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IV Comm: audizione petizioni pozzi artesiani

11.03.2015
12:19
(ACON) Trieste, 11 mar - RCM - La IV Commissione consiliare presieduta da Vittorino Boem (Pd), presente l'assessore Sara Vito, ha ascoltato i contenuti di due petizioni popolari depositate in Consiglio regionale tre mesi fa e che intendono dire no all'ex articolo 50 del Piano regionale di tutela delle acque (Prta, oggi art. 48 dopo l'approvazione della delibera giuntale n. 2641 del 30 dicembre 2014), che prevede la strozzatura dei pozzi artesiani per una portata massima d'acqua di 0,1 litri al secondo.

La prima petizione è stata presentata da Paolo De Toni in rappresentanza di 10.329 sottoscrittori, la seconda da Giampaolo Chendi per 938 cittadini. È da mesi che i primi firmatari denunciano la forte piovosità, la ricarica delle falde e l'inquinamento del suolo, tutti fattori di cui chiedono sia tenuto conto.

De Toni, che da sempre contesta le scelte della Regione in questi settori (la prima petizione in tal senso fu fatta 22 anni fa) ha accusato il comportamento della Giunta approvando un progetto di piano 15 giorni dopo la deposizione delle richieste di oltre 11.000 cittadini. Nella petizione si chiede una moratoria di 10 anni delle decisioni da parte della Regione per verificare l'andamento di ricarica delle falde a fronte dei cambiamenti climatici e delle previsioni di aumento della piovosità; verificare le politiche di prevenzione dall'inquinamento del suolo e del sottosuolo al fine di preservare la qualità dell'acqua di falda; valutare l'utilizzo dell'acqua proveniente dai pozzi artesiani ai fini irrigui; valutare l'inserimento del flusso continuo dei pozzi artesiani in una strategia di fonti energetiche rinnovabili.

Chendi aveva già avuto modo di ricordare che il Comitato per la salvaguardia dei pozzi artesiani e delle falde acquifere della Bassa Friulana e del Sanvitese nacque nel 1992, quando la Regione volle realizzare reti acquedottistiche e chiudere progressivamente le fontane, per opere che sfioravano i 30 miliardi di lire. Nella petizione da lui sostenuta si legge il no all'attuale articolo 48 del progetto di piano, ma pure la richiesta di un'unità di sub-bacino della zona che sta al di sotto della linea delle risorgive; di proteggere dalla cementificazione e dagli sbancamenti il patrimonio di acqua della Bassa Friulana sino al mare; di tener conto della localizzazione delle risorse idriche in favore della loro destinazione, e dunque attivare un risparmio idrico in industria e in agricoltura, settori dove si fa uso di acqua di falda in misura superiore rispetto all'uso familiare.

Il geologo Aldevis Tibaldi ha, poi, illustrato numerosi dati raccolti a sostegno dei sostenitori delle due petizioni e per confutare il Prta della Regione, a suo dire approntato senza aver ascoltato le persone più autorevoli e senza tener conto di fattori fondamentali come quanto si va in profondità e quanto si va verso il Veneto, ovvero di basarsi su dati inattendibili.

La discussione generale sulle due mozioni avverrà in altra data.

(immagini tv)