Garante diritti persona su richiedenti protezione internazionale
(ACON) Trieste, 27 apr - COM/AB - A seguito della tragedia di
proporzioni immani avvenuta nei giorni scorsi nelle acque del
Mediterraneo, il Garante regionale dei diritti della persona
richiama ancora una volta l'attenzione della comunità regionale
sulla situazione dei richiedenti la protezione internazionale.
L'intervento porta la firma dei tre componenti dell'organo di
garanzia - Fabia Mellina Bares, Giuseppe Roveredo e Walter Citti
- che così proseguono.
Il Garante regionale ricorda innanzitutto che il diritto alla
protezione internazionale di coloro che fuggono da persecuzioni
individuali, da conflitti e violenza generalizzata, costituisce
un diritto umano fondamentale riconosciuto dalle Convenzioni
internazionali, dall'ordinamento dell'Unione europea e dalla
Costituzione italiana.
Le istituzioni europee e nazionali sono chiamate a realizzare
interventi coerenti con i valori fondanti dell'Unione europea:
l'umanità, la solidarietà e il rispetto dei diritti umani. Misure
fondate soltanto sul contrasto all'arrivo dei migranti e dei
rifugiati potrebbero aumentare ulteriormente i rischi e le
situazioni di abuso e di violenza nei loro confronti nei Paesi di
transito, prima fra tutti la Libia, con conseguente violazione
del principio fondamentale del non-respingimento delle persone
verso luoghi ove possano essere sottoposte a tortura o
trattamenti inumani e degradanti.
Il Garante regionale dei diritti della persona sottolinea dunque
la necessità che vengano ugualmente rafforzate le operazioni di
ricerca e soccorso in mare, che si creino canali umanitari di
immigrazione regolare, alternativi a quelli gestiti dai
trafficanti di uomini, in particolare per le persone che possano
vantare legami familiari con persone già presenti nei Paesi
europei, che venga significativamente aumentato il programma di
reinsediamento nei Paesi occidentali di rifugiati presenti nei
campi profughi della Giordania e del Libano e che venga garantito
un maggiore supporto ai Paesi come l'Italia, Malta e la Grecia
che sono maggiormente interessati da questo afflusso, anche
mediante una redistribuzione più equa delle accoglienze mediante
un'applicazione meno rigida dei criteri del Regolamento Dublino.
La Regione FVG deve continuare a offrire il suo contributo per
assicurare la fondamentale accoglienza dei richiedenti protezione
internazionale. Pur non sottovalutando gli elementi di criticità
dell'attuale situazione e gli sforzi sinora compiuti, il Garante
regionale condivide l'esigenza di una programmazione
dell'accoglienza maggiormente condivisa tra la Regione, le
Prefettura, gli enti locali e il volontariato, che
necessariamente deve prevedere un maggiore coinvolgimento degli
enti locali affinché la distribuzione delle responsabilità non
ricada in misura sproporzionata sui comuni capoluogo delle tre
province di Trieste, Udine e Gorizia, ma si possa realizzare nel
contempo un aumento delle capacità di accoglienza e una più
capillare e diffusa distribuzione sul territorio, funzionale a
ridurre l'impatto sociale e a garantire una più efficace
integrazione ed inclusione sociale.
Il Garante regionale dei diritti della persona, inoltre, richiama
le forze politiche e gli esponenti politici regionali e locali ad
affrontare il dibattito politico sui temi dell'immigrazione e
dell'asilo in un'ottica che eviti il ricorso a
strumentalizzazioni che possano suscitare nella popolazione
sentimenti di stigmatizzazione, avversione o rigetto di natura
xenofoba o razzista nei confronti dei richiedenti asilo.