Citt: Edera, deciso no al rigassificatore a Zaule (TS)
(ACON) Trieste, 11 mar - COM/RCM - Un deciso no alla
costruzione di un rigassificatore nel golfo di Trieste arriva dal
consigliere regionale Emiliano Edera dei Cittadini, che nei
prossimi giorni porterà all'attenzione dell'Aula la questione che
tanto sta facendo discutere in tutto il Friuli Venezia Giulia e
non soltanto nella città di Trieste.
La Regione - ha ricordato Edera - ha già cercato di far rivedere
la posizione del ministero dell'Ambiente e della Tutela del
territorio e del mare. Come ha ricordato la presidente
Serracchiani, l'Autorità portuale di Trieste avrebbe dovuto
presentare a una Commissione tecnica tutta una serie di analisi e
di dati sugli andamenti dei traffici portuali e sulle prospettive
di investimenti che, a nostro avviso, avrebbe senza ombra di
dubbio indicato l'incompatibilità tra attività portuali e
rigassificatore, portando il Dicastero stesso a revocare il
precedente parere favorevole. Quei dati non sono stati ritenuti
sufficienti.
Dalla parte della regione, il Consiglio provinciale e il
Consiglio comunale di Trieste, entrambi con una mozione contraria
all'insediamento del rigassificatore a Zaule.
Il tema della sicurezza - così ancora Edera - non è secondario e
l'assise comunale lo ha ben sottolineato. L'Autorità portuale di
Trieste deve redigere e trasmettere ai ministeri competenti
(Ambiente, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti) i dati
relativi ai transiti marittimi nel golfo che dimostrano il
livello di conflittualità operativa e il superamento dei limiti
di sicurezza che potrebbero sopravvenire se fosse realizzato il
progetto della Gas Natural.
Considerate, poi, le molteplici e documentate contrarietà alla
costruzione dell'impianto da parte di molti altri Comuni, della
Provincia di Trieste e non ultimo del Governo della Slovenia (il
rigassificatore sorgerebbe a pochi chilometri dal confine), non
si può non prendere atto - aggiunge l'esponente dei Cittadini -
che proseguire in questa direzione andrebbe contro la volontà di
chi vive e lavora in un'area dove oggettivamente non c'è spazio
per un progetto simile, specialmente in un momento così delicato
per lo sviluppo del porto di Trieste.