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Capigruppo incontrano sindacati edili su crisi settore

27.11.2014
12:55
(ACON) Trieste, 27 nov - AB - Nel giorno in cui i lavoratori delle costruzioni unitariamente hanno deciso di mobilitarsi a livello nazionale per chiedere risposte concrete per un settore che sta lentamente morendo, i rappresentanti sindacali di categoria FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL sono stati ricevuti dai capigruppo in Consiglio regionale, ai quali hanno esposto la situazione e i punti che compongono la piattaforma delle richieste per il rilancio del settore, nel segno della qualità dell'impresa, della regolarità del lavoro, della legalità, della sostenibilità.

La spirale negativa che attanaglia l'edilizia sembra essere senza fine - hanno detto - e continua la perdita di posti di lavoro, 800.000 negli ultimi 6/7 anni. In Friuli Venezia Giulia gli occupati iscritti alle casse edili erano 18.000, oggi sono 9.000 e, di questi, almeno 1500/2000 sono in cassa integrazione.

Chiediamo quindi l'attenzione della politica, nazionale e regionale, affinché si facciano norme non che favoriscano l'utilizzo di nuovo suolo, ma che incentivino le ristrutturazioni del patrimonio immobiliare esistente. L'unico settore che può ancora dare respiro è proprio questo. La riqualificazione energetica, ad esempio, è sostenuta da leggi che danno al privato cittadino la possibilità di investire per migliorare la qualità abitativa.

Ma bisogna metter mano anche ad altre questioni, come gli appalti: occorre ridurre il ricorso a procedure straordinarie, agli affidamenti al massimo ribasso, diminuire il numero delle stazioni appaltanti, migliorare la progettazione e limitare il ricorso alle varianti, rafforzare il principio della responsabilità solidale. Oggi un'impresa, se vuole rispettare le regole, non potrà mai e poi mai aggiudicarsi un appalto pubblico, perché non sarà poi in grado di rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro, sull'esclusione del lavoro nero, sul pagamento di stipendi e contributi regolari.

Occorre inoltre modificare la riforma Fornero delle pensioni, che ha prodotto un impatto devastante nel settore delle costruzioni: sulle impalcature fino a 67 anni non si vive.

E in Friuli Venezia Giulia, hanno concluso, va messo in evidenza che la crisi industriale ha toccato centinaia di microaziende, che stanno chiudendo i battenti senza il clamore che può invece fare la chiusura di una grande azienda. Ma i numeri, alla fine, sono gli stressi e bisogna mettere un freno a questa emorragia occupazionale continua.

In definitiva, servono soprattutto provvedimenti normativi che possano stimolare il mercato dell'edilizia ed è per questo che si chiede il coinvolgimento del legislatore, a tutti i livelli.

(immagini tv)