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Citt: Paviotti, nuove funzioni agli uffici postali

19.03.2015
17:09
(ACON) Trieste, 19 mar - COM/RCM - Le Poste Italiane stanno pensando a una riduzione del numero degli uffici postali anche in Friuli Venezia Giulia. Il problema riguarda in genere le località più piccole e meno servite, con l'evidente disagio di una popolazione già segnata da un graduale allontanamento dei servizi pubblici.

Il "caso" è stato oggetto di una mozione approvata dal Consiglio regionale, primo firmatario Pietro Paviotti dei Cittadini, con la quale si impegna la Giunta a elaborare urgentemente una proposta diretta al Governo, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, che preveda un differimento del termine del 13 aprile prossimo previsto per la chiusura e il ridimensionamento degli uffici postali e, al tempo stesso, un'approfondita valutazione di ogni percorso alternativo alla chiusura, sulla base del protocollo d'intesa siglato dalla Regione con Poste Italiane lo scorso 18 novembre che prevede una modernizzazione degli uffici sia per quanto riguarda la logistica sia per l'erogazione di una più ampia gamma dei servizi offerti al cittadini.

Il gruppo consiliare dei Cittadini - spiega il capogruppo Pietro Paviotti - è ben conscio del fatto che la scelta di ridurre il numero degli uffici non è facilmente modificabile e per questo non intendiamo procedere con la presentazione di documenti politici al solo scopo propagandistico. Dopo aver sentito anche l'assessore regionale competente, Paolo Panontin, che sta negoziando con Poste Italiane per ricercare soluzioni che attutiscano l'effetto della ristrutturazione aziendale, riteniamo che alcune opportunità, se adeguatamente sostenute, possano però essere raggiunte.

La riforma regionale degli enti locali, che porterà i Comuni ad aderire alle Unioni territoriali intercomunali, produrrà la necessità di riorganizzare i servizi da offrire ai cittadini. In questo quadro, nuove e importanti funzioni - evidenzia il consigliere di maggioranza - potrebbero essere gestite proprio dagli uffici postali periferici. Ne deriva, dunque, che nel processo di ammodernamento e di riorganizzazione in atto, la presenza di questi presidi potrebbe risultare non soltanto utile ma anche sostenibile economicamente, viste le possibili nuove competenze.

In diversi casi - conclude Paviotti - potrebbero essere trovate soluzioni di carattere logistico che contemperino l'esigenza di contenimento dei costi dell'azienda con l'utilizzo di spazi di proprietà pubblica, liberi in conseguenza di una più ampia riorganizzazione locale.