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NCD:Colautti,il reciproco riconoscimento cemento dell'unità regionale

08.04.2015
17:42
(ACON)Trieste, 8 apr - COM/MPB - "Non si può non aderire all'appello della presidente Serracchiani all'unità regionale, appello che credo vada indirizzato a chi, sui due fronti (triestino e friulano), cerchi di sfruttare ogni occasione (come la recente approvazione della Fieste de Patrie dal Friûl) per riportare indietro le lancette dell'orologio cercando di cancellare cinquanta anni di storia, spesso alimentando vecchie ruggini a mero scopo elettoralistico. Ma affinché l'unità diventi definitivamente un valore è necessario che le diversità appunto, che sono una delle componenti della specialità, siano vissute da tutti come un arricchimento e non come elemento di divisione. Anzi proprio il reciproco riconoscimento è il "cemento" dell'unità".

A dirlo, in una nota, è il capogruppo NCD in Consiglio regionale Alessandro Colautti che aggiunge: "Non è sufficiente poi fare riferimento ad un generico "vogliamoci bene" ma l'unità va costruita aggiornando le ragioni che stanno alla base, alla luce se non altro dei modificati scenari geo-politici che hanno portato al superamento del confine e l' allargamento dell'Europa a Est. E' necessario quindi affrontare in termini oggettivi i problemi dell'intero territorio eliminando là dove vi sono disequilibri territoriali che non hanno più ragione di essere e creano spesso diseguaglianze di trattamento. "C'è poi un tema su tutti e che dovrebbe veramente diventare patrimonio dell'intero FVG, la difesa della specialità che più che a rischio è di fatto già in parte stata erosa.

"Perdere questa sfida potrà riportare veramente indietro le lancette dell'orologio riconsegnando la regione a una marginalità socio-economica post-bellica. "Pertanto spetta a tutta la classe politica ma in primis alla presidente, anche per il ruolo che ha a livello nazionale, impedire la deriva neo-centralista in essere con le incursioni finanziarie sul bilancio (un miliardo e mezzo prelevati dallo Stato negli ultimi anni), le annunciate modifiche al Titolo V della Costituzione che spoglia la nostra Regione di competenze, le modifiche intervenute recentemente nella pubblica amministrazione che porteranno anche a far scegliere a Roma i dirigenti della Sanità, che però ci paghiamo noi ; e non basterà nascondersi dietro la clausola che prevede l'intesa con lo Stato: sarà meglio prepararsi da subito al tentativo di superare questa previsione statutaria. "Non si tratta di stare con Roma o con la Gallia ma di evitare l'irrilevanza".