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V Comm: sistema Regione/Autonomie locali, concluso dibattito (1)

12.11.2014
15:11
(ACON) Trieste, 12 nov - MPB - Con gli ultimi interventi degli iscritti al dibattito generale, che si era iniziato ieri, la V Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Vincenzo Martines (Pd), ha ripreso il lavoro sul ddl di riordino del sistema Regione/Autonomie locali. Presente l'assessore Paolo Panontin, il primo a parlare è stato Roberto Revelant (AR).

Sarebbe stato opportuno - ha detto Revelant - dare a questa riforma tempi diversi, approfittando di riordinare le competenze. Diversi gli ambiti non toccati, come ad esempio il turismo che poteva figurare nelle funzioni delle unioni, secondo il consigliere che ha chiesto l'analisi dei costi, una valutazione del patrimonio immobiliare, la proiezione del dato relativo all'andata in pensione del personale da qui a dieci anni.

Dopo la richiesta di Ziberna di sospendere il lavori della Commissione per consentire all'assessore di seguire da vicino l'impegno della Protezione civile in un momento di emergenza e dopo le rassicurazioni di Panontin circa l'attività di una realtà che si è strutturata nel tempo grazie all'attenzione di tutte le Giunte che si sono susseguite, il presidente Martines ha ridato seguito agli interventi programmati.

Luca Ciriani (Fratelli d'Italia/AN) ha spiegato la sua contrarietà al provvedimento per motivi di natura politica e tecnica e ha motivato le scelte alla base della sua proposta di legge (la 71, abbinata al ddl). Se l'obiettivo è di spendere meno essendo più efficienti, dopo la soppressione delle Province resta il problema della loro eredità e di un potere di area vasta insieme a quello dell'esistenza di comuni troppo piccoli. La mia proposta parte dalla necessità di fare salva la loro peculiarità e la capacità di essere efficienti e la strada delle convenzioni è la migliore, visto che le unioni non hanno mai funzionato. Da qui la domanda perché tanta fretta e perché è stato sposato il modello delle federazioni, quando l'esperienza delle Comunità montane è la peggiore. Aggredire Province e Comuni rischia di essere un boomerang quando dalla sede legislativa si dovrà passare al quotidiano, ha conlcuso Ciriani dichiarando di non essere contro il cambiamento, ma sottolineando di aver cercato con la sua proposta di fare una norma più snella.

Igor Gabrovec (Pd-Ssk), sottolineando la differenza tra la riforma che avrebbe voluto e quella che si va ad approvare ("avrei immaginato una riforma che desse maggior spazio operativo ai Comuni, secondo il modello Delrio"), ha lamentato soprattutto "nonostante i miglioramenti portati in molti punti, la mancanza di riferimenti alla specificità linguistica e alle minoranze", in merito alle quali ha declinato puntualmente le varie situazioni presenti nel ddl. Minoranze che non sono da intendersi come privilegio, ma come una ricchezza e uno dei pochi motivi della nostra specialità, ha concluso il consigliere.

Norma di peso storico per Claudio Violino (Misto) e che si inserisce in un contesto di riforme costituzionali, in un Friuli Venezia Giulia sospeso tra neocentralismo e rincorsa della specialità; da qui la critica sul fatto che si potesse forzare di più sui margini di specialità per dare risposte ai problemi economici e alla crisi di democrazia, ragionando sul dimensionamento, considerando concretamente il problema delle minoranze linguistiche, valutando gli effettivi risparmi. Roberto Dipiazza (AR) ha posto l'accento sui vincoli che agli Enti locali derivano da comunelle e usi civici, ha indicato la necessità in un prossimo futuro di una semplificazione degli enti e ha sollecitato a valutare sia la governance che chi la esercita.

Infine l'assessore, chiudendo il dibattito e assicurando di aver annotato i suggerimenti emersi dagli interventi dei consiglieri, ha ricordato come la riforma delle Autonomie locali fosse un tema condiviso a livello di principio, figurando in tutti i programmi elettorali.

Tutti gli enti, Regione compresa, devono ridurre gli assetti. Un percorso - ha scandito Panontin - da compiere attraverso più provvedimenti di legge e, oltre a questa riforma ordinamentale, ce ne sarà una sulla finanza locale che spero di rendere pubblica a breve e una sulla riforma del comparto del personale.

Dopo oltre un centinaio di incontri sul territorio, crediamo che il ddl superi le debolezze delle forme aggregative che conoscevamo, trovando un punto di equilibrio tra volontarietà e obbligatorietà, tra sussidiarietà e autodeterminazione dei territori e adeguatezza.

La logica di questa legge è quella del mosaico, per alcuni aspetti è una legge quadro, ma è anche un cantiere aperto. Correttivi andranno fatti, importante è la condivisione sull'impianto globale - ha sottolineato ancora l'assessore annunciando emendamenti su temi della tutela della minoranza slovena, mentre si cercherà di tener conto anche delle esigenze evidenziate dalla minoranza friulana. E inoltre modifiche circa la maggiore gradualità di attuazione e sull'armonizzazione dei bilanci, e in tema di formazione per preparare una classe amministrativa oltre che politica capace di gestire l'intera partita. Non entra invece in questa norma il problema delle comunelle e degli usi civici.

Circa il "neocentralismo regionale" - ha concluso Panontin - non si può pensare che il superamento della Provincia non comporti un ricollocamento delle funzioni. Vi fornirò una simulazione dell'impatto economico della riforma rispetto a quello che al momento è oggettivamente analizzabile: un lavoro che sto curando con gli uffici. Nessuna resa, poi, sulla specialità, da difendere sì attraverso le minoranze che hanno dato luogo alla specificità, ma questa mera specificazione etnico-linguistica, troppo fragile, sarà meglio difendibile se saremo innovativi e dimostreremo anche di essere un sistema unico e integrato.

I lavori proseguono con l'esame dell'articolato.

(foto; immagini tv)

(segue)