FI: Ziberna, no a Monfalcone deposito nazionale scorie radioattive
(ACON) Trieste, 13 gen - COM/RCM - Interrogazione di Rodolfo
Ziberna (FI) per sapere se la Giunta Serracchiani sia al corrente
delle notizie che circolano sui siti on line di alcuni
quotidiani, a detta delle quali a breve sarà individuata la
località dove realizzare il deposito nazionale delle scorie
radioattive e, tra la decina di località nel frattempo segnalate,
vi sarebbe anche Monfalcone.
Il deposito nazionale - spiega Ziberna attraverso la Sogin,
ovvero la società statale per lo smantellamento degli impianti
nucleari italiani e la gestione del rifiuti radioattivi - è una
infrastruttura ambientale di superficie (che sarà pronta, secondo
le stime, non prima del 2022 al costo di 1,2-2,5 miliardi di
euro) dove mettere in totale sicurezza (per 200-300 anni) i
rifiuti radioattivi che in Italia derivano per il 60% da impianti
nucleari smantellati o in fase di smantellamento e per il 40%
(circa 500 metri cubi/anno) da attività industriali, di medicina
nucleare e di ricerca. Il deposito consentirà la sistemazione
definitiva di circa 75.000 metri cubi di rifiuti di bassa e media
attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15.000 metri cubi di
rifiuti ad alta attività. Insieme al deposito nazionale sarà
realizzato il Parco tecnologico, un centro di ricerca aperto a
collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo
della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo
sostenibile in accordo con il territorio interessato.
Ziberna fa sapere anche che è stata creata una mappa dei
possibili siti. In essa sono state tolte le aree urbane, le zone
sismiche, le aree protette, le lagune, le zone presso dighe e
altre infrastrutture, le aree franose o alluvionali. Restano
quelle comprese tra 20 e 700 metri di quota e che si trovano a
oltre 5 chilometri dalle coste, quelle più lontane di 1.000 metri
da ferrovie, autostrade e strade di grande circolazione. In
pratica, restano un centinaio di aree in una dozzina di regioni.
Dunque - precisa Ziberna - stando a questi limiti Monfalcone deve
essere tassativamente esclusa per la vicinanza alla costa,
all'autostrada, alla ferrovia e alla zona Sic. Ecco perchè ho
formulato una interrogazione con cui chiedo se la Giunta sappia
di tali notizie e se siano vere.
Inoltre - aggiunge l'esponente di FI - ho chiesto se non
ritengano che Monfalcone abbia già pagato un prezzo molto salato,
in termini di salute, a causa dell'amianto e degli inquinamenti
prodotti dagli insediamenti industriali; quali azioni intendano
adottare per non celare ai cittadini argomenti di così grande
rilievo; se non credano che Monfalcone abbia diritto ad avere
finalmente certezze nello svolgimento dei processi (attraverso
pressioni sul competente ministro affinché doti il Tribunale e la
Procura di adeguato personale), negli indennizzi di chi è stato
privato della vita o della salute, di centri di ricerca dedicati
allo studio di queste patologie e quelle correlate.