M5S: Sergo, chiarezza su ipotesi centrale biomasse Aussa Corno
(ACON) Trieste, 22 nov - COM/AB - Il portavoce del MoVimento 5
Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, interviene nel
dibattito sul futuro dell'Aussa Corno, sollevando alcuni dubbi
legati alla realizzazione della nuova centrale a biomasse in
un'area della Ziac.
"L'Aussa Corno di recente ha tirato un sospiro di sollievo a
seguito della presentazione di un progetto per una nuova centrale
a biomasse che potrebbe esser installata nella zona industriale.
Centrale a biomasse da 10Mw che, stando alle dichiarazioni dei
proponenti, dovrebbe portare un sicuro risparmio del 10-15% alle
imprese insediate nel Consorzio - spiega Sergo. Il terreno scelto
per l'insediamento della centrale è particolarmente strategico e
ha la possibilità di utilizzare anche la ferrovia per
l'approvvigionamento dell'impianto. Come appreso dalla stampa e
annunciato dai proponenti, si bruceranno per il 30 % biomasse
agricole (rotoballe); per il 25% i risultati delle lavorazione
industriale; il resto, materiale proveniente dal sottobosco e di
autoproduzione. Per l'autoproduzione, saranno utilizzate delle
piante (vedi la paulonia) a crescita rapida che forniranno
materia prima alla centrale. Qualora questa merce non dovesse
arrivare via rotaia - precisa il portavoce M5S - per produrre gli
annunciati 72.000 MWh elettrici in un anno sarebbero necessari
1800 tir, quindi circa 6 mezzi pesanti al giorno".
"A parte il quesito spontaneo che viene da porsi, ovvero da dove
provenga la merce, la nostra attenzione verso l'ambiente ci ha
portato a fare ulteriori calcoli - rivela Sergo. Alle percentuali
sopra riportate va aggiunta una quantità variabile tra il 20% e
il 30% di CDR-Q, ovvero il combustibile derivato dai rifiuti,
dove Q sta per alta qualità. Peccato però che dopo un intervento
normativo e a seguito del nostro pressing effettuato in Consiglio
regionale volto a diminuire l'incenerimento dei rifiuti,
attualmente in Friuli Venezia Giulia non è previsto il rilascio
di autorizzazioni per attività che ne prevedano la combustione".
"In passato spesso e volentieri il territorio sangiorgino si è
opposto a questo tipo di soluzioni. Anche prendendo per buone le
intenzioni dei proponenti di riuscire a eliminare le emissioni in
atmosfera, non possiamo che allarmarci per quello che verrà
bruciato nella centrale, la sua provenienza e la sua
sostenibilità. Perché se non si potrà incenerire il CDR-Q quale
sarà il combustibile utilizzato? Prodotti agricoli da
coltivazioni intensive?" si chiede il consigliere regionale
pentastellato.
"È un vero peccato che il nuovo corso del Consorzio parta subito
con mezze verità e notizie nascoste ai cittadini. La società che
ha proposto il progetto di centrale a biomasse si è affrettata ad
affermare che la centrale non è un inceneritore, ma un impianto
con le emissioni al di sotto dei limiti. Una strana affermazione,
visto che di emissioni non ci dovrebbe essere più traccia.
Ricordiamo che le leggi regionali vigenti non permettono
l'installazione di centrali a biomasse entro 2 km da colture
ritenute pregiate. E se ci sono limiti di questo tipo un motivo
ci sarà. Riteniamo - conclude Sergo - che troppe cose siano state
celate nel corso degli ultimi decenni su questa zona e che sia
ora di dare una svolta, anche dal punto di vista della
trasparenza e del rapporto con i cittadini, oltre che delle
imprese insediate".