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AR: Revelant, va rivista la riforma degli enti locali

16.02.2015
13:07
(ACON) Trieste, 16 feb - COM/AB - "Ora che sindaci e amministratori comunali toccano con mano la riforma degli enti locali, vengono al pettine tutti i nodi che avevamo preventivamente segnalato alla maggioranza." A intervenire è il consigliere regionale di Autonomia Responsabile, Roberto Revelant, che in più occasioni ha denunciato l'inadeguatezza della riforma e la mancanza di una valutazione puntuale sulle ricadute economiche della stessa. "Dopo la drammatica perimetrazione delle aziende sanitarie non ci si poteva aspettare una proposta migliore sui confini delle UTI, se non che la prima è stata imposta mentre la seconda viene proposta dalla Giunta, e peggio ancora è accaduto con la riorganizzazione dei consorzi industriali dove le opzioni scritte in legge sono multiple. Se il buon giorno si vede dal mattino, con il primo atto legato ai perimetri, ne vedremo delle belle sulle funzioni attribuite alle UTI, alla Regione e ciò che resta delle Provincie, ma la Giunta Serracchiani è sorda alle nostre proposte, arroccandosi nel pensiero unico". "Sindaci e amministratori amici della Giunta Serracchiani alzino la testa e difendano le proprie comunità non lasciando soli i colleghi sindaci solo perché provenienti da un'altra area politica. Il problema - continua Revelant - è comune e non politico, generato dall'inadeguatezza di riforme che vengono avanti più per necessità di calendarizzazione che nel merito dei contenuti". "La proposta Panontin, soprattutto per l'Alto Friuli-Collinare è lontana da un'adeguata soluzione che dia una risposta all'omogeneità territoriale e alle problematiche a esse connesse, e più volte avevo evidenziato la necessità di rendere più elastica la riforma per questi territori molto ampi sebbene con una popolazione limitata. Le leggi si fanno ma possono essere anche cambiate, e non credo sia un dramma farlo anche stavolta, prima che le ricadute negative diventino diffuse, devastanti e irrecuperabili". "La Giunta prenda atto delle richieste che vengono dai territori, dalla Val Canale-Canal del Ferro al Gemonese, senza guardare alle vecchie Comunità montane o collinari. I servizi si possono riorganizzare perché legati all'amministrazione, ciò che non si può invece cancellare è il tessuto sociale, culturale ed economico, gli aspetti ambientali e paesaggistici, i collegamenti e i trasporti, l'istruzione, il commercio e i sistemi produttivi. Questa è la storia per esempio del mandamento del gemonese che unisce le comunità di Gemona a Osoppo e Buia." "Il legame tecnico nell'erogazione di servizi che colloca Osoppo e Buja all'interno della Comunità collinare si possa tranquillamente riorganizzare in un momento di grandi cambiamenti come questo in una nuova UTI del gemonese e che auspicabilmente potrebbe diventare, come proposto dal sindaco Urbani, un tutt'uno con la collinare e il tarcentino, dove quest'ultimo potrebbe anche valutare una scissione superando anche i limiti delle aziende sanitarie, perché nulla vieta eventualmente di apportare correttivi anche a quelli considerata la recente entrata in vigore". "L'invito - conclude Revelant - va pertanto soprattutto alle amministrazioni di Buia e Osoppo, ma anche a Magnano in Riviera e Tarcento, a riflettere sull'opportunità o meno di aderire a UTI che vedrebbero le loro comunità poste ai margini di un'area che si sta spostando sempre più a sud da una parte verso Codroipo e dall'altra verso Udine, dove è inutile negarlo, avrebbero un peso inferiore rispetto a un'unione pedemontana."