CR: legge difesa suolo e uso acque, relatrice minoranza Dal Zovo (6)
(ACON) Trieste, 14 apr - RCM - "Per noi non si può parlare di
difesa del suolo senza tener conto della sua incontrastata
cementificazione e impermeabilizzazione, senza porre un limite
alle nuove edificazioni, senza parlare di vincolo idrogeologico,
continuando a utilizzare veleni per le colture che poi filtrano
nel sottosuolo o di inquinamenti prodotti da fabbriche o
stabilimenti, che sappiamo inquinare le nostre terre e le nostre
falde". Così l'attacco al ddl n. 82 da parte di Ilara Dal Zovo,
relatrice di minoranza a nome dei consiglieri del MoVimento
5Stelle.
Questo provvedimento - ha proseguito l'esponente di opposizione -
vuole essere un testo unico in materia, ma pur consci del fatto
che la materia è complessa, poteva essere più inclusivo e doveva
abrogare in toto le legislazioni presenti.
La Dal Zovo non ha, poi, mancato di elencare due punti positivi
del testo: aver suddiviso i fiumi per classi e aver attribuito
specifiche funzioni a Comuni, consorzi e Regione fa sperare che
finalmente le responsabilità saranno precise e ben distribuite;
la programmazione prevista per i corpi idrici fa sperare di veder
calare le emergenze e aumentare, invece, la prevenzione. Però non
si trova d'accordo sulla mole di provvedimenti di attuazione
previsti dalla legge: regolamenti, delibere di Giunta, decreti
del direttore di funzione a cui oltretutto si demandano punti
importanti come la classificazione degli sbarramenti fluviali e
dei relativi bacini di accumulo. Ecco, allora, emendamenti che
trasportino tali funzioni a un regolamento regionale, strumento
che garantisce maggiore certezza del diritto.
Inoltre, dal punto di vista ambientale la presenza di discariche,
impianti di smaltimento rifiuti o cave (che nella maggior parte
dei casi si trasformano poi in discariche) a 150 metri dal corpo
idrico sono veramente pochi, pur consci del fatto che questo dato
è contenuto nella norma nazionale n. 42/2004 come riferimento di
fascia di rispetto minima dal punto di vista paesaggistico. Per
questo, il M5S ha firmato un emendamento che mira ad aggiungere
le cave e ad ampliare la fascia di rispetto massima a 300 metri,
ovvero quelli previsti sempre dalla norma 42/2004 per la fascia
costiera, lagunare e lacustre.
Da apprezzare, invece, la disciplina utilizzata per gli
interventi di asportazione del materiale litoide e quella per la
gestione della parte relativa alla vegetazione, così come
l'introduzione di sanzioni per chi viola tali norme.
Passando alla parte che tratta l'utilizzo delle acque, è critico
il punto in cui si passa agli enti di governo dell'ambito
territoriale ottimale il compito di censire le utilizzazioni
d'acqua. Il passo tra il censimento e la tariffazione in bolletta
è molto breve - ha spiegato la Dal Zovo. A fronte del fatto che è
la Regione a rilasciare le concessioni, crediamo che essa debba
censire e implementare il catasto stesso. Sul deflusso minimo
vitale, pur consapevoli che ci debba essere una regolazione in
caso di errato calcolo da parte della Regione, non riteniamo che
questo possa tradursi in un monitoraggio e una proposta di
diverso algoritmo da parte del concessionario. Per quanto
riguarda l'attingimento di acque superficiali, riteniamo che 50
litri al secondo siano un po' troppi, anche alla luce dell'uso
transitorio prospettato.
Un ultimo auspicio, poi, è che sia approvato l'emendamento
Revelant che mira a creare una Società regionale che avrà il
compito di rilevare le concessioni in scadenza, in modo da poter
rendere la regione meno schiava dei grandi produttori di energia
elettrica.
Infine, la Dal Zovo ha fatto presente che il ddl n. 82 in qualche
parte si interseca con l'iter che sta avendo il Piano tutela
acque e ritiene non bastino le norme di salvaguardia, individuate
dal Piano stesso, a tutelarci. Verso tale obbiettivo vanno gli
emendamenti del suo Gruppo volti a inserire l'individuazione di
corpi idrici, o parte di essi, che non potranno essere soggetti
al rilascio di concessioni di derivazione; quelli che vietano la
concessione di derivazioni in aree SIC e ZPS o comunque zone
tutelate come riserve naturali, biotopi; altri che, di fatto,
sono una moratoria in attesa che il PTA entri in vigore.
I lavori sono stati sospesi per un'ora per dar modo ai
consiglieri di esaminare gli emendamenti presentati al
provvedimento.
(immagini tv)
(segue)