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CR: Regione/EELL, intervento assessore Panontin (1)

25.11.2014
13:44
(ACON) Trieste, 25 nov - AB - Dopo gli ultimi interventi dei capigruppo sul disegno di legge di riforma del sistema Regione/Autonomie locali, per la Giunta ha replicato l'assessore al quale la materia fa riferimento, Paolo Panontin.

La nostra è una storia che parte da lontano perché la Regione, grazie alla sua specialità, ha competenza in materia di Autonomie locali, ha già esercitato questa funzione e una revisione complessiva del sistema è un'occasione che non possiamo mancare. Per questo - ha precisato Panontin - il richiamo alla Delrio è riduttivo, perché il legislatore nazionale si rivolge a tutti, anche a chi finora non aveva mai sperimentato nulla, ciò che invece noi abbiamo fatto più volte con precedenti leggi regionali.

Ho fatto più di cento incontri coinvolgendo tutti, amministratori e portatori di interessi, in diverse fasi, ho ascoltato tutti e registrato tutti i loro contributi - ha aggiunto. Solo dopo ho predisposto le linee guida, scambiandole con quelle dell'ANCI, con le quali per più del 90% c'è piena compatibilità.

Il disegno di legge frutto di questo lavoro preparatorio è stato quindi predisposto all'interno della struttura regionale, senza spendere per alcuna consulenza, e lo abbiamo nuovamente condiviso con gli stessi soggetti interessati.

Sul superamento delle Province e la revisione dell'assetto istituzionale Panontin ha ricordato come questi fossero punti fermi nei programmi della sua maggioranza, ma anche delle opposizioni. Leggendo alcuni passi dei documenti di Tondo e del MoVimento 5 Stelle ha evidenziato come la declinazione di questi obiettivi possa avere sfumature diverse, ma come nella sostanza non si differenzino molto. Forse qualcuno oggi ha cambiato idea - ha affermato - io no. Rilevo quindi una certa incoerenza tra quanto avevate scritto e ciò che avete detto oggi in quest'Aula.

Sul nostro disegno di legge abbiamo voluto che si esprimessero i ministeri di riferimento, abbiamo chiesto un giudizio (che poi è stato positivo) di insigni costituzionalisti, tutto questo nel solco di una cautela rispetto a un provvedimento ambizioso. È vero che il Consiglio delle Autonomie locali inizialmente non aveva dato l'intesa, ma dopo le modifiche ha fornito osservazioni largamente favorevoli.

Sugli ambiti ottimali, la dimensione dei perimetri per meglio esercitare le funzioni associate, l'assessore ha ricordato come già si fossero espresse alcune Giunte precedenti, addirittura nel 2002, e già allora le opinioni erano simili a quelle di oggi. Il Friuli Venezia Giulia ha una piccola dimensione, ha meno degli abitanti della città di Milano o delle province di Bergano e Brescia, la Lombardia conta 1550 comuni: ecco perché non possiamo pensare di applicare a noi cose che vanno bene per quelle realtà e viceversa.

La riforma - ha detto Panontin - altro non è che il bozzetto di un disegno, rappresenta la tessera di un mosaico che vedremo nella sua interezza solo alla fine.

Un discorso a parte ha quindi toccato la parte economica. L'autonomia finanziaria dei nostri comuni è fortemente condizionata dai trasferimenti regionali e ciò ha frenato finora le fusioni. La crisi economica, con quel che ne consegue, potrebbe essere l'occasione per un cambio di mentalità.

I risparmi che deriveranno dal superamento delle Province sono stimabili in 23 milioni di euro e altri ne arriveranno dall'istituzione della Centrale unica di committenza, sulla quale però non ci sono ancora stime precise. Se tutto il personale non dirigente con contratto a tempo indeterminato delle Province, 1207 dipendenti, passasse alla Regione, la differenza ammonterebbe a più 2.3 milioni di euro, non quindi le cifre ben più elevate che sono state fatte da qualcuno. Ma non bisogna limitarsi a questa semplice operazione, perché gli aspetti da considerare sono anche altri, a partire dal turnover del personale dirigente e non di Province e Regione che, nel triennio, porterà invece consistenti risparmi, superiori ai 9 milioni.

Panontin ha concluso il suo articolato intervento affermando che si tratta di una riforma delicata, non affrontata in tutti gli aspetti necessari, che dovrà essere integrata andando a rivedere la finanza locale e il comparto unico. Ma si tratta di un testo dinamico, passibile di interventi successivi e per questo ha detto di confidare in un lavoro ulteriormente migliorativo da parte dell'Aula per un condivisione finale la più ampia possibile.

Subito dopo hanno replicato i cinque relatori (Martines e Paviotti di maggioranza, Ziberna, Bianchi e Ciriani di minoranza) e la seduta è stata aggiornata alle 14.30.

(immagini tv)

(segue)