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CR: ddl Rilancimpresa, relatore minoranza Ciriani (4)

03.02.2015
11:49
(ACON) Trieste, 3 feb - MPB - Un provvedimento di buoni principi e obiettivi, ma generico. Questo il giudizio di Luca Ciriani (FdI/AN) secondo relatore di minoranza, che ha inoltre sottolineato come al di là delle dichiarazioni enfatiche si tratti di una dettagliata riscrittura di aggiornamento e di coordinamento di principi di politica industriale ed economica già contenuti in molte norme o regolamenti esistenti. Avremmo preferito affermazioni meno generiche nelle parti che vorrebbero essere innovative (contratti di insediamento, zone a burocrazia zero): non si comprende in che cosa e come l'articolato proposto migliori e velocizzi ad esempio gli strumenti esistenti dello sportello unico e dell'accordo di programma. La realtà è che ancor oggi il fulcro delle politiche anticrisi è rappresentato dalla legge regionale 11 del 2009, che mise a disposizione oltre 400 milioni di euro in fondi di rotazione grazie ai quali migliaia di imprese hanno potuto trovare aiuto per l'accesso e la gestione del credito.

Così Ciriani si è soffermato su IRAP, riforma dei consorzi industriali, delocalizzazione e ASDI. Per battere i mali dell'accesso al credito, delle tasse e della burocrazia noi - ha precisato - avevamo pensato alla riduzione dell'IRAP quale perno centrale di una proposta alternativa di politica industriale innovativa, radicale e straordinaria, per contrastare questa seconda ondata di recessione. Il taglio dell'IRAP - tassa ingiusta e punitiva - purtroppo si è ridotto a un intervento marginale di circa 6 milioni di euro a fronte degli oltre 400 che ogni anno la Regione incassa e che sono concentrati su poche aziende: va abbassata se si vuole aiutare le imprese ad assumere e a essere competitive. Un taglio forte rilancerebbe la nostra specialità attraverso la fiscalità di vantaggio, e sarebbe facile da comunicare, da comprendere, da utilizzare.

Nel ddl poi - ha lamentato il relatore - non vi è nemmeno traccia di interventi sull'Irpef a favore dei lavoratori.

Siamo favorevoli agli interventi di 20 milioni di euro per il settore del bianco e dell'elettrodomestico e per affrontare la questione di Servola, ma ci paiono interventi difensivi. Temiamo poi che la riforma dei consorzi industriali non inciderà sui problemi industriali, mentre la fusione rischia di costare tanto e di portare pochi vantaggi. Così pure nutriamo molti dubbi sulla capacità dei consorzi di trasformarsi in agenzie di proposta industriale e sviluppo - ha aggiunto Ciriani invitando a non concentrare solo nei consorzi l'efficacia delle norme, che così rischiano di indebolirsi ulteriormente.

Per quanto riguarda la lotta alla delocalizzazione, i vincoli temporali vanno allungati e andrebbero armonizzati con i vincoli di destinazione affinchè abbiano efficacia e agiscano da deterrente a furbizie e speculazioni.

Infine, la privatizzazione delle ASDI equivale alla loro cancellazione dal numero degli strumenti regionali, la loro sopravvivenza appare precaria e a questo punto forse inutile. Meglio quindi cancellarle.

(immagini tv)

(segue)