CR: Regione/EELL, relatore di maggioranza Martines (2)
(ACON) Trieste, 24 nov - RCM - Abbiamo pensato quale deve
essere la nuova organizzazione del territorio affinché i
cittadini vi partecipino e affinché i costi siano o adeguati - ha
detto il secondo relatore di maggioranza, Vincenzo Martines (Pd),
che ha poi parlato in termini di una riforma a tappe e di
principali linee di intervento, quali:
- la predisposizione, da parte della Regione, di un Piano di
riordino territoriale, comprensivo di tutti i Comuni, il quale,
secondo criteri predeterminati e tenuto conto delle istanze dei
Comuni stessi, contiene la delimitazione delle forme associative
preposte all'esercizio coordinato di funzioni comunali,
sovracomunali e di area vasta;
- la disciplina dell'ordinamento delle forme associative, aventi
natura di Unioni di Comuni, dette Unioni territoriali
intercomunali (Uti);
- l'individuazione delle funzioni comunali da svolgere in forma
associata, delle funzioni provinciali da riallocare in capo ai
Comuni o alla Regione e, infine, delle funzioni regionali da
riallocare in capo ai Comuni.
Le disposizioni del ddl - ha aggiunto Martines - sono raggruppate
in VII Titoli, dalle finalità al Piano di riordino territoriale
con la costituzione delle Unioni territoriali intercomunali e il
Programma annuale delle fusioni di Comuni, dall'attribuzione
delle funzioni amministrative al superamento delle Comunità
montane, dalla riforma della finanza locale con l'istituzione
della Centrale unica di committenza regionale alle norme
transitorie.
Da presidente della Commissione che ha esaminato il provvedimento
nella sua interezza, la quinta, il consigliere ha ricordato che
il testo base della Giunta è stato oggetto di molteplici
modifiche. Così le principali: la posticipazione del termine di
costituzione delle Unioni territoriali intercomunali (Uti),
nonché del termine per l'inizio dell'esercizio in forma associata
delle funzioni da parte dei Comuni; una maggiore gradualità per
quanto concerne le funzioni esercitate dalle Uti o avvalendosi
degli uffici delle Uti; l'introduzione dei subambiti, quali
articolazioni organizzative facoltative per l'esercizio delle
funzioni nell'ambito delle Uti; un esplicito richiamo al
mantenimento anche al livello delle Uti delle tutele e delle
garanzie previste per la minoranza linguistica slovena;
l'introduzione della Centrale unica di committenza.
(segue)