I Comm: audizione pres. Mediocredito FVG, fine lavori (2)
(ACON) Trieste, 9 mar - RCM - Quale terzo punto, dopo il
contesto dell'attività bancaria e il consultivo del 2014, la
presidente di Banca Mediocredito FVG, Cristiana Compagno, ha
detto alla I Commissione consiliare della revisione del Piano
industriale 2014-2016.
Tale Piano prevede il ritorno al pareggio economico nel 2016 dopo
un percorso di profonda ristrutturazione della Banca - ha detto
la Compagno - che implica la realizzazione di importanti
iniziative strategiche, la maggior pare della quali già avviate.
I problemi di Mediocredito sono comuni a quelli del sistema
bancario nazionale, caratterizzato da un quadro economico non
favorevole, forte incremento dei crediti deteriorati e del costo
del rischio di credito, debole domanda di credito, marginalità
economica in contrazione. Il fatto che Mediocredito operi solo
con un credito a medio e lungo termine fa sì che questi aspetti,
per la nostra Banca, siano accentuati. Si tratta di elementi già
evidenziati ad aprile 2014; la sfida del Piano 2014-2016 è di
ampliare l'offerta a nuovi prodotti e servizi alle imprese per
aumentare la marginalità economica complessiva e sostenere,
perciò, anche nei periodi meno favorevoli, la redditività del
business. Ciò imporrà di intervenire su aspetti strutturali
dell'operatività e dell'offerta della Banca, perciò non sarà un
percorso né semplice né rapido.
Ambizione di Mediocredito è essere la Banca "corporate" del
Friuli Venezia Giulia, specializzandosi per erogazione di credito
finalizzato e non a condizioni di mercato, nonché per strumenti
di finanza agevolata, di gestione della finanza d'impresa, di
finanza straordinaria, di consulenza. Per sviluppare il nuovo
modello, saranno ridisegnati gli assetti e potenziate le risorse
dedicate. Mediocredito FVG intende fare ricorso a partnership
industriali (per coprire i fabbisogni tecnici e operativi) e di
mercato (per raggiungere un maggior numero di clienti), con
soggetti terzi qualificati e banche.
Luca Ciriani ha, quindi, posto una serie di quesiti molto
puntuali: bisogna capire se Mediocredito ha ancora un senso oggi,
ovvero se ha senso una banca che fa credito a lungo termine
quando le imprese non investono; se si candita a essere mediatore
di un credito diverso; se si intende ricalibrare la sua missione
e trovare nuove alleanze; se l'alleanza è con le banche locali o
con le holding; se esistono partner privilegiati; se è vero che
Fondazione CR di Trieste sta pensando di lasciare; se dopo le
varie operazioni la Regione resterà socia sopra o sotto il 50%;
se non si ritiene che i tempi di gestione dei Fondi di rotazione
siano troppo lunghi rispetto all'esigente; se la Banca utilizza
lo strumento della concessione di mini bond alle aziende.
Cristian Sergo (M5S) ha chiesto specifiche sull'ammontare delle
sofferenze e sull'utilizzo del Fondo di rotazione
dell'agricoltura, dato che al suo Gruppo sono giunte notizie di
respingimento di diverse domande.
Pietro Paviotti (Cittadini) ha voluto sapere come leggere il
trend degli aumenti dei fidi concessi alle imprese; come si
collocherà Mediocredito rispetto ai nuovi spazi finanziari che si
stanno affermando; il conto on line, aperto nel 2010, a che
tipologia di cittadini si rivolge e se si considera una
opportunità del futuro.
Renzo Tondo (AR) si è soffermato sul capire come poter erogare
sempre più denaro alle imprese e a un loro numero sempre maggiore.
Mediocredito è un istituto in convalescenza - ha affermato Peroni
in chiusura. Gli utili venivano ridistribuiti invece che essere
ricapitalizzati, perché c'erano soldi e andava bene così. Se,
invece, fossero stati ricapitalizzati, oggi non vivremmo la
difficile situazione che viviamo. Non c'è alcun nuovo ammanco,
visto che era già stato previsto, annunciato.
Peroni ha poi aggiunto che è visto con favore l'inserimento di un
partner industriale; certo che la missione della Banca deve
mutare rispetto alla originaria; i processi aggregativi,
piacciano o no, sono inevitabili. La Regione opera in un settore
di mercato, perciò le compete tutelare la Banca tutelando il
proprio patrimonio; non è obbligatorio restare in Mediocredito,
ma se si decidesse di farlo, dovrà accadere nel momento più
appropriato per tutelare il patrimonio regionale e dunque gli
interessi dei cittadini.
(fine)