tagli del personale
all'emergenza. Centro di salute mentale senza servizio notturno.
La sanità del gemonese e dell'Alto Friuli, pezzo dopo pezzo, sta
subendo un ridimensionamento allarmante. Di fatto, la riforma
sanitaria sta provocando un dimezzamento dei servizi. La Giunta
può garantire che la sospensione del servizio notturno del Csm è
solo provvisoria, o si va verso una soluzione definitiva? Il
timore è che le amputazioni a emergenza e Csm siano solo le prime
avvisaglie di uno smantellamento complessivo del comparto".
Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, annuncia
una nuova interrogazione alla Giunta Serracchiani ed esprime
"preoccupazione e apprensione per il quadro che si delinea giorno
dopo giorno. Togliere al Csm il servizio notturno significa
abbassare sensibilmente il livello del servizio erogato. Ci sono
molti utenti che necessitano di sostegno, e ci sono soprattutto
famiglie che hanno bisogno di aiuto nell'arco notturno. La sanità
è un capitolo troppo delicato e complesso per essere gestito solo
ed esclusivamente con i numeri. Non si può tagliare un reparto
per razionalizzare, se questo significa mettere in croce un
intero territorio. Io auspico che il Csm riprenda a funzionare a
pieno regime al più presto".
"Contestualmente - aggiunge Zilli - non posso pensare che il
Pronto soccorso divenga una struttura ambulante. Il servizio deve
essere garantito, ci sono limiti che non devono mai essere
superati. Il timore è che la riforma sanitaria penalizzi in modo
eccessivo l'Alto Friuli in genere, e punisca impietosamente
Gemona. Porto un altro esempio: che senso ha togliere il medico
di base dagli ambulatori dei paesi più piccoli e costringere i
pazienti a spostarsi fisicamente, con tutti i disagi del caso,
per andare a farsi curare? Il caso di Rivoli è eclatante, in
questo senso".
Chiude Zilli: "La Giunta sbandiera lo slogan: più territorio,
meno ospedale. Speriamo non si tramuti in: esasperiamo la
montagna per agevolare l'esodo verso l'estero".