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Citt: Edera, deciso no al rigassificatore a Zaule (TS)

11.03.2015
15:31
(ACON) Trieste, 11 mar - COM/RCM - Un deciso no alla costruzione di un rigassificatore nel golfo di Trieste arriva dal consigliere regionale Emiliano Edera dei Cittadini, che nei prossimi giorni porterà all'attenzione dell'Aula la questione che tanto sta facendo discutere in tutto il Friuli Venezia Giulia e non soltanto nella città di Trieste.

La Regione - ha ricordato Edera - ha già cercato di far rivedere la posizione del ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare. Come ha ricordato la presidente Serracchiani, l'Autorità portuale di Trieste avrebbe dovuto presentare a una Commissione tecnica tutta una serie di analisi e di dati sugli andamenti dei traffici portuali e sulle prospettive di investimenti che, a nostro avviso, avrebbe senza ombra di dubbio indicato l'incompatibilità tra attività portuali e rigassificatore, portando il Dicastero stesso a revocare il precedente parere favorevole. Quei dati non sono stati ritenuti sufficienti.

Dalla parte della regione, il Consiglio provinciale e il Consiglio comunale di Trieste, entrambi con una mozione contraria all'insediamento del rigassificatore a Zaule.

Il tema della sicurezza - così ancora Edera - non è secondario e l'assise comunale lo ha ben sottolineato. L'Autorità portuale di Trieste deve redigere e trasmettere ai ministeri competenti (Ambiente, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti) i dati relativi ai transiti marittimi nel golfo che dimostrano il livello di conflittualità operativa e il superamento dei limiti di sicurezza che potrebbero sopravvenire se fosse realizzato il progetto della Gas Natural.

Considerate, poi, le molteplici e documentate contrarietà alla costruzione dell'impianto da parte di molti altri Comuni, della Provincia di Trieste e non ultimo del Governo della Slovenia (il rigassificatore sorgerebbe a pochi chilometri dal confine), non si può non prendere atto - aggiunge l'esponente dei Cittadini - che proseguire in questa direzione andrebbe contro la volontà di chi vive e lavora in un'area dove oggettivamente non c'è spazio per un progetto simile, specialmente in un momento così delicato per lo sviluppo del porto di Trieste.