Citt: Gregoris, delocalizzazione, non convincono gli allarmismi
(ACON) Trieste, 3 feb - COM/MPB - Nella discussione sul disegno
di legge RilancimpreseFVG, la riforma delle politiche industriali
della regione, è intervenuto Gino Gregoris, consigliere del
gruppo dei Cittadini che sul provvedimento, assieme al resto
della maggioranza, ha lavorato nelle settimane scorse in
Commissione.
"Ci troviamo - ha spiegato il rappresentante dei Civici - in una
situazione economica di grande difficoltà che ha colpito
duramente le famiglie, ma anche le imprese del Friuli Venezia
Giulia. L'intenzione di questa nuova legge è di offrire un
contributo concreto a fronte di una crisi generale e ampia,
quella, per usare una metafora, di riportare in linea di
galleggiamento la "barca". E per farlo non abbiamo scelto la
strada dell'improvvisazione né, tantomeno, si è perso tempo
prezioso come qualcuno ci ha accusato. Seppur legittime, trovo
ingenerose le critiche sollevate da una parte dell'opposizione
perché la norma che ci apprestiamo ad approvare è nata sulla base
di tanti utili confronti con chi rappresenta il tessuto economico
della nostra regione e ne conosce bene necessità e aspettative.
"Nell'affrontare la crisi anche in questo settore - ha
sottolineato Gregoris - non ci sono stati ritardi: ci siamo
insediati meno di due anni fa e da allora abbiamo sempre prestato
molta attenzione alle esigenze delle imprese come del resto
testimonia la scelta di dedicare quasi tutto l'extra-gettito a
questo settore. Oggi, dunque, siamo pronti a ribadire il nostro
impegno e, soprattutto, a dare nuove, concrete risposte con una
legge seria e ben strutturata. E che noi sia stato semplice lo si
intuisce dal fatto che ad aspettarci non abbiamo trovato nessuna
norma simile approvata da chi ci ha preceduto pur avendo avuto a
disposizione molto più tempo di noi.
"Mi convincono poco - ha aggiunto Gregoris - anche gli allarmismi
sulla presunta fuga delle nostre imprese oltre confine verso
chissà quali paradisi fiscali. La delocalizzazione indubbiamente
c'è stata, ma ho l'impressione che ognuno racconti questa storia
come meglio gli conviene. Sinceramente non capisco perché se in
Italia, o in Friuli Venezia Giulia senza andare troppo lontano,
la Regione cerca di dare una mano a un'azienda in difficoltà lo
fa correndo il rischio di finire nei "vietatissimi" aiuti di
Stato, in Austria piuttosto che in Slovenia pare si possa
elargire denaro pubblico a fondo perduto per le imprese di casa
nostra disposte a trasferirsi da loro. In realtà il tessuto
produttivo del Friuli Venezia Giulia è ancora qui da noi e si
aspetta che la Regione, in questa fase particolarmente difficile,
faccia la sua parte. Quella parte - ha concluso Gregoris - che la
nuova legge garantirà a una classe imprenditoriale chiamata non
più solo a sopravvivere ma anche a rispondere al buio di una
crisi che sembra non dover finire mai".