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FI: Ziberna, riforma autonomie locali frettolosa, troppe criticità

31.01.2015
14:06
(ACON) Trieste, 31 gen - COM/AB - La legge regionale 26/2014 sul riordino del sistema Regione-Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia, l'ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e la riallocazione di funzioni amministrative, è stata presentata e fatta approvare da questa maggioranza al Consiglio regionale in gran fretta per poter affermare di aver fatto una riforma. La fretta, e non certo la qualità, ha sinora caratterizzato l'operato di questa Giunta regionale e, come i nostri vecchi ci ricordano, la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Ad affermarlo è il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionaale Rodolfo Ziberna che ricorda come, da relatore di minoranza, cercò "di far emergere in via collaborativa le numerose criticità di questa legge, ma l'ordine era quello di fare in fretta, costi quel che costi". "Quanti sindaci, assessori e consiglieri comunali hanno davvero letto la legge? Quanti di essi sono consapevoli del fatto che da domani gli amministratori dei comuni, de facto saranno spogliati dei compiti più importanti, che invece passeranno all'Unione territoriale o per la precisione al suo presidente? Ed altri compiti ancora sono destinati a transitare dal comune all'Unione. A questo punto - aggiunge Ziberna - sarebbe assai più coerente che siano i cittadini a votare il presidente dell'Uti e non invece le segreterie dei partiti per il tramite dei loro sindaci. Insomma si è fermato quel processo con cui si è voluto avvicinare l'amministrazione al cittadino, attraverso anche l'elezione diretta dei sindaci". "Tra le tante criticità che avevo denunciato - evidenzia - se ne pone ora una prioritaria, legata ai confini delle Unioni territoriali. La Giunta regionale (potere assoluto che secoli fa possedevano solo i regnanti) deciderà come le pare e piace, con la possibilità di disattendere ogni criterio fissato dalla legge, sui confini territoriali delle Unioni. Il disegno di questa Giunta regionale di sinistra era e rimane chiaro: anziché snellire l'ente regione, trasferirne compiti, funzioni, personale e risorse ai comuni, che sono realmente in prima fila nel fornire i servizi ai cittadini, si è voluto invece ingrassarla ancor di più, appesantirla, allontanare le funzioni dal cittadini, renderne l'esercizio più lento e costoso. Del resto, soggetti imparziali e qualificati come l'università Bocconi di Milano e la CGIA di Mestre avevano ammonito a non percorrere questa strada che avrebbe fatto lievitare i costi". "La Giunta intende frantumare le quattro Province in poco meno di una ventina di miniprovince, territorialmente troppo piccole per gestire le loro funzioni, in modo da giustificare lo scippo della maggior parte delle funzioni delle Provincie in capo alla regione. Insomma, ieri come oggi, divide et impera, ovvero separare i concorrenti per conquistare il potere, per dominare, comandare. Insomma, per l'esercizio del mero comando e non già per un miglior governo". "Senza dubbio 17 o 19 miniprovince o maxicomuni per le loro modeste dimensioni non sono in grado di assicurare economicità, efficacia ed efficienza nell'esercizio della maggior parte delle funzioni provinciali, ma se i confini delle Unioni territoriali coincidessero invece con quelli delle attuali province, come avevo proposto in sede consiliare, allora la dimensione territoriale assicurerebbe di gestire queste funzioni bene, senza aumento di costi e fruendo dell'esperienza già maturata dalle Province. Inoltre, ciò consentirebbe di chiedere alla Regione di mantenere allocate in capo alle Unioni tutte (ripeto tutte) le funzioni oggi della Provincia". "Pertanto le Unioni territoriali in regione potrebbero essere quella di Trieste, quella dell'Isontino, quella di Pordenone e quella o quelle friulane (se ritenuto opportuno; infatti, la provincia friulana potrebbe essere divisa in Alto, Medio e Basso Friuli). La provincia di Gorizia a maggior ragione dovrebbe caldeggiare questa soluzione perché se già oggi essa è la provincia che conta territorialmente, economicamente ed elettoralmente di meno in regione, vaso di coccio tra vasi di ferro, domani se dovessimo essere divisi in due o tre Unioni territoriali conteremmo meno di un vaso di coccio. Non servirà più - conclude Ziberna - andare a lamentarsi dopo aver fatto uscire i buoi dalla stalla. Oggi siamo ancora in tempo per farlo".