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V Comm: illustrato ddl riordino sistema Regione-Autonomie locali

22.10.2014
12:33
(ACON) Trieste, 22 ott - RCM - "Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative" è il titolo del disegno di legge che l'assessore Paolo Panontin ha illustrato alla V Commissione consiliare, presidente Vincenzo Martines (Pd).

Con questo testo - ha esordito l'assessore - si dà attuazione al programma di governo della presidente Serracchiani, ovvero si delinea un nuovo sistema istituzionale regionale fondato su due pilastri fondamentali: la Regione e il Comune, per essere più efficienti, meno burocratici e costare meno.

Panontin ha poi assicurato che il provvedimento rispetta tanto l'attuale Costituzione quanto le sue avviate riforme, fra cui le proposte che modificano il nostro Statuto regionale e determinano l'abolizione delle attuali Province.

Le linee di intervento sono state così sintetizzate: a) predisposizione, da parte della Regione, di un Piano di riordino territoriale comprensivo di tutti i Comuni, che contiene la delimitazione delle forme associative preposte all'esercizio coordinato di funzioni comunali, sovracomunali e di area vasta, nonché l'elenco dei Comuni che non vi aderiscono; b) disciplina dell'ordinamento delle forme associative, aventi natura di unioni di Comuni e denominate Unioni territoriali intercomunali; c) individuazione delle funzioni comunali da svolgere in forma associata, di quelle provinciali da riallocare in capo ai Comuni o alla Regione, e delle funzioni regionali da riallocare in capo ai Comuni.

A tali linee di intervento corrispondono i seguenti contenuti:

1) il Piano di riordino territoriale, attraverso il quale l'Amministrazione regionale determina i confini delle nuove Unioni territoriali intercomunali e indica i Comuni che scelgono di non aderivi. Il sistema prevede l'obbligatorietà della costituzione di Unioni per i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti (o 3.000 per i Comuni appartenenti o appartenuti a Comunità montane), mentre per i restanti Comuni la partecipazione è facoltativa, ma costituisce condizione per la piena fruizione dei trasferimenti regionali.

2) l'Unione territoriale intercomunale è un ente locale avente natura giuridica di Unione di Comuni. L'Unione, dotata di potestà statutaria e regolamentare, disciplina la propria organizzazione. La governance dell'Unione è affidata all'Assemblea, organo di indirizzo, e al presidente, eletto tra i sindaci componenti dell'Assemblea. Con la finalità di rendere partecipi anche le minoranze consiliari dei singoli Comuni all'attività dell'Assemblea in quanto organo di indirizzo dell'Unione, è previsto che i Consigli comunali si esprimano sulle proposte di deliberazione dell'organo consiliare dell'Unione prima che le stesse siano deliberate dall'Assemblea.

3) Le Unioni sono chiamate a gestire funzioni attualmente comunali, provinciali, regionali e delle sopprimende Comunità montane. Il disegno di legge prevede anche la riallocazione di alcune funzioni esercitate dalle Province, sia verso i Comuni sia verso la Regione, e la riallocazione delle funzioni regionali verso il sistema delle Autonomie locali.

Al termine dell'illustrazione, la Commissione ha stabilito di anteporre all'esame dell'articolato una serie di audizioni con i soggetti più direttamente coinvolti, che dovrebbero iniziare il 4 novembre prossimo. L'esame, invece, dovrebbe avvenire già la settimana seguente.

(immagini tv)