Capigruppo incontrano sindacati edili su crisi settore
(ACON) Trieste, 27 nov - AB - Nel giorno in cui i lavoratori
delle costruzioni unitariamente hanno deciso di mobilitarsi a
livello nazionale per chiedere risposte concrete per un settore
che sta lentamente morendo, i rappresentanti sindacali di
categoria FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL sono stati
ricevuti dai capigruppo in Consiglio regionale, ai quali hanno
esposto la situazione e i punti che compongono la piattaforma
delle richieste per il rilancio del settore, nel segno della
qualità dell'impresa, della regolarità del lavoro, della
legalità, della sostenibilità.
La spirale negativa che attanaglia l'edilizia sembra essere senza
fine - hanno detto - e continua la perdita di posti di lavoro,
800.000 negli ultimi 6/7 anni. In Friuli Venezia Giulia gli
occupati iscritti alle casse edili erano 18.000, oggi sono 9.000
e, di questi, almeno 1500/2000 sono in cassa integrazione.
Chiediamo quindi l'attenzione della politica, nazionale e
regionale, affinché si facciano norme non che favoriscano
l'utilizzo di nuovo suolo, ma che incentivino le ristrutturazioni
del patrimonio immobiliare esistente. L'unico settore che può
ancora dare respiro è proprio questo. La riqualificazione
energetica, ad esempio, è sostenuta da leggi che danno al privato
cittadino la possibilità di investire per migliorare la qualità
abitativa.
Ma bisogna metter mano anche ad altre questioni, come gli
appalti: occorre ridurre il ricorso a procedure straordinarie,
agli affidamenti al massimo ribasso, diminuire il numero delle
stazioni appaltanti, migliorare la progettazione e limitare il
ricorso alle varianti, rafforzare il principio della
responsabilità solidale. Oggi un'impresa, se vuole rispettare le
regole, non potrà mai e poi mai aggiudicarsi un appalto pubblico,
perché non sarà poi in grado di rispettare le norme sulla
sicurezza sul lavoro, sull'esclusione del lavoro nero, sul
pagamento di stipendi e contributi regolari.
Occorre inoltre modificare la riforma Fornero delle pensioni, che
ha prodotto un impatto devastante nel settore delle costruzioni:
sulle impalcature fino a 67 anni non si vive.
E in Friuli Venezia Giulia, hanno concluso, va messo in evidenza
che la crisi industriale ha toccato centinaia di microaziende,
che stanno chiudendo i battenti senza il clamore che può invece
fare la chiusura di una grande azienda. Ma i numeri, alla fine,
sono gli stressi e bisogna mettere un freno a questa emorragia
occupazionale continua.
In definitiva, servono soprattutto provvedimenti normativi che
possano stimolare il mercato dell'edilizia ed è per questo che si
chiede il coinvolgimento del legislatore, a tutti i livelli.
(immagini tv)