Consiglio regionale per Mandela: presidente Serracchiani (3)
(ACON) Trieste, 12 dic - AB - È un sentimento di gioia quello
espresso dalla presidente della Regione Debora Serracchiani per
avere l'occasione di ricordare un grande uomo e al contempo
l'affacciarsi di una nuova e compiuta democrazia tra le Nazioni.
Se questo accade - ha affermato - lo dobbiamo a Nelson Mandela,
al padre del nuovo Sudafrica.
Dopo aver ricordato come da un incontro di pochi mesi fa con il
console generale Molobi nacque l'idea di organizzare questo
evento, riservando un ruolo speciale alla nostra regione
nell'ambito dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario
della liberazione, la presidente della Regione ha messo in
evidenza come Sudafrica e Friuli Venezia Giulia, terre lontane e
molto diverse, siamo comunque in grado di riconoscere i fili che
le uniscono e che rendono questo rapporto vivace e proficuo.
Molto volentieri ricordo anch'io le comunità dei corregionali che
vivono e operano in Sudafrica, e che si dimostrano ancora una
volta un fattore importante di collegamento fra la terra
d'origine e quella che per molti è la nuova madrepatria.
Ribadisco - così Serracchiani - che l'impegno
dell'Amministrazione regionale va con fermezza nella direzione di
mantenere e rafforzare questi legami. Sono convinta che ispirarsi
ai principi della collaborazione, della cooperazione e, se
possibile, anche dell'amicizia, sia alla base della buona
politica, quella che ha praticato e insegnato in modo così
esemplare proprio il presidente Mandela.
Nel discorso di insediamento pronunciato il 10 maggio 1994 - ha
ricordato - Mandela affermò che "nessuno di noi da solo può
farcela e avere successo". Questo concetto, semplice da formulare
ma difficilissimo da mettere in pratica, ha un valore
imprescindibile ancora oggi, soprattutto di fronte alle sfide che
ci troviamo a dover sostenere per superare le criticità che
derivano dal processo di globalizzazione.
La crescente complessità indotta dai processi di globalizzazione
impone ai sistemi locali regionali una forte attenzione su alcuni
temi di rilevanza fondamentale per la competitività dei
territori: innovazione tecnologica, ricerca e formazione
professionale e, ovviamente, internazionalizzazione.
In quest'ottica guardiamo al Sudafrica come a un giovane Paese
dalle potenzialità enormi, che probabilmente devono ancora
dispiegarsi con compiutezza per esprimersi appieno sullo scenario
occupato dalle potenze globali.
Il Friuli Venezia Giulia, consapevole delle sue dimensioni ma
anche di un patrimonio secolare e di un'attitudine
all'innovazione che continuiamo ad affinare, può offrire un suo
contributo specifico a questo processo di sviluppo. Il
presupposto indispensabile - ha affermato - per porre in essere
le azioni che conducono a un reciproco e solidale percorso di
crescita è la stabilità, sotto tutti i punti di vista: politico,
economico e sociale.
Un fatto questo che venti anni fa era ben chiaro anche al
presidente Mandela, quando osservò che "
l'umore cambia una
nazione come il clima cambia le stagioni".
Non vi è dubbio infatti che il rapporto tra cittadini e politica
è cambiato radicalmente da quello straordinario discorso a oggi e
ha subito momenti di complessa evoluzione. Soltanto i risultati
delle azioni di governo possono convincere che votare, scegliere,
partecipare, ha un senso. Soltanto una politica concreta,
trasparente e che sa ascoltare può ridare fiducia ai cittadini e,
al tempo stesso, può rafforzare un sistema democratico che non è
un dato di fatto scontato ma una conquista continua.
Va rilevato che i processi della democrazia, della partecipazione
e dei diritti non sempre si muovono al ritmo
dell'industrializzazione e dello sviluppo economico. Basta
guardare alle parabole compiute in pochi anni da quei Paesi
considerati fino a poco tempo fa emergenti: essi hanno
polarizzato l'interesse economico, finanziario e politico di
altre nazioni in vari quadranti del pianeta.
Pure, in questo sviluppo tumultuoso, ci sono situazioni che
impressionano per il divario esistente tra crescita del PIL e
crescita dei diritti individuali e collettivi. Il Sudafrica, in
questo, rappresenta un esempio di come la strada non sia mai
segnata una volta per tutte, e che effettivamente il risveglio
delle coscienze può incidere sul destino dei popoli. E il
Sudafrica e l'Italia si guardano come a partner di livello, non
solo sul piano dello scambio commerciale.
Mandela - ha evidenziato la presidente - sosteneva pure che non
esiste nessuna strada facile per la libertà e i diritti, e di
questo siamo consapevoli. Per molto tempo noi stessi abbiamo
accettato disuguaglianze intollerabili e credo sia giunto il
momento di lavorare insieme per cambiare radicalmente il sistema
anche qui, in Italia e in Europa, seguendo il percorso faticoso
ma inestimabile fatto dal Premio Nobel che oggi ricordiamo in
questa cerimonia.
Perché i diritti civili, le grandi idee per cui Nelson Mandela si
è battuto e ha vinto devono trovare altre gambe su cui continuare
a camminare. E' una sfida cui la politica non può sfuggire.
La presidente Serracchiani ha concluso il suo intervento
consegnando al console generale Molobi questo messaggio da parte
della comunità del Friuli Venezia Giulia: vorrei che dicesse alla
sua Rainbow Nation che qui ha trovato gente abituata a vivere
nella diversità di origini e di lingue, aperta al nuovo e custode
del buono. Abbiamo conosciuto troppe guerre per non amare
incondizionatamente la pace. Leggendo uno dei maggiori scrittori
italiani viventi, Claudio Magris, ho conosciuto la più bella
definizione del multiculturalismo, data da uno scrittore nero
delle Antille, Eduard Glissant, che disse: "le radici non devono
sprofondarsi nel buio atavico dell'origine, bensì allargarsi in
superficie come rami di una pianta, sino a incontrare altri rami
di altre piante e a stringerli come mani". Sono per me le mani
raffigurate nel mosaico composto dalla Scuola di Spilimbergo, che
la Regione Friuli Venezia Giulia offre oggi in dono alla
Repubblica Sudafricana.
(foto, immagini tv)
(fine)