CR: promozione commercio equo e solidale, i relatori (2)
(ACON) Trieste, 30 ott - RCM - Riconoscere il valore sociale e
culturale del commercio equo e solidale, promuovere la sua
diffusione e sostenere, così, una forma di cooperazione e di
economia che si basi su relazioni paritarie con le realtà
produttive che operano nei Paesi in via di sviluppo. È questo il
senso, per Andrea Ussai (M5S), della proposta di legge sulla
promozione del commercio equo e solidale che lo vede tra i suoi
firmatari e ora relatore di maggioranza per l'Aula
Nonostante l'assenza di una normativa quadro di riferimento
nazionale, il Friuli Venezia Giulia - ha quindi aggiunto Ussai -
ha già legiferato nel 2005, secondo in Italia dopo la Toscana,
per disciplinare questo settore. Da allora, molte Regioni gli
hanno dedicato leggi. Con la presente proposta si vuole
rispondere a questa esigenza, accogliendo nel contempo le istanze
sollevate dalle Botteghe del Mondo, cioè dai negozi che vendono
prevalentemente i prodotti del commercio equo e solidale.
Tra gli obiettivi della norma, riconoscere ufficialmente il ruolo
svolto da tutte le organizzazioni che operano nel commercio equo
e solidale, facilitando inoltre la loro espansione. Queste realtà
sono spesso prevalentemente basate sull'associazionismo e sul
volontariato e l'istituzione di un loro elenco regionale, assieme
alla creazione di un portale dedicato, garantirà visibilità e
trasparenza sulle modalità produttive e organizzative a tutti i
soggetti interessati.
In secondo luogo, aumentare la conoscenza e l'utilizzo dei
prodotti del commercio equo e solidale attraverso le iniziative
di informazione, sensibilizzazione sul "consumo consapevole" e di
finanziamento delle organizzazioni, nonché della promozione
attraverso la giornata e la Fiera regionale del commercio equo.
Inoltre, i portatori di interesse chiedevano, per le loro
attività al di fuori delle attività istituzionali, di essere
soggette alla normativa regionale sul commercio, in particolare
rispetto alla vendita sulle aree pubbliche.
Parlare di una forma di economia che fa della responsabilità
sociale il valore aggiunto, e che riesce a trovare spazio in un
mercato dove l'unico obiettivo spesso è la ricerca del massimo
profitto, ci sembra una scelta politica importante - ha chiosato
Ussai.
A fargli eco, il primo firmatario del provvedimento e secondo
relatore di maggioranza, Franco Codega (Pd), che ha anche fatto
presente che l'articolato della nuova legge è stato costruito
tenendo conto di norme analoghe presenti in altre Regioni.
Però sono emerse alcune criticità - ha rammentato. In primo
luogo, tutte le altre leggi regionali sono anteriori al
recepimento della direttiva comunitaria n. 2006/123/CE,
cosiddetta direttiva Bolkestein, la quale impone un regime di
liberalizzazione delle attività commerciali. Perciò bisognava
evitare che gli incentivi proposti si configurassero come
violazione a tale direttiva. In secondo luogo, bisognava
raccordare il quadro normativo già esistente della nostra
regione.
La questione di fondo - ha spiegato ancora Codega - è stata
stabilire se le organizzazioni e le associazioni che praticano il
commercio equo e solidale debbano sottostare o meno alle norme
del commercio. Si è risolto con una distinzione tra la loro
attività istituzionale (che è principalmente educativa e
culturale, e ovviamente non è sottoposta a quelle norme) e
l'attività commerciale vera e propria che alcune di esse mettono
in atto con l'apertura di un pubblico esercizio (che è sottoposta
alla legislazione del comparto).
Per il relatore di minoranza, Roberto Novelli (FI), una proposta
volta a sostenere il commercio di prodotti provenienti da Paesi
in via di sviluppo, da piccoli produttori che cercano di tenere
alta la qualità del prodotto ma anche della vita dei loro
dipendenti, e con una parte di guadagno investita in progetti
sociali a favore delle loro comunità, è quantomeno encomiabile.
Ma non si limita a enunciare principi. Infatti stabilisce una
serie di misure economiche a sostegno della promozione,
formazione e diffusione dei prodotti equo-solidali per le
organizzazioni che hanno i requisiti e si iscrivono al previsto
elenco regionale.
Approvando questa legge - ha quindi spiegato Novelli - la Regione
si pone nella condizione di sostenere anche economicamente queste
iniziative di commercio equo e solidale senza, però, avere gli
strumenti per farlo in maniera attenta, rischiando di generare
false aspettative negli operatori ed errati convincimenti nei
consumatori. Istituire un registro delle associazioni e delle
organizzazioni può essere utile, ma è poca cosa se non si è in
grado di effettuare controlli specifici sulle stesse e verificare
che gli sforzi non vadano, invece, ad alimentare mercati che
producono iniqua e sleale concorrenza.
Le situazioni di disagio non mancano neanche a casa nostra - ha
aggiunto con una nota polemica. A quanti lavoratori vengono
richieste ore di straordinario mai pagate? A quanti giovani
vengono offerti stage non retribuiti o sono obbligati ad aprire
partite Iva fittizie? Quanti hanno stipendi sotto il minimo
sindacale? Questa norma non influisce minimamente su queste
realtà, ma prima di approvarla vale la pena chiedersi se non sia
il caso di investire ogni minima risorsa a favore di chi vive
sotto la soglia di povertà in regione.
(immagini tv)
(segue)