News


CR: Regione/EELL, relatore di maggioranza Paviotti (1)

24.11.2014
10:41
(ACON) Trieste, 24 nov - RCM - Prima seduta d'Aula dedicata all'approvazione del disegno di legge che dà il via al percorso di riforma complessiva del sistema Regione/Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia, secondo un ordinamento che si vuole basato su due livelli: Regione e Comuni.

Il presidente Franco Iacop ha dato la parola al primo relatore di maggioranza, Pietro Paviotti dei Cittadini.

E in termini di percorso si è espresso proprio Paviotti ricordando che il primo passo fu fatto in Aula con l'approvazione unanime, il 30 gennaio 2014, della proposta di legge nazionale di modifica dello Statuto regionale, ora in attesa di essere esaminata dal Parlamento, con cui si espresse la volontà di procedere alla soppressione delle Province.

In attesa del superamento delle Province, che a Statuto modificato sarà sancito da un'apposita legge regionale, la maggioranza di centrosinistra ha ritenuto che il necessario rinnovo degli organi delle Amministrazioni provinciali in scadenza dovesse avvenire con elezioni di secondo grado. Conseguentemente, con la legge regionale 2/2014 è stata introdotta la nuova disciplina delle elezioni provinciali che ha determinato il rinnovo della Provincia di Pordenone. Provvedimenti di "chiusura" della riforma della Autonomie locali saranno la riforma della finanza locale e la riforma del comparto unico del pubblico impiego regionale e locale.

L'obiettivo del ddl all'esame dell'Aula è di ottenere Enti più adeguati - ha detto Paviotti -, senza dover procedere a fusioni coatte, ma proponendo aggregazioni (Unioni) di Comuni in grado di esercitare due funzioni principali: le politiche di programmazione e pianificazione di area vasta, ovvero lo sviluppo economico, turistico, ambientale, sociale e culturale; l'organizzazione e la gestione dei servizi di prossimità da rendere al cittadino tramite la gestione associata e gli uffici unici, non solo per ottenere economie di scala, ma soprattutto per offrire una qualità migliore.

Il ddl rimanda a un successivo atto giuntale la formulazione della proposta sui perimetri delle Unioni. Tuttavia, il gruppo dei Cittadini formulerà in Aula un ordine del giorno per impegnare la Giunta a tenere in conto, prioritariamente, dei perimetri degli attuali Ambiti socio-assistenziali (sostanzialmente coincidenti con i Distretti sanitari) perché in essi gli amministratori locali gestiscono in forma associata, bene e da molti anni, un servizio importante come quello dei servizi sociali.

Il provvedimento - così ancora Paviotti - prevede la possibilità di chiedere delle deroghe. Soprattutto spicca il caso particolare di Trieste e del suo territorio, con una sproporzione in termini di abitanti tra la città e l'entroterra, oltre alla tutela linguistica e culturale dei Comuni del Carso. Per questo si è concordato sull'individuare modalità operative particolari e diverse rispetto al restante territorio regionale.

L'obiettivo della riforma - ha poi ribadito - non si limita ai risparmi bensì a un miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia dei servizi pubblici, oltre alla capacità, oggi quasi assente, di fare "programmazione di area vasta".

Di seguito alcuni aspetti che, per Paviotti, caratterizzano la riforma: - prevedere personalità giuridica all'Unione; - un'Assemblea dei sindaci snella e decisoria, che coinvolge in modo importante i Consigli comunali sulle scelte di maggiore rilevanza; - libertà di formulazione degli Statuti, che stabiliranno metodi e regole da applicare; - possibilità di operare anche con Subambiti, ovvero la scelta di poter meglio gestire servizi di prossimità su perimetri più ridotti rispetto a quello dell'Unione; - la gradualità della riforma secondo tempi di attuazione non eccessivamente stringenti; - la facoltà di introdurre un direttore; - il sostegno a un processo di fusione; - realizzazione della Centrale unica di committenza, obbligo di legge con l'obiettivo di razionalizzare il numero di stazioni appaltanti per l'acquisto di beni e servizi, rispetto alla situazione attuale che vede gli Enti locali costretti a rivolgersi a una centrale nazionale (CONSIP).

Da ultimo, Paviotti ha affrontato la questione del trasferimento delle competenze provinciali ai Comuni e alla Regione, sostenendo la necessità di arrivare con gradualità all'assetto definitivo, vuoi perché la chiusura delle Provincie non è ancora operativa e alcune funzioni devono necessariamente rimanere in capo a quell'Ente, vuoi perché - ha chiosato - è comunque utile dare il tempo alle Unioni di insediarsi e di irrobustirsi prima di misurarsi con una pluralità di competenze. Per questo si è proposta una pausa di riflessione.

(immagini tv)