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CR: Regione/EELL, relatore di minoranza Ciriani (5)

24.11.2014
11:42
(ACON) Trieste, 24 nov - AB - Se prima di entrare in Commissione eravamo contrari, dopo l'approvazione di questo disegno di legge in Commissione lo siamo ancora di più. La maggioranza ha scelto come testo base il suo e ha concesso, ma solo dopo le nostre forti pressioni, di costituire un Comitato ristretto, che però se l'è sbrigata in un'oretta scarsa con freddezza e superficialità.

La forte critica giunge da Luca Ciriani (FdI/AN), primo firmatario di una proposta di legge di analogo contenuto e relatore di minoranza.

Si è quindi subito spenta la nostra speranza di avviare una discussione sulla base del nostro testo, che prende spunto dalla legge nazionale Delrio, aggiornandolo e modellando alcuni aspetti alle caratteristiche della nostra regione e che avrebbe intrapreso con decisione la strada degli ambiti ottimali, della gestione associata obbligatoria, delle future possibili fusioni, ma partendo da ambiti più piccoli, più leggeri e più funzionali.

Così invece - ha puntualizzato Ciriani - non sappiamo ancora quali saranno le decisioni definitive della Giunta, non c'è chiarezza e la stessa maggioranza appare incerta e divisa, al di là dell'unanimità di facciata. Il riferimento, ed esempio, è sul tema fondamentale dello spacchettamento delle competenze tra Regione, Province, Comuni, Unioni di Comuni, tra rinvii, sospensioni, ripensamenti: una confusione ancora molto consistente.

Se il disegno di legge della Giunta ci sembrava fin dall'inizio la realizzazione dell'inutile attraverso il complicato - ha aggiunto Ciriani - adesso potremmo dire che è anche la realizzazione dell'inutilmente costoso, posto che il costo certo, immediato, incomprimibile e indiscutibile dell'avvio di queste venti mini Province sarà almeno pari a 3 milioni di euro derivanti dall'assunzione di venti nuovi direttori, dal pagamento dei venti nuovi collegi dei revisori e probabilmente dalle nuove indennità che giocoforza si dovranno riconoscere ai nuovi presidenti, chiamati ad assumere la pesante responsabilità derivante dalla gestione di un ente locale nuovo, complicato e, per molti aspetti, ingovernabile.

Ciriani ha quindi disegnato il futuro quadro istituzionale definendolo una giungla senza precedenti. Il Friuli Venezia Giulia sarà l'unica regione in Italia ad avere contestualmente i seguenti livelli amministrativi: Regione, 3 Province elette direttamente, una Provincia eletta indirettamente, una (annunciata) Città metropolitana, 231 Comuni, 1 Unione piccola di Comuni solo sloveni e 20 Unioni territoriali o mini Province. Una confusione senza precedenti.

E non parliamo della proliferazione degli organi di governo e di controllo. Sembra di rivivere le pagine più negative della storia della nostra regione - ha affermato Ciriani - quando con le Comunità montane si gestivano enti senza costrutto ed efficienza: presidente, vicepresidente, ufficio di presidenza, assemblea, commissioni intercomunali, consigli comunali, sub ambiti con la loro immancabile Conferenza dei sindaci del sub ambito e il coordinatore della Conferenza dei sindaci del sub ambito.

In conclusione, Ciriani ha sottolineato come anche il piano delle fusioni mostri elementi molto discutibili, la criticità data dalla poca chiarezza in materia di centrale unica di committenza e ha annunciato la presentazione di un emendamento per reintrodurre il terzo mandato per i sindaci nei comuni con meno di 3.000 abitanti e un altro per la riduzione del numero di consiglieri comunali, per evitare assemblee eccessivamente numerose e poco funzionali.

(segue)