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NCD: Colautti, la riforma degli enti locali dell'opposizione

09.04.2015
17:15
(ACON) Trieste, 9 apr - COM/RCM - Aprire un confronto istituzionale con il Consiglio regionale volto al superamento del conflitto con le autonomie locali attualmente in atto, che non ha precedenti nella storia della nostra Regione, provvedendo a sospendere l'attuazione della legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative" almeno fino al 31 dicembre 2015, al fine di ricercare le condizioni di un dialogo per individuare un nuovo percorso politico-istituzionale che consenta di ricostruire le condizioni di una proficua collaborazione tra Regione ed enti locali, senza le quali nessuna riforma verrà portata a termine. È questo uno dei punti cardine nella mozione n.118 "Riforma Enti lcali: verso una riforma condivisa" predisposta dal capogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio regionale, Alessandro Colautti, a cui ha contribuito per la stesura finale tutta l'opposizione con Luca Ciriani di Fratelli d'Italia, Renzo Tondo di Autonomia Responsabile, Claudio Violino del Gruppo misto, Riccardo Riccardi di FI, Elena Bianchi del MoVimento 5 Stelle. Siamo riusciti a ottenere - spiega Colautti - che già nella seduta della prossima settimana del Consiglio regionale la mozione sia discussa in modo costruttivo e propositivo visto che la questione è urgente, grave e necessita della massima condivisione in considerazione delle forti criticità e fibrillazioni che già sta presentando, addirittura nella stessa maggioranza come nel caso del Comune di Pordenone che si è ufficialmente espresso contro l'impostazione della riforma chiedendo la realizzazione di una Unione territoriale unica. Tale situazione si è determinata a causa di una legge che, nella sua costruzione, non ha tenuto conto dei tratti salienti della storia del Friuli Venezia Giulia, che fonda la sua specialità nel policentrismo socio-economico e culturale dei suoi territori. Fatto presente - continua il capogruppo di NCD - che la Riforma necessita in ogni caso della definizione di ulteriori pilastri legislativi (indicati nella mozione) la cui definizione non può essere rimandata a un momento successivo, pena il collasso dell'intero sistema, è necessario che si stabilisca con il Consiglio regionale una road-map dei processi concordando tempistiche e impegni con le Commissioni competenti e, parallelamente, istituire un tavolo politico-tecnico al fine di avere un quadro legislativo coerente di riforma complessiva anche alla luce delle prossime modifiche del Titolo V della Costituzione. Va ricordato - conclude Colautti - che la riforma è stata approvata con il solo voto della maggioranza, mentre la posizione contraria dell'opposizione, che ha abbandonato l'Aula al momento del voto, nasceva da una valutazione di merito e non ideologica, tanto che l'intera opposizione depositò la proposta di legge n.71 "Norme per la gestione associata di servizi e funzioni comunali", primo firmatario Luca Ciriani, che affrontava il necessario riordino del sistema degli enti locali, soprattutto dopo la soppressione delle Province.