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CR: promozione commercio equo e solidale, i relatori (2)

30.10.2014
11:35
(ACON) Trieste, 30 ott - RCM - Riconoscere il valore sociale e culturale del commercio equo e solidale, promuovere la sua diffusione e sostenere, così, una forma di cooperazione e di economia che si basi su relazioni paritarie con le realtà produttive che operano nei Paesi in via di sviluppo. È questo il senso, per Andrea Ussai (M5S), della proposta di legge sulla promozione del commercio equo e solidale che lo vede tra i suoi firmatari e ora relatore di maggioranza per l'Aula

Nonostante l'assenza di una normativa quadro di riferimento nazionale, il Friuli Venezia Giulia - ha quindi aggiunto Ussai - ha già legiferato nel 2005, secondo in Italia dopo la Toscana, per disciplinare questo settore. Da allora, molte Regioni gli hanno dedicato leggi. Con la presente proposta si vuole rispondere a questa esigenza, accogliendo nel contempo le istanze sollevate dalle Botteghe del Mondo, cioè dai negozi che vendono prevalentemente i prodotti del commercio equo e solidale.

Tra gli obiettivi della norma, riconoscere ufficialmente il ruolo svolto da tutte le organizzazioni che operano nel commercio equo e solidale, facilitando inoltre la loro espansione. Queste realtà sono spesso prevalentemente basate sull'associazionismo e sul volontariato e l'istituzione di un loro elenco regionale, assieme alla creazione di un portale dedicato, garantirà visibilità e trasparenza sulle modalità produttive e organizzative a tutti i soggetti interessati.

In secondo luogo, aumentare la conoscenza e l'utilizzo dei prodotti del commercio equo e solidale attraverso le iniziative di informazione, sensibilizzazione sul "consumo consapevole" e di finanziamento delle organizzazioni, nonché della promozione attraverso la giornata e la Fiera regionale del commercio equo.

Inoltre, i portatori di interesse chiedevano, per le loro attività al di fuori delle attività istituzionali, di essere soggette alla normativa regionale sul commercio, in particolare rispetto alla vendita sulle aree pubbliche.

Parlare di una forma di economia che fa della responsabilità sociale il valore aggiunto, e che riesce a trovare spazio in un mercato dove l'unico obiettivo spesso è la ricerca del massimo profitto, ci sembra una scelta politica importante - ha chiosato Ussai.

A fargli eco, il primo firmatario del provvedimento e secondo relatore di maggioranza, Franco Codega (Pd), che ha anche fatto presente che l'articolato della nuova legge è stato costruito tenendo conto di norme analoghe presenti in altre Regioni. Però sono emerse alcune criticità - ha rammentato. In primo luogo, tutte le altre leggi regionali sono anteriori al recepimento della direttiva comunitaria n. 2006/123/CE, cosiddetta direttiva Bolkestein, la quale impone un regime di liberalizzazione delle attività commerciali. Perciò bisognava evitare che gli incentivi proposti si configurassero come violazione a tale direttiva. In secondo luogo, bisognava raccordare il quadro normativo già esistente della nostra regione.

La questione di fondo - ha spiegato ancora Codega - è stata stabilire se le organizzazioni e le associazioni che praticano il commercio equo e solidale debbano sottostare o meno alle norme del commercio. Si è risolto con una distinzione tra la loro attività istituzionale (che è principalmente educativa e culturale, e ovviamente non è sottoposta a quelle norme) e l'attività commerciale vera e propria che alcune di esse mettono in atto con l'apertura di un pubblico esercizio (che è sottoposta alla legislazione del comparto).

Per il relatore di minoranza, Roberto Novelli (FI), una proposta volta a sostenere il commercio di prodotti provenienti da Paesi in via di sviluppo, da piccoli produttori che cercano di tenere alta la qualità del prodotto ma anche della vita dei loro dipendenti, e con una parte di guadagno investita in progetti sociali a favore delle loro comunità, è quantomeno encomiabile. Ma non si limita a enunciare principi. Infatti stabilisce una serie di misure economiche a sostegno della promozione, formazione e diffusione dei prodotti equo-solidali per le organizzazioni che hanno i requisiti e si iscrivono al previsto elenco regionale.

Approvando questa legge - ha quindi spiegato Novelli - la Regione si pone nella condizione di sostenere anche economicamente queste iniziative di commercio equo e solidale senza, però, avere gli strumenti per farlo in maniera attenta, rischiando di generare false aspettative negli operatori ed errati convincimenti nei consumatori. Istituire un registro delle associazioni e delle organizzazioni può essere utile, ma è poca cosa se non si è in grado di effettuare controlli specifici sulle stesse e verificare che gli sforzi non vadano, invece, ad alimentare mercati che producono iniqua e sleale concorrenza.

Le situazioni di disagio non mancano neanche a casa nostra - ha aggiunto con una nota polemica. A quanti lavoratori vengono richieste ore di straordinario mai pagate? A quanti giovani vengono offerti stage non retribuiti o sono obbligati ad aprire partite Iva fittizie? Quanti hanno stipendi sotto il minimo sindacale? Questa norma non influisce minimamente su queste realtà, ma prima di approvarla vale la pena chiedersi se non sia il caso di investire ogni minima risorsa a favore di chi vive sotto la soglia di povertà in regione.

(immagini tv)

(segue)