III Comm: misure per contrastare la povertà, udienze conoscitive
(ACON) Trieste, 25 feb - MPB - Giornata interamente dedicata
alle udienze conoscitive per la III Commissione del Consiglio
regionale - presidente Franco Rotelli (Pd) - sul tema
dell'adozione di nuove misure per contrastare la povertà con
numerosi soggetti in rappresentanza sia di istituzioni che della
società civile, compresi istituti di ricerca e mondo del
volontariato.
Iniziativa definita opportuna da molti degli intervenuti, proprio
in quanto attuata non su un testo già elaborato ma in vista di
nuove norme. Per altri l'udienza è stata l'occasione per portare
come contributo la visione della situazione derivante dalla
specifica esperienza operativa.
Ad aprire gli interventi Federsanità-ANCI che ha sottolineato
l'importanza sul piano gestionale di mettere in rete tutte le
agenzie che si occupano a diversi livelli di povertà e di puntare
a misure di sostegno a favore dell'inserimento lavorativo e
dell'inclusione sociale.
Le famiglie con presenze di disabilità corrono maggiori rischi di
scivolare nella povertà (21-25% contro il 14-18%): la
sottolineatura è venuta dalla Consulta regionale delle
associazioni dei disabili, che ha chiesto che nella definizione
dei criteri di valutazione e nella declinazione dei provvedimenti
si tenga conto che la disabilità è generatrice di povertà.
Un invito a tener presente nella definizione delle politiche del
lavoro e del welfare che in FVG il 10% della popolazione totale è
a rischio povertà ed esclusione sociale è venuto dal mondo
sindacale. Diverse le sigle intervenute con le segreterie
regionali (Cisl, Uil, Cgil, sindacati autonomi, Capla) che hanno
evidenziato l'importanza di dare definizione della povertà -
assoluta, relativa, materiale, conseguente a basse possibilità di
lavoro e di relazioni sociali - riconoscendo che a correre i
maggiori rischi sono donne, stranieri, persone sole, specie se
con figli e se con problemi di salute. La Regione dovrebbe
puntare di più sui servizi che all'erogazione di denaro e
adottare una rigorosa valutazione di impatto; e poi, porre
attenzione agli anziani; ma anche mappare la situazione delle
povertà, degli interventi, di tutto ciò che ha a che fare con
l'area sociosanitaria. Importante è anche un'attenzione graduata
e progressiva per evitare esiti discriminatori, tra chi beneficia
degli interventi e chi magari per poco rimane escluso.
Conferma che i rischi di povertà si aggravino nei casi di
solitudine - famiglie unicellulari, e di anzianità avanzata - è
venuta anche dalla voce dei coordinatori sociosanitari di Aziende
per l'assistenza sanitaria (in particolare della ASS 1-TS) con la
sottolineatura delle diseguaglianze socioeconomiche presenti
nella salute pubblica.
Dagli ambiti distrettuali - rappresentati da quello di Sacile -
un'ampia analisi della situazione e alcuni spunti propositivi:
parte dal lavoro quotidiano è teso a evitare che le situazioni si
deteriorino e si cronicizzino, ma occorre evitare che gli
interventi siano frammentati, settoriali e dispersivi. Per
recuperare efficienza e andare incontro al cittadino bisogna
ristrutturare l'offerta, mettere in campo con i Comuni una
strategia di contrasto alla poverttà e all'impoverimento, dove
utile è anche la classificazione dei poveri-quasi poveri, poveri
che entrano ed escono nel quadro di povertà, poveri lo sono ma
non lo percepiscono, o si sentano tali senza esserlo. La policy
di contrasto va rivolta al fattore umano e alla capacità delle
persone di affrontare i profili di rischio, poichè le persone
hanno capacità diverse di convertire reddito in benessere. Così,
è opportuno puntare anche alla alfabetizzazione finanziaria, alle
regole del bilancio familiare, dei mutui, dei prestiti, dei piani
pensionistici.
Per la presidente della Commissione regionale pari opportunità
Annamaria Poggioli le donne sono più svantaggiate per la maggiore
percentuale di contratti precari e part-time e di differenze
salariali. Donne più discriminate e più povere. Esperienze di
povertà diverse tra uomini e donne e per le donne sole, le madri
con figli, le pensionate e le disoccupate senza prospettive di
rientro, le disabili e in disagio psichico. Per contrastare la
crisi vanno potenziati i servizi, ma - ha aggiunto - alla Regione
chiediamo anche di contrastare il lavoro nero, ovvero grigio
regolato cioè solo a metà, puntando a inclusione e
partecipazione, incardinando le politiche sociali su quelle
dell'occupazione, sostenendo l'imprenditoria femminile.
Dal Garante dei diritti dei minori, Fabia Mellina Bares, la
preoccupazione per le diseguaglianze che toccano i minori nello
stesso territorio, spesso nel medesimo quartiere. Ciò che ci
preoccupa è la povertà in termini economici e quanto essa generi
povertà educativa e quindi produca diseguaglianza formativa e di
istruzione che sono aspetti che influenzano il futuro delle
persone. Sulla povertà educativa insiste anche Giuseppe Roveredo,
con funzioni di garanzia per le persone private della libertà
personale, che ha parlato della situazione carceraria e di
significative esperienze di formazione lavorativa attuate in
alcuni istituti di pena (esempio Padova) in grado di produrre un
guadagno pratico. Da Walter Chitti, garante dei diritti delle
persone a rischio discriminazione, un richiamo a far sì che il
reddito di garanzia sia una misura di accompagnamento, a mettere
in rete i servizi, a potenziare i centri per l'impiego della
regione, dove carenze e precarietà riguardano anche chi vi
lavora, e troppo dell'attività è ancora assorbito dalla gestione
burocratica dei servizi e molto poco rimane sul lato della
intermediazione.
Nel pomeriggio spazio appunto alle osservazioni e alle
testimonianze della società, dalle Acli alle Caritas diocesane,
dal Forum del terzo settore, a Cittadinanzattiva, da Lega
Coopsociali a Federconsumatori, dal Banco Alimentare alla San
Vincenzo, fino a IRES (Istituto ricerche economiche e sociali
FVG, e IRSSES (Istituto regionale per gli studi di servizio
sociale).
(immagini tv)