CR: ddl Rilancimpresa, relatore minoranza Ciriani (4)
(ACON) Trieste, 3 feb - MPB - Un provvedimento di buoni
principi e obiettivi, ma generico. Questo il giudizio di Luca
Ciriani (FdI/AN) secondo relatore di minoranza, che ha inoltre
sottolineato come al di là delle dichiarazioni enfatiche si
tratti di una dettagliata riscrittura di aggiornamento e di
coordinamento di principi di politica industriale ed economica
già contenuti in molte norme o regolamenti esistenti. Avremmo
preferito affermazioni meno generiche nelle parti che vorrebbero
essere innovative (contratti di insediamento, zone a burocrazia
zero): non si comprende in che cosa e come l'articolato proposto
migliori e velocizzi ad esempio gli strumenti esistenti dello
sportello unico e dell'accordo di programma. La realtà è che
ancor oggi il fulcro delle politiche anticrisi è rappresentato
dalla legge regionale 11 del 2009, che mise a disposizione oltre
400 milioni di euro in fondi di rotazione grazie ai quali
migliaia di imprese hanno potuto trovare aiuto per l'accesso e la
gestione del credito.
Così Ciriani si è soffermato su IRAP, riforma dei consorzi
industriali, delocalizzazione e ASDI. Per battere i mali
dell'accesso al credito, delle tasse e della burocrazia noi - ha
precisato - avevamo pensato alla riduzione dell'IRAP quale perno
centrale di una proposta alternativa di politica industriale
innovativa, radicale e straordinaria, per contrastare questa
seconda ondata di recessione. Il taglio dell'IRAP - tassa
ingiusta e punitiva - purtroppo si è ridotto a un intervento
marginale di circa 6 milioni di euro a fronte degli oltre 400 che
ogni anno la Regione incassa e che sono concentrati su poche
aziende: va abbassata se si vuole aiutare le imprese ad assumere
e a essere competitive. Un taglio forte rilancerebbe la nostra
specialità attraverso la fiscalità di vantaggio, e sarebbe facile
da comunicare, da comprendere, da utilizzare.
Nel ddl poi - ha lamentato il relatore - non vi è nemmeno traccia
di interventi sull'Irpef a favore dei lavoratori.
Siamo favorevoli agli interventi di 20 milioni di euro per il
settore del bianco e dell'elettrodomestico e per affrontare la
questione di Servola, ma ci paiono interventi difensivi.
Temiamo poi che la riforma dei consorzi industriali non inciderà
sui problemi industriali, mentre la fusione rischia di costare
tanto e di portare pochi vantaggi. Così pure nutriamo molti dubbi
sulla capacità dei consorzi di trasformarsi in agenzie di
proposta industriale e sviluppo - ha aggiunto Ciriani invitando a
non concentrare solo nei consorzi l'efficacia delle norme, che
così rischiano di indebolirsi ulteriormente.
Per quanto riguarda la lotta alla delocalizzazione, i vincoli
temporali vanno allungati e andrebbero armonizzati con i vincoli
di destinazione affinchè abbiano efficacia e agiscano da
deterrente a furbizie e speculazioni.
Infine, la privatizzazione delle ASDI equivale alla loro
cancellazione dal numero degli strumenti regionali, la loro
sopravvivenza appare precaria e a questo punto forse inutile.
Meglio quindi cancellarle.
(immagini tv)
(segue)