CR: Regione/EELL, relatore di minoranza Ciriani (5)
(ACON) Trieste, 24 nov - AB - Se prima di entrare in
Commissione eravamo contrari, dopo l'approvazione di questo
disegno di legge in Commissione lo siamo ancora di più. La
maggioranza ha scelto come testo base il suo e ha concesso, ma
solo dopo le nostre forti pressioni, di costituire un Comitato
ristretto, che però se l'è sbrigata in un'oretta scarsa con
freddezza e superficialità.
La forte critica giunge da Luca Ciriani (FdI/AN), primo
firmatario di una proposta di legge di analogo contenuto e
relatore di minoranza.
Si è quindi subito spenta la nostra speranza di avviare una
discussione sulla base del nostro testo, che prende spunto dalla
legge nazionale Delrio, aggiornandolo e modellando alcuni aspetti
alle caratteristiche della nostra regione e che avrebbe
intrapreso con decisione la strada degli ambiti ottimali, della
gestione associata obbligatoria, delle future possibili fusioni,
ma partendo da ambiti più piccoli, più leggeri e più funzionali.
Così invece - ha puntualizzato Ciriani - non sappiamo ancora
quali saranno le decisioni definitive della Giunta, non c'è
chiarezza e la stessa maggioranza appare incerta e divisa, al di
là dell'unanimità di facciata. Il riferimento, ed esempio, è sul
tema fondamentale dello spacchettamento delle competenze tra
Regione, Province, Comuni, Unioni di Comuni, tra rinvii,
sospensioni, ripensamenti: una confusione ancora molto
consistente.
Se il disegno di legge della Giunta ci sembrava fin dall'inizio
la realizzazione dell'inutile attraverso il complicato - ha
aggiunto Ciriani - adesso potremmo dire che è anche la
realizzazione dell'inutilmente costoso, posto che il costo certo,
immediato, incomprimibile e indiscutibile dell'avvio di queste
venti mini Province sarà almeno pari a 3 milioni di euro
derivanti dall'assunzione di venti nuovi direttori, dal pagamento
dei venti nuovi collegi dei revisori e probabilmente dalle nuove
indennità che giocoforza si dovranno riconoscere ai nuovi
presidenti, chiamati ad assumere la pesante responsabilità
derivante dalla gestione di un ente locale nuovo, complicato e,
per molti aspetti, ingovernabile.
Ciriani ha quindi disegnato il futuro quadro istituzionale
definendolo una giungla senza precedenti. Il Friuli Venezia
Giulia sarà l'unica regione in Italia ad avere contestualmente i
seguenti livelli amministrativi: Regione, 3 Province elette
direttamente, una Provincia eletta indirettamente, una
(annunciata) Città metropolitana, 231 Comuni, 1 Unione piccola di
Comuni solo sloveni e 20 Unioni territoriali o mini Province. Una
confusione senza precedenti.
E non parliamo della proliferazione degli organi di governo e di
controllo. Sembra di rivivere le pagine più negative della storia
della nostra regione - ha affermato Ciriani - quando con le
Comunità montane si gestivano enti senza costrutto ed efficienza:
presidente, vicepresidente, ufficio di presidenza, assemblea,
commissioni intercomunali, consigli comunali, sub ambiti con la
loro immancabile Conferenza dei sindaci del sub ambito e il
coordinatore della Conferenza dei sindaci del sub ambito.
In conclusione, Ciriani ha sottolineato come anche il piano delle
fusioni mostri elementi molto discutibili, la criticità data
dalla poca chiarezza in materia di centrale unica di committenza
e ha annunciato la presentazione di un emendamento per
reintrodurre il terzo mandato per i sindaci nei comuni con meno
di 3.000 abitanti e un altro per la riduzione del numero di
consiglieri comunali, per evitare assemblee eccessivamente
numerose e poco funzionali.
(segue)