AR: Revelant, rivedere riforma sanità e attenzione ad aree periferiche
(ACON) Trieste, 9 mar - COM/AB - "Non serve essere medici per
capire che più di qualcosa non funziona nella sanità, e mi
convinco sempre più che meglio, molto meglio si possa e si debba
fare, perché è inaccettabile quello che sta accadendo sulla rete
dell'emergenza, sui tempi di attesa nei pronto soccorso dei
centri cittadini o per la programmazione di esami diagnostici,
solo per fare alcuni esempi".
A intervenire sul tema della sanità e a chiedere chiarezza è il
consigliere regionale di Autonomia Responsabile, Roberto
Revelant, da mesi impegnato per la salvaguardia e valorizzazione
degli ospedali periferici.
"È altrettanto inaccettabile che la Giunta Serracchiani continui
a dare la colpa a chi c'era prima, perché sono passati oltre 650
giorni dal giorno in cui la sinistra siede al Governo regionale,
e l'ambulanza tolta all'ospedale di Gemona di certo non è
responsabilità di altri. È ora di finirla di accusare sempre chi
c'è stato prima."
"Nella recente riunione della III Commissione, convocata
d'urgenza in seguito alla morte di una persona di Ponteacco,
avevo pubblicamente evidenziato che le criticità già manifestate
potevano ripresentarsi in altre aree: lo ribadisco ancora una
volta nel caso dovesse servire a far cambiare idea a chi ha il
potere di decidere".
"Mi appello una volta ancora - continua Revelant - al buon senso,
qualità oramai in via d'estinzione. C'è la necessità di rivedere
la riforma sanitaria e potenziare il pronto soccorso negli
ospedali pedemontani, diversamente da quanto invece previsto, e
ciò come unica scelta per tutelare il diritto alla salute per i
cittadini dell'Alto Friuli. Senza il nosocomio gemonese, che ha
un bacino di oltre 25.000 abitanti e attraeva una buona parte del
tarcentino, Tolmezzo in pochi anni perderà i numeri e di
conseguenza i migliori medici, come già sta accadendo,
trasformandosi in semplice presidio di montagna, e sarà l'ultimo
atto di un declino iniziato 20 anni fa".
"Non è una battaglia di campanile - conclude Revelant - ma una
lotta per la sopravvivenza. La forza di tanti è in mano al potere
di pochi, il popolo della montagna batta un colpo, ora, perché
domani potrebbe essere già troppo tardi".