V Comm: riordino degli enti locali, audizione Anci FVG
(ACON) Trieste, 10 nov - RCM - Ultime audizioni, per la V
Commissione consiliare presieduta da Vincenzo Martines (Pd),
relativamente al disegno di legge n. 68 sul riordino del sistema
Regione/Autonomie locali dell'assessore Paolo Panontin e alla
proposta di legge n. 71 di Luca Ciriani (FdI/AN) sui servizi
comunali.
A essere ascoltati, i rappresentanti dell'Associazione nazionale
dei Comuni italiani (Anci) del Friuli Venezia Giulia, che la
scorsa settimana non avevano partecipato alle audizioni causa
impegni del loro presidente, Mario Pezzetta, oggi affiancato dal
segretario dell'Anci regionale e dai consiglieri nazionali
Roberto Ceraolo (sindaco di Sacile) e Silvia Altran (sindaco di
Monfalcone).
La preliminare che poniamo - ha esordito Pezzetta - è che questa
sia una legge quadro, perché le riforme di questo tipo hanno
bisogno di un cantiere aperto e di manutenzione ordinaria e
straordinaria.
Due i punti focali trattati dal presidente dell'Associazione: la
mission del provvedimento e il principio di gradualità.
Quanto alla prima, Pezzetta ha affermato che all'Anci piace
l'idea che si punti allo sviluppo e non solo allo spendere meno,
e dunque avere una serie di istituzioni che operano in rete. Ma
se si fa la riforma dei territori, va fatta anche la riforma
della Regione, che deve spogliarsi di quelle competenze
gestionali che possono fare proprio i territori. Perciò la
mission andrebbe rafforzata perché non si stanno mettendo come
priorità i territori e i servizi che offrono.
Inoltre, la riforma degli enti locali, quella della sanità e
quella economica del nuovo Piano industriale si devono
compenetrare, non si possono immaginare contenitori separati:
sono i servizi di ultima generazione da offrire che lo impongono.
I valori identitari di ciascun territorio vanno preservati dalla
Regione, ma deve essere una difesa dinamica - ha proseguito
Pezzetta. Le Province sono risultate inadatte alla
pianificazione, perciò vanno immaginate forme di tutela attiva,
delegate agli ambiti, ma che non si limitino a una misura rituale.
Per noi il Comune resta, anche quello piccolo, a meno che non
voglia fondersi. Le tecnologie attuali possono aiutare il piccolo
Comune a crescere attraverso la messa in rete della sua comunità,
la quale però deve continuare a essere presidiata
dall'amministratore locale.
Passando alla gradualità, il responsabile dell'Anci ha parlato di
necessità di creare dei sub-ambiti per i servizi o l'impatto sarà
negativo. Gradualità significa essere davvero graduali - ha
rimarcato - perché conviene a tutti, pochi mesi non bastano per
un tale cambiamento.
Più che per la penalizzazione finanziaria prevista all'articolo 5
del disegno di legge sulle adesioni alle Unioni intercomunali,
siamo per la volontà incentivata, ovvero - ha spiegato Pezzetta -
che si affermi l'incentivazione ad unirsi, ma se un Comune non
intende aderire a una Unione che sia penalizzato per la parte di
funzioni a cui rinuncia restando da solo, non per la mancata
adesione in toto.
Per quanto riguarda i risparmi di spesa, il provvedimento è stato
definito rudimentale: "Meglio il meccanismo dei costi standard da
applicare a tutti gli enti locali, così usciremmo dal meccanismo
della spesa storica penalizzante per molti Comuni", ha detto
Pezzetta. "Il problema è che il meccanismo dei trasferimenti deve
essere rivisto completamente. Noi vorremmo arrivare alle smart
land, ovvero ai territori intelligenti".
Infine, l'esercizio associato di funzioni comunali merita un
approfondimento dei processi per andare a regime, perché un
sistema che ha funzionato per decenni in un certo modo - ha
chiosato il presidente dell'Anci - non può cambiare in pochi
mesi.
Da parte sua, Roberto Ceraolo ha affermato che molti vedono
questa riforma come un affronto al loro impegno quotidiano di
amministratori. Nessuno mette in dubbio la necessità di riforme
ben confezionate e utili per contrastare la crisi, ma non è stato
evidenziato come tale necessità rappresenti una grande
opportunità per le amministrazioni locali di rimettersi in gioco
e dimostrare capacità strategica.
Deve iniziare un processo di sburocratizzazione che è impellente:
se i piccoli Comuni non risultano più adeguati, con la
semplificazione delle procedure magari tornano a esserlo. Non
vogliamo i macro-comuni, ma le federazioni territoriali - ha
aggiunto Ceraolo. Inoltre va spiegata meglio la figura giuridica
del nuovo ambito: un conto è federare i Comuni, altro è un
soggetto dotato di un proprio bilancio.
Da ultima, Silvia Altran ha evidenziato il passaggio del
personale dai Comuni oggi, e dalle Province domani, alle Unioni
intercomunali, definendolo un momento molto delicato che va al di
là della formazione, assolutamente fondamentale, e verso il quale
ci sono molte aspettative, e dunque merita cautela.
Da ultimo, ha parlato delle preoccupazioni che hanno tutti i
sindaci per lo scadenziario imposto dal disegno di legge, anche
per le banali operazioni ad esempio di confezione dei bilanci. E
ha affermato che la definizione di risparmio di spesa, che pare
tanto scontata, in realtà non lo è perché non si spiega come si
faranno tali risparmi. La legge - ha concluso - deve mantenere un
carattere di flessibilità e di cornice.
La V Commissione ha così terminato le audizioni sui provvedimenti
n. 68 e n. 71, il cui esame inizierà domani pomeriggio, a partire
dalle 14.30, dopo aver acquisito i pareri per le parti di
competenza delle altre Commissioni consiliari.
(immagini tv)