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CR: Regione/EELL, relatore di maggioranza Martines (2)

24.11.2014
11:01
(ACON) Trieste, 24 nov - RCM - Abbiamo pensato quale deve essere la nuova organizzazione del territorio affinché i cittadini vi partecipino e affinché i costi siano o adeguati - ha detto il secondo relatore di maggioranza, Vincenzo Martines (Pd), che ha poi parlato in termini di una riforma a tappe e di principali linee di intervento, quali: - la predisposizione, da parte della Regione, di un Piano di riordino territoriale, comprensivo di tutti i Comuni, il quale, secondo criteri predeterminati e tenuto conto delle istanze dei Comuni stessi, contiene la delimitazione delle forme associative preposte all'esercizio coordinato di funzioni comunali, sovracomunali e di area vasta; - la disciplina dell'ordinamento delle forme associative, aventi natura di Unioni di Comuni, dette Unioni territoriali intercomunali (Uti); - l'individuazione delle funzioni comunali da svolgere in forma associata, delle funzioni provinciali da riallocare in capo ai Comuni o alla Regione e, infine, delle funzioni regionali da riallocare in capo ai Comuni.

Le disposizioni del ddl - ha aggiunto Martines - sono raggruppate in VII Titoli, dalle finalità al Piano di riordino territoriale con la costituzione delle Unioni territoriali intercomunali e il Programma annuale delle fusioni di Comuni, dall'attribuzione delle funzioni amministrative al superamento delle Comunità montane, dalla riforma della finanza locale con l'istituzione della Centrale unica di committenza regionale alle norme transitorie.

Da presidente della Commissione che ha esaminato il provvedimento nella sua interezza, la quinta, il consigliere ha ricordato che il testo base della Giunta è stato oggetto di molteplici modifiche. Così le principali: la posticipazione del termine di costituzione delle Unioni territoriali intercomunali (Uti), nonché del termine per l'inizio dell'esercizio in forma associata delle funzioni da parte dei Comuni; una maggiore gradualità per quanto concerne le funzioni esercitate dalle Uti o avvalendosi degli uffici delle Uti; l'introduzione dei subambiti, quali articolazioni organizzative facoltative per l'esercizio delle funzioni nell'ambito delle Uti; un esplicito richiamo al mantenimento anche al livello delle Uti delle tutele e delle garanzie previste per la minoranza linguistica slovena; l'introduzione della Centrale unica di committenza.

(segue)