News


Citt: Gregoris, no una sola Unione dei Comuni per il Pordenonese

25.02.2015
15:10
(ACON) Trieste, 25 feb - COM/AB - L'ipotesi di una sola Unione dei Comuni per il Pordenonese, al centro del dibattito politico e istituzionale nella Destra Tagliamento, trova la netta contrarietà dei Cittadini.

Il consigliere regionale Gino Gregoris, che coordina anche il direttivo provinciale del movimento civico, formato da Annalisa Boccalon (Azzano Decimo), Federica Brazzafolli (San Vito al Tagliamento), Piero Colussi (Cordenons), Andrea Gaspardo (Maniago), Gianni Segalla (Cordenons) e Bruno Tassan Chiaret (Aviano), assieme a numerosi associati del territorio, si sono schierati apertamente in difesa della legge di riordino del sistema Regione-Autonomie locali "approvata in Regione dopo un lungo lavoro di ascolto e di condivisione".

Ai civici non piace affatto l'ipotesi di mettere da parte la proposta della Giunta regionale (cinque Unioni fra Comuni della Provincia di Pordenone), sostituendola con un unico contenitore, così come vorrebbero alcuni.

"Il punto di partenza per la perimetrazione delle nuove Unioni - ha spiegato Gregoris - è e resta quello già individuato per la gestione associata dei servizi sociali. Sono perimetri abbastanza ampi per fare una buona programmazione, ma non tanto estesi da allontanare i cittadini dai centri di decisione. In questo schema si possono avanzare proposte di modifica, ma stravolgere completamente il senso della riforma non è pensabile. Il Consiglio regionale ha chiesto e ottenuto, con un ordine del giorno accettato dalla Giunta, che quei perimetri fossero la regola da seguire. Che a questa regola ci possano essere delle eccezioni è la legge stessa a prevederlo, ma devono essere, appunto, eccezioni".

I sindaci sono perfettamente consapevoli di dover arrivare a una gestione dei loro territori in forma associata. La necessità di programmare meglio le politiche di sviluppo economico, sociale, urbanistico e culturale, offrendo servizi migliori ai cittadini, rendono ineludibile un percorso di aggregazione. "Stupisce - ha sottolineato Gino Gregoris - leggere tante polemiche e tante idee diverse, quasi che un anno di un importante e serio lavoro preparatorio fatto dall'assessore Panontin (dei Cittadini) e da molti consiglieri regionali (che hanno incontrato, discusso, spiegato, raccolto idee, migliorando la proposta) sia stato un lavoro inutile. Non è così. Quella che abbiamo approvato è un'ottima legge, che ha ottenuto il giudizio favorevole di importanti costituzionalisti, il parere positivo dell'ANCI, un largo consenso tra gli amministratori locali e il voto ampiamente favorevole del Consiglio regionale".

"Sbaglia chi sceglie di fare battaglia politica (o meglio, partitica) su questo tema. La partita politica, quella seria e utile alla comunità, si è svolta nel 2014 ed è sfociata in un voto favorevole. Atteniamoci a quel risultato perché è l'unico che conta e perché è un buon risultato, utile alla nostra regione e ai nostri cittadini. Ed è in errore anche chi pensa oggi solo alla dimensione delle nuove Unioni immaginando che chi sarà più grande avrà maggiore potere. Questa riforma non serve a determinare rapporti di forza o una sorta di classifica tra territori grandi e piccoli. Si tratta di una visione provinciale e di retroguardia. Questa riforma punta a migliorare le capacità degli Enti locali di fare programmazione e di dare servizi e la dimensione delle Unioni comunali nasce invece da caratteristiche di omogeneità storiche culturali e geografiche".

"Quanto al Pordenonese, nello specifico, cinque Unioni forti possono diventare un elemento determinante per il rilancio del territorio. È evidente come la provincia della Destra Tagliamento, essendo da sempre vocata alla produzione e, in particolare, al manifatturiero, stia vivendo una situazione di grande difficoltà nella crisi recessiva di oggi. A livello regionale è il territorio meno assistito da strumenti di economia e finanza regionali e, in questo senso, è opportuno che la Regione intervenga subito per un riequilibrio delle risorse distribuite. Pordenone ha sempre avuto meno, ha sempre chiesto meno degli altri e non è più tollerabile. L'Università, per esempio, è un'istituzione alla quale non possiamo rinunciare: bisogna avere il coraggio di andare verso l'Università del Friuli Venezia Giulia, superando una volta per tutte il dualismo fra Trieste e Udine, tutto a discapito degli altri territori regionali. I Cittadini - ha concluso Gregoris - continueranno a proporre e sostenere riforme capaci di cambiare il volto e la mentalità di un territorio che fa parte di una regione moderna e al passo con i tempi".