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V Comm: riordino degli enti locali, audizione Anci FVG

10.11.2014
16:51
(ACON) Trieste, 10 nov - RCM - Ultime audizioni, per la V Commissione consiliare presieduta da Vincenzo Martines (Pd), relativamente al disegno di legge n. 68 sul riordino del sistema Regione/Autonomie locali dell'assessore Paolo Panontin e alla proposta di legge n. 71 di Luca Ciriani (FdI/AN) sui servizi comunali.

A essere ascoltati, i rappresentanti dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) del Friuli Venezia Giulia, che la scorsa settimana non avevano partecipato alle audizioni causa impegni del loro presidente, Mario Pezzetta, oggi affiancato dal segretario dell'Anci regionale e dai consiglieri nazionali Roberto Ceraolo (sindaco di Sacile) e Silvia Altran (sindaco di Monfalcone).

La preliminare che poniamo - ha esordito Pezzetta - è che questa sia una legge quadro, perché le riforme di questo tipo hanno bisogno di un cantiere aperto e di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Due i punti focali trattati dal presidente dell'Associazione: la mission del provvedimento e il principio di gradualità.

Quanto alla prima, Pezzetta ha affermato che all'Anci piace l'idea che si punti allo sviluppo e non solo allo spendere meno, e dunque avere una serie di istituzioni che operano in rete. Ma se si fa la riforma dei territori, va fatta anche la riforma della Regione, che deve spogliarsi di quelle competenze gestionali che possono fare proprio i territori. Perciò la mission andrebbe rafforzata perché non si stanno mettendo come priorità i territori e i servizi che offrono.

Inoltre, la riforma degli enti locali, quella della sanità e quella economica del nuovo Piano industriale si devono compenetrare, non si possono immaginare contenitori separati: sono i servizi di ultima generazione da offrire che lo impongono.

I valori identitari di ciascun territorio vanno preservati dalla Regione, ma deve essere una difesa dinamica - ha proseguito Pezzetta. Le Province sono risultate inadatte alla pianificazione, perciò vanno immaginate forme di tutela attiva, delegate agli ambiti, ma che non si limitino a una misura rituale.

Per noi il Comune resta, anche quello piccolo, a meno che non voglia fondersi. Le tecnologie attuali possono aiutare il piccolo Comune a crescere attraverso la messa in rete della sua comunità, la quale però deve continuare a essere presidiata dall'amministratore locale.

Passando alla gradualità, il responsabile dell'Anci ha parlato di necessità di creare dei sub-ambiti per i servizi o l'impatto sarà negativo. Gradualità significa essere davvero graduali - ha rimarcato - perché conviene a tutti, pochi mesi non bastano per un tale cambiamento.

Più che per la penalizzazione finanziaria prevista all'articolo 5 del disegno di legge sulle adesioni alle Unioni intercomunali, siamo per la volontà incentivata, ovvero - ha spiegato Pezzetta - che si affermi l'incentivazione ad unirsi, ma se un Comune non intende aderire a una Unione che sia penalizzato per la parte di funzioni a cui rinuncia restando da solo, non per la mancata adesione in toto.

Per quanto riguarda i risparmi di spesa, il provvedimento è stato definito rudimentale: "Meglio il meccanismo dei costi standard da applicare a tutti gli enti locali, così usciremmo dal meccanismo della spesa storica penalizzante per molti Comuni", ha detto Pezzetta. "Il problema è che il meccanismo dei trasferimenti deve essere rivisto completamente. Noi vorremmo arrivare alle smart land, ovvero ai territori intelligenti".

Infine, l'esercizio associato di funzioni comunali merita un approfondimento dei processi per andare a regime, perché un sistema che ha funzionato per decenni in un certo modo - ha chiosato il presidente dell'Anci - non può cambiare in pochi mesi.

Da parte sua, Roberto Ceraolo ha affermato che molti vedono questa riforma come un affronto al loro impegno quotidiano di amministratori. Nessuno mette in dubbio la necessità di riforme ben confezionate e utili per contrastare la crisi, ma non è stato evidenziato come tale necessità rappresenti una grande opportunità per le amministrazioni locali di rimettersi in gioco e dimostrare capacità strategica.

Deve iniziare un processo di sburocratizzazione che è impellente: se i piccoli Comuni non risultano più adeguati, con la semplificazione delle procedure magari tornano a esserlo. Non vogliamo i macro-comuni, ma le federazioni territoriali - ha aggiunto Ceraolo. Inoltre va spiegata meglio la figura giuridica del nuovo ambito: un conto è federare i Comuni, altro è un soggetto dotato di un proprio bilancio.

Da ultima, Silvia Altran ha evidenziato il passaggio del personale dai Comuni oggi, e dalle Province domani, alle Unioni intercomunali, definendolo un momento molto delicato che va al di là della formazione, assolutamente fondamentale, e verso il quale ci sono molte aspettative, e dunque merita cautela.

Da ultimo, ha parlato delle preoccupazioni che hanno tutti i sindaci per lo scadenziario imposto dal disegno di legge, anche per le banali operazioni ad esempio di confezione dei bilanci. E ha affermato che la definizione di risparmio di spesa, che pare tanto scontata, in realtà non lo è perché non si spiega come si faranno tali risparmi. La legge - ha concluso - deve mantenere un carattere di flessibilità e di cornice.

La V Commissione ha così terminato le audizioni sui provvedimenti n. 68 e n. 71, il cui esame inizierà domani pomeriggio, a partire dalle 14.30, dopo aver acquisito i pareri per le parti di competenza delle altre Commissioni consiliari.

(immagini tv)