Convenzione diritti infanza: conferenza stampa Iacop e Garante (1)
(ACON) Trieste, 20 nov - MPB - Nella giornata in cui ricorre il
25° anniversario dell'approvazione da parte dell'Assemblea delle
Nazioni Unite della Convenzione sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza - lo statuto maggiormente ratificato al mondo,
con 190 Paesi che l'hanno adottato - il presidente del Consiglio
regionale del FVG Franco Iacop e il Garante regionale dei diritti
della persona Fabia Mellina Bares hanno presentato l'evento in
programma mercoledì prossimo, 26 novembre, a Trieste al Teatro
Miela per riflettere sullo stato di attuazione della Convenzione.
Un evento - hanno spiegato - rivolto a tutte le istituzioni e
associazioni che in Friuli Venezia Giulia si occupano, a diverso
titolo, di minori.
Nella circostanza sarà presentato il 7° Rapporto sull'attuazione
della Convenzione nel nostro Paese con i contributi di Giorgio
Tamburlini, presidente del Centro per la salute del bambino e
membro del Gruppo CRC (l'organismo che monitora lo stato di
attuazione della Convenzione), oggi presente all'incontro, e di
Lucia Ghebreghiorges del coordinamento del Gruppo CRC e referente
di Save the Children Italia, Onlus capofila.
Sarà l'occasione per valutare i passi avanti compiuti e per
riflettere insieme a ragazzi, operatori, istituzioni e
associazioni quanto sia possibile ancora fare in sinergia, nel
percorso di tutela e partecipazione attiva dei bambini e dei
ragazzi - ha detto Iacop che in apertura dei lavori d'Aula aveva
ricordato all'Assemblea consiliare i punti forti della
Convenzione, anticipando obiettivi e contenuti del convegno.
La Convenzione infatti - aveva sottolineato il presidente del
Consiglio - non chiama in causa solamente il politico, il
legislatore o il giurista, bensì coinvolge qualsiasi persona che
si occupi di educazione, socializzazione e sviluppo della
personalità giovanile, connotandosi per la rappresentazione
multidisciplinare del bambino e dell'adolescente. In questo senso
essa racchiude in maniera comprensiva i diritti civili e politici
insieme a quelli economici, sociali e culturali, nessuno dei
quali può essere letto in maniera isolata o frammentata. Con
l'istituzione del Garante dei diritti della persona siamo
consapevoli di aver fatto nella nostra regione un significativo
passo avanti verso una maggiore tutela di coloro che meno possono
difendersi, ma anche di aver avviato un lavoro comune per
promuovere azioni che favoriscano la partecipazione diretta ed
attiva dei concittadini più piccoli alla vita della comunità.
E il Garante Fabia Mellina Bares, evidenziando il rischio in
anniversari come questo di cadere nella retorica banalizzando i
diritti, ha sottolineato l'impegno a condurre la riflessione
sullo stato di attuazione della Convenzione proprio ascoltando
anche i diretti interessati, i ragazzi. La Convenzione non è un
elenco di diritti, ma un programma educativo - ha aggiunto - e in
questo senso per noi, come organismo di garanzia, il 20 novembre
è tutti i giorni. Questa pertanto deve essere un'occasione per un
esame di coscienza collettivo riguardo l'attenzione dell'intera
comunità verso l'infanzia e all'adolescenza cui dare la giusta
priorità, in una società che dimostri di credere e di investire
nel proprio futuro: ripartire dai bambini, dalla conoscenza e
dall'educazione. Solo con scelte così indirizzate si potrà
garantire il miglior ritorno anche in termini economici e si
potrà contrastare la pericolosa china di povertà educativa che
determina privazione di opportunità impedendo il raggiungimento
del benessere dell'intera comunità.
In questo senso duplice l'azione del Garante, nell'esercizio
della funzione specifica di garanzia per i minori: rispondere
alle segnalazioni e promuovere buone prassi, anche attraverso la
costituzione di una rete di istituzioni, associazioni e soggetti
pubblici e privati per rendere accessibili in modo diffuso sul
territorio i diritti all'educazione, al gioco, all'inclusione,
alla partecipazione. Perchè è necessario offrire a tutti i
bambini e ragazzi, senza alcuna distinzione, le opportunità
educative per esercitarsi ad acquisire le responsabilità
personali e sociali.
Temi questi su cui è intervenuto anche Giorgio Tamburlinui, che
a proposito del convegno del 26 novembre ha ricordato che la
preparazione del Rapporto coinvolge 87 organizzazioni e
associazioni italiane e che pertanto si configura come un
documento tecnico politico con dati e indicazioni molto
importanti su educazione, salute, diritti, minori stranieri e
bambini adottati, concentrando l'attenzione su povertà materiale
e deprivazione educativa, due aspetti cruciali che evidenziano
le differenze anche comportamentali tra chi può accedere alle
scuole d'infanzia di qualità e chi no: un dato che riguarda anche
il Friuli Venezia Giulia, anche se qui si registra un minor
svantaggio. Con la conferma però che investire sull'infanzia non
è solo questione di diritti ma di sviluppo dell'intera società.
(foto; immagini tv)
(segue)
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