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CR: legge difesa suolo e uso acque, relatrice minoranza Dal Zovo (6)

14.04.2015
11:39
(ACON) Trieste, 14 apr - RCM - "Per noi non si può parlare di difesa del suolo senza tener conto della sua incontrastata cementificazione e impermeabilizzazione, senza porre un limite alle nuove edificazioni, senza parlare di vincolo idrogeologico, continuando a utilizzare veleni per le colture che poi filtrano nel sottosuolo o di inquinamenti prodotti da fabbriche o stabilimenti, che sappiamo inquinare le nostre terre e le nostre falde". Così l'attacco al ddl n. 82 da parte di Ilara Dal Zovo, relatrice di minoranza a nome dei consiglieri del MoVimento 5Stelle.

Questo provvedimento - ha proseguito l'esponente di opposizione - vuole essere un testo unico in materia, ma pur consci del fatto che la materia è complessa, poteva essere più inclusivo e doveva abrogare in toto le legislazioni presenti.

La Dal Zovo non ha, poi, mancato di elencare due punti positivi del testo: aver suddiviso i fiumi per classi e aver attribuito specifiche funzioni a Comuni, consorzi e Regione fa sperare che finalmente le responsabilità saranno precise e ben distribuite; la programmazione prevista per i corpi idrici fa sperare di veder calare le emergenze e aumentare, invece, la prevenzione. Però non si trova d'accordo sulla mole di provvedimenti di attuazione previsti dalla legge: regolamenti, delibere di Giunta, decreti del direttore di funzione a cui oltretutto si demandano punti importanti come la classificazione degli sbarramenti fluviali e dei relativi bacini di accumulo. Ecco, allora, emendamenti che trasportino tali funzioni a un regolamento regionale, strumento che garantisce maggiore certezza del diritto.

Inoltre, dal punto di vista ambientale la presenza di discariche, impianti di smaltimento rifiuti o cave (che nella maggior parte dei casi si trasformano poi in discariche) a 150 metri dal corpo idrico sono veramente pochi, pur consci del fatto che questo dato è contenuto nella norma nazionale n. 42/2004 come riferimento di fascia di rispetto minima dal punto di vista paesaggistico. Per questo, il M5S ha firmato un emendamento che mira ad aggiungere le cave e ad ampliare la fascia di rispetto massima a 300 metri, ovvero quelli previsti sempre dalla norma 42/2004 per la fascia costiera, lagunare e lacustre.

Da apprezzare, invece, la disciplina utilizzata per gli interventi di asportazione del materiale litoide e quella per la gestione della parte relativa alla vegetazione, così come l'introduzione di sanzioni per chi viola tali norme.

Passando alla parte che tratta l'utilizzo delle acque, è critico il punto in cui si passa agli enti di governo dell'ambito territoriale ottimale il compito di censire le utilizzazioni d'acqua. Il passo tra il censimento e la tariffazione in bolletta è molto breve - ha spiegato la Dal Zovo. A fronte del fatto che è la Regione a rilasciare le concessioni, crediamo che essa debba censire e implementare il catasto stesso. Sul deflusso minimo vitale, pur consapevoli che ci debba essere una regolazione in caso di errato calcolo da parte della Regione, non riteniamo che questo possa tradursi in un monitoraggio e una proposta di diverso algoritmo da parte del concessionario. Per quanto riguarda l'attingimento di acque superficiali, riteniamo che 50 litri al secondo siano un po' troppi, anche alla luce dell'uso transitorio prospettato.

Un ultimo auspicio, poi, è che sia approvato l'emendamento Revelant che mira a creare una Società regionale che avrà il compito di rilevare le concessioni in scadenza, in modo da poter rendere la regione meno schiava dei grandi produttori di energia elettrica.

Infine, la Dal Zovo ha fatto presente che il ddl n. 82 in qualche parte si interseca con l'iter che sta avendo il Piano tutela acque e ritiene non bastino le norme di salvaguardia, individuate dal Piano stesso, a tutelarci. Verso tale obbiettivo vanno gli emendamenti del suo Gruppo volti a inserire l'individuazione di corpi idrici, o parte di essi, che non potranno essere soggetti al rilascio di concessioni di derivazione; quelli che vietano la concessione di derivazioni in aree SIC e ZPS o comunque zone tutelate come riserve naturali, biotopi; altri che, di fatto, sono una moratoria in attesa che il PTA entri in vigore.

I lavori sono stati sospesi per un'ora per dar modo ai consiglieri di esaminare gli emendamenti presentati al provvedimento.

(immagini tv)

(segue)