FI: Ziberna, riforma autonomie locali frettolosa, troppe criticità
(ACON) Trieste, 31 gen - COM/AB - La legge regionale 26/2014
sul riordino del sistema Regione-Autonomie locali del Friuli
Venezia Giulia, l'ordinamento delle Unioni territoriali
intercomunali e la riallocazione di funzioni amministrative, è
stata presentata e fatta approvare da questa maggioranza al
Consiglio regionale in gran fretta per poter affermare di aver
fatto una riforma. La fretta, e non certo la qualità, ha sinora
caratterizzato l'operato di questa Giunta regionale e, come i
nostri vecchi ci ricordano, la gatta frettolosa fa i gattini
ciechi.
Ad affermarlo è il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionaale Rodolfo Ziberna che ricorda come, da relatore di
minoranza, cercò "di far emergere in via collaborativa le
numerose criticità di questa legge, ma l'ordine era quello di
fare in fretta, costi quel che costi".
"Quanti sindaci, assessori e consiglieri comunali hanno davvero
letto la legge? Quanti di essi sono consapevoli del fatto che da
domani gli amministratori dei comuni, de facto saranno spogliati
dei compiti più importanti, che invece passeranno all'Unione
territoriale o per la precisione al suo presidente? Ed altri
compiti ancora sono destinati a transitare dal comune all'Unione.
A questo punto - aggiunge Ziberna - sarebbe assai più coerente
che siano i cittadini a votare il presidente dell'Uti e non
invece le segreterie dei partiti per il tramite dei loro sindaci.
Insomma si è fermato quel processo con cui si è voluto avvicinare
l'amministrazione al cittadino, attraverso anche l'elezione
diretta dei sindaci".
"Tra le tante criticità che avevo denunciato - evidenzia - se ne
pone ora una prioritaria, legata ai confini delle Unioni
territoriali. La Giunta regionale (potere assoluto che secoli fa
possedevano solo i regnanti) deciderà come le pare e piace, con
la possibilità di disattendere ogni criterio fissato dalla legge,
sui confini territoriali delle Unioni. Il disegno di questa
Giunta regionale di sinistra era e rimane chiaro: anziché
snellire l'ente regione, trasferirne compiti, funzioni, personale
e risorse ai comuni, che sono realmente in prima fila nel fornire
i servizi ai cittadini, si è voluto invece ingrassarla ancor di
più, appesantirla, allontanare le funzioni dal cittadini,
renderne l'esercizio più lento e costoso. Del resto, soggetti
imparziali e qualificati come l'università Bocconi di Milano e la
CGIA di Mestre avevano ammonito a non percorrere questa strada
che avrebbe fatto lievitare i costi".
"La Giunta intende frantumare le quattro Province in poco meno di
una ventina di miniprovince, territorialmente troppo piccole per
gestire le loro funzioni, in modo da giustificare lo scippo della
maggior parte delle funzioni delle Provincie in capo alla
regione. Insomma, ieri come oggi, divide et impera, ovvero
separare i concorrenti per conquistare il potere, per dominare,
comandare. Insomma, per l'esercizio del mero comando e non già
per un miglior governo".
"Senza dubbio 17 o 19 miniprovince o maxicomuni per le loro
modeste dimensioni non sono in grado di assicurare economicità,
efficacia ed efficienza nell'esercizio della maggior parte delle
funzioni provinciali, ma se i confini delle Unioni territoriali
coincidessero invece con quelli delle attuali province, come
avevo proposto in sede consiliare, allora la dimensione
territoriale assicurerebbe di gestire queste funzioni bene, senza
aumento di costi e fruendo dell'esperienza già maturata dalle
Province. Inoltre, ciò consentirebbe di chiedere alla Regione di
mantenere allocate in capo alle Unioni tutte (ripeto tutte) le
funzioni oggi della Provincia".
"Pertanto le Unioni territoriali in regione potrebbero essere
quella di Trieste, quella dell'Isontino, quella di Pordenone e
quella o quelle friulane (se ritenuto opportuno; infatti, la
provincia friulana potrebbe essere divisa in Alto, Medio e Basso
Friuli). La provincia di Gorizia a maggior ragione dovrebbe
caldeggiare questa soluzione perché se già oggi essa è la
provincia che conta territorialmente, economicamente ed
elettoralmente di meno in regione, vaso di coccio tra vasi di
ferro, domani se dovessimo essere divisi in due o tre Unioni
territoriali conteremmo meno di un vaso di coccio. Non servirà
più - conclude Ziberna - andare a lamentarsi dopo aver fatto
uscire i buoi dalla stalla. Oggi siamo ancora in tempo per farlo".