Citt: Paviotti, nuove funzioni agli uffici postali
(ACON) Trieste, 19 mar - COM/RCM - Le Poste Italiane stanno
pensando a una riduzione del numero degli uffici postali anche in
Friuli Venezia Giulia. Il problema riguarda in genere le località
più piccole e meno servite, con l'evidente disagio di una
popolazione già segnata da un graduale allontanamento dei servizi
pubblici.
Il "caso" è stato oggetto di una mozione approvata dal Consiglio
regionale, primo firmatario Pietro Paviotti dei Cittadini, con la
quale si impegna la Giunta a elaborare urgentemente una proposta
diretta al Governo, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni,
che preveda un differimento del termine del 13 aprile prossimo
previsto per la chiusura e il ridimensionamento degli uffici
postali e, al tempo stesso, un'approfondita valutazione di ogni
percorso alternativo alla chiusura, sulla base del protocollo
d'intesa siglato dalla Regione con Poste Italiane lo scorso 18
novembre che prevede una modernizzazione degli uffici sia per
quanto riguarda la logistica sia per l'erogazione di una più
ampia gamma dei servizi offerti al cittadini.
Il gruppo consiliare dei Cittadini - spiega il capogruppo Pietro
Paviotti - è ben conscio del fatto che la scelta di ridurre il
numero degli uffici non è facilmente modificabile e per questo
non intendiamo procedere con la presentazione di documenti
politici al solo scopo propagandistico. Dopo aver sentito anche
l'assessore regionale competente, Paolo Panontin, che sta
negoziando con Poste Italiane per ricercare soluzioni che
attutiscano l'effetto della ristrutturazione aziendale, riteniamo
che alcune opportunità, se adeguatamente sostenute, possano però
essere raggiunte.
La riforma regionale degli enti locali, che porterà i Comuni ad
aderire alle Unioni territoriali intercomunali, produrrà la
necessità di riorganizzare i servizi da offrire ai cittadini. In
questo quadro, nuove e importanti funzioni - evidenzia il
consigliere di maggioranza - potrebbero essere gestite proprio
dagli uffici postali periferici. Ne deriva, dunque, che nel
processo di ammodernamento e di riorganizzazione in atto, la
presenza di questi presidi potrebbe risultare non soltanto utile
ma anche sostenibile economicamente, viste le possibili nuove
competenze.
In diversi casi - conclude Paviotti - potrebbero essere trovate
soluzioni di carattere logistico che contemperino l'esigenza di
contenimento dei costi dell'azienda con l'utilizzo di spazi di
proprietà pubblica, liberi in conseguenza di una più ampia
riorganizzazione locale.