Citt: taglio vitalizi ex consiglieri va affrontato senza demagogia
(ACON) Trieste, 11 dic - COM/AB - "Il taglio dei vitalizi degli
ex consiglieri regionali è una questione seria che va affrontata
senza demagogia, senza farsi trascinare da un populismo di
facciata che punta più al ritorno mediatico che alla sostanza".
Non usa giri di parole il consigliere regionale Pietro Paviotti,
capogruppo dei Cittadini, per rispondere alla "provocazione dei
colleghi del Movimento 5 stelle, che in questa fase sembrano più
concentrati a ricercare un titolo sui giornali piuttosto che una
proposta che vada a completare quanto di buono abbiamo già fatto
in questa legislatura rispetto al tema dei privilegi legati alla
politica".
"Mi riferisco - ha sottolineato Paviotti - al fatto che non va
dimenticato che uno dei primi provvedimenti presi dall'attuale
Consiglio regionale è stata l'abolizione del vitalizio a partire
già dalla legislatura in corso. Un sistema che aveva profili di
non accettabile privilegio. I nodi da risolvere, dunque, si
riferiscono al passato, ma se davvero vogliamo ottenere un
risultato, evitando che la magistratura sia chiamata in causa dai
probabili ricorsi di ex consiglieri regionali e annulli il taglio
che decideremo di applicare ai vitalizi, va trovata una soluzione
di fronte alla quale il giudice chiamato in causa non possa non
valutarne l'equilibro e il buon senso. Proporre un taglio netto
senza argomentazioni, se non quelle funzionali alla visibilità
politica, è poco serio e non troverà mai l'approvazione del
nostro movimento civico".
"Quello che ci interessa è intervenire veramente sulle due
categorie di ex consiglieri regionali ancora collegati al
vitalizio, ovvero quelli che già lo percepiscono e quelli che ne
hanno maturato il diritto secondo la vecchia normativa, ma che
ancora non ricevono l'assegno per questioni anagrafiche. La bozza
di riforma sulla quale si sta confrontando il gruppo di lavoro
trasversale alle forze politiche del Consiglio sulla riduzione
dei vitalizi si articola in vari punti: innanzitutto va innalzata
da 55 a 65 anni l'età minima per ricevere il vitalizio e allo
stesso tempo va applicata, secondo un criterio di progressività e
per i prossimi tre anni, una riduzione mensile dell'assegno. E in
che termini è presto detto: 6% se l'ammontare mensile lordo è
pari o inferiore a 1.500 euro; 9% se l'ammontare mensile lordo è
superiore a 1.500 euro e sino a 3.500 euro; 12% se l'ammontare
mensile lordo è superiore a 3.500 euro e sino a 6.000 euro; 15%
se l'ammontare mensile lordo è superiore a 6.000 euro. Le
percentuali di riduzione previste sono maggiorate del 40% se il
beneficiario dell'assegno percepisce un altro assegno vitalizio
erogato dal Parlamento europeo o da quello italiano".
"Ma c'è di più. I Cittadini hanno proposto altre due ulteriori
decurtazioni dei vitalizi: la prima legata all'età anagrafica di
chi già percepisce l'assegno (più si è lontani dalla nuova età
minima dei 65 anni è più aumenta la percentuale del taglio da
applicare, chiedendo così un maggiore contributo di solidarietà a
quegli ex consiglieri poco più che cinquantenni che oggi
usufruiscono del vitalizio), la seconda legata a qualsiasi
eventuale incarico pubblico retribuito, incrementando così il
taglio aggiuntivo già previsto per il cumulo di assegni
vitalizi".
"Esiste infine - ha concluso Paviotti - il problema della
cosiddetta reversibilità dell'assegno, rispetto alla quale il
nostro movimento ha un importante correttivo: premesso che le
pensioni di reversibilità subiranno una decurtazione per effetto
del taglio sull'assegno base così come per tutti gli ex
consiglieri ancora in vita, va prevista l'abolizione degli
assegni oggi a favore dei figli e dei coniugi more uxorio. Per
quanto riguarda quest'ultimo caso, almeno fino a quando la legge
nazionale non regolamenterà adeguatamente le convivenze".