Roma: Iacop, effetti normativa Ue su ordinamento nazionale
(ACON) Roma, 30 ott - COM/AB - Le innovazioni al quadro
normativo europeo e gli effetti sull'ordinamento nazionale, la
verifica dell'efficacia degli interventi e l'incidenza dei nuovi
vincoli europei nella definizione delle politiche nazionali, sono
stati i temi sui quali si sono focalizzati i lavori del convegno
che si è tenuto a Roma, organizzato dall'Issirfa (Istituto studi
sistemi regionali federali e autonomie) in occasione del semestre
di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea.
Numerosi e qualificati gli ospiti, da Giuliano Amato a Sandro
Gozi a Luciano Violante. Alla tavola rotonda sulla governance
economica ha partecipato anche il presidente del Consiglio
regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, portando un
contributo al dibattito più ampio che ha toccato proprio i
vincoli europei nella definizione delle politiche nazionali.
Attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio,
meccanismi di partecipazione del Parlamento nazionale e dei
Consigli regionali al controllo della corretta applicazione del
principio di sussidiarietà e al dialogo politico, strumenti di
partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della
normativa europea, possibili strategie di crescita economica nel
mutato contesto continentale e internazionale: sono questi i
principali punti che sono stati approfonditi nel corso dei lavori.
In particolare, il presidente Iacop si è soffermato sugli aspetti
legati al "fiscal compact", ossia il Trattato sulla stabilità, il
coordinamento e la governance, quell'insieme di regole vincolanti
nell'area euro per il principio dell'equilibrio dei bilanci, e
sul piano per un'Unione economica e monetaria più autentica e
approfondita - il cosiddetto "blueprint" - che descrive la
visione di un'architettura europea solida e stabile in campo
finanziario, fiscale, economico e politico.
Tutta questa impalcatura di norme e procedure ha però sottratto
sovranità agli Stati e alle Autonomie regionali, che ne
gestiscono le conseguenze in via diretta, ma non ha formalmente
riassegnato tale sovranità alle istituzioni europee. In altre
parole ci troviamo in una situazione in cui il potere si sposta
verso l'alto e la responsabilità verso il basso; e tale
responsabilità rimane senza potere. È indispensabile recuperare
la filiera di responsabilità e con essa alcune prerogative della
rappresentanza democratica, e segnatamente del Parlamento
europeo, in primis, ma anche dei Parlamenti nazionali e dei
Consigli regionali.
Ma la responsabilità va recuperata anche nei confronti dei
cittadini. Crescita, giustizia sociale, benessere: sono questi
gli elementi su cui l'Europa è stata fondata e su cui è
prosperata. Ora invece stiamo attraversando una fase in cui la
politica europea è pressoché solo (forse anche necessariamente,
alla luce della crisi persistente) mera governance economica,
nella quale il cittadino stenta a ritrovarsi. Si impone dunque
uno sforzo nella direzione di una comunicazione efficace verso la
cittadinanza.