CR: Regione/EELL, relatrice di minoranza Bianchi (4)
(ACON) Trieste, 24 nov - AB - Anche con questa legge, dopo
quella sulla sanità, si comincia dalla fine e si perde di vista
il vero obiettivo.
Il giudizio negativo è di Elena Bianchi, portavoce del MoVimento
5 Stelle e relatrice di minoranza, a giudizio della quale nel
provvedimento non si è centrato il vero problema e, di
conseguenza, la soluzione individuata non potrà portare ad alcun
risultato utile, perché non si focalizza sui servizi ai cittadini
nei vari aspetti di comune socialità, attività economiche,
produttive, familiare e assistenziale.
Oltretutto, la definizione rigida dei livelli ottimali di
aggregazione attraverso i nuovi enti di aggregazione chiamati UTI
(Unioni territoriali intercomunali) porterà sempre a dover
posizionare lo svolgimento di alcune funzioni a un livello non
appropriato.
È vero - afferma Bianchi - che rimaniamo fermi nel sostenere che
i comuni troppo piccoli debbano fare uno sforzo per consolidare
la loro dimensione fondendosi con i loro "vicini di casa", ma una
volta ottenuto questo obiettivo, creare un ulteriore ente
significherebbe unicamente aggiungere un altro motivo di
complicazione. A questo proposito la consigliera del M5S ha
puntualizzato che il piano annuale delle fusioni, introdotto con
questo provvedimento, trova l'approvazione del suo Gruppo
soprattutto se integrato con l'obbligatorietà delle consultazioni
popolari.
Il disegno che però si evince da questo ddl - ha osservato
Bianchi - è una riduzione drastica del numero dei comuni, sulla
qual cosa non può essere d'accordo. I Municipi sono uno dei
fondamenti dello Stato italiano e parte integrante dell'identità
culturale dei cittadini di questo Paese. Pochi comuni con molti
abitanti nel lungo periodo portano inevitabilmente a una
trasformazione radicale del territorio che sicuramente non
possiamo apprezzare.
In sostanza le UTI, così come proposte, finiscono per essere
troppo piccole per svolgere funzioni adeguate di area vasta, ma
troppo grandi per diventare singoli comuni.
A giudizio del M5S, l'intera materia andrebbe affrontata partendo
invece dalla definizione puntuale di funzioni/servizi e bacino
d'utenza, assegnando il valore/livello di servizio adeguato e
stabilendone il costo standard su cui basare i trasferimenti agli
enti gestori. Per ognuno di questi andrebbe indicato il livello
appropriato per la relativa decisione politica (comunale,
sovracomunale o area vasta, regionale). Il nuovo assetto verrebbe
così determinato lasciando libertà di scelta aggregativa per
l'erogazione di servizi/funzioni, ma lasciando la gestione
politica a enti di livello adeguato con governance eletta
direttamente dai cittadini.
Nel nostro programma - ha concluso Bianchi - abbiamo identificato
come modalità più conveniente, in riferimento all'accorpamento
dei comuni sotto i 5.000 abitanti, l'unione dei comuni, per
venire in qualche modo incontro alle possibili resistenze alle
fusioni forzate che sembrano spaventare tanto. Di certo non era
nel nostro intendimento prevedere questa soluzione per riempire
questa regione di mini province, some sempre più sembra destinata
e diventare o, ancor peggio, un ristretto insieme di macrocomuni.
(segue)