Terzo di Aquileia: pres. Iacop commemora caduti del 28 aprile 1945
(ACON)Trieste, 28 apr - MPB - A Terzo di Aquileia il 28 aprile
del 1945 le truppe naziste in ritirata fucilarono per
rappresaglia 13 cittadini e ogni anno l'Amministrazione comunale,
con la popolazione, li ricorda con una Santa Messa, nella chiesa
di San Martino, e con la deposizione di una corona d'alloro al
Monumento a loro dedicato.
A rievocare quest'anno quei tragici fatti e la loro potente
eredità, insieme al sindaco Michele Tibald e al presidente della
locale sezione ANPI, Franco Zambon, è stato il presidente del
Consiglio Franco Iacop che, nell'orazione ufficiale, ha invitato
a una riflessione comune sui sentimenti e sugli ideali che
animarono i volontari della libertà, che ci sono stati lasciati
in eredità dal loro sacrificio.
"La Resistenza - ha sottolineato Iacop - fu un movimento davvero
popolare, in tutte le sue declinazioni di estrazione, fede,
cultura politica, l'espressione di un movimento davvero corale
che ha cementato l'appartenenza nazionale, che ha messo insieme i
partigiani e una parte importante di società civile; e il 25
aprile è un patrimonio comune, è storia di tutti gli italiani, è
una data da celebrare in spirito di pace con l'orgoglio per
quanti seppero combattere e resistere e con l'omaggio a chi ha
dato la propria vita.
"La libertà, la giustizia, la democrazia sono il dono lasciato
dalla Resistenza, dai suoi protagonisti più straordinari e anche
dai 13 martiri di Terzo che oggi ricordiamo perché tutti
indistintamente siano esempi di coraggio e di impegno civile e
fonte di un grande ideale per dare quotidianamente speranze e
prospettive alle nuove generazioni e al nostro Paese.
"Per questo ricordarli non può essere la ripetizione di atti
formali - ha insistito Iacop soffermandosi sulla lotta partigiana
nella Bassa friulana e nel Monfalconese -. I partigiani che hanno
operato in queste zone, con l'audacia delle loro azioni belliche,
hanno aggiunto un simbolico legame con quanti condivisero nelle
montagne l'esperienza delle zone libere. Anche qui la lotta
partigiana, ha rappresentato un elemento innovativo di
democrazia, sviluppando un'opera di rinnovamento civile e
democratico, pur con tutti i limiti imposti dalla condizione di
guerra.
"Non sono mancati, come sempre accade in periodi bellici, episodi
negativi che devono essere considerati nel più ampio contesto di
un impegno di donne e uomini uniti dalla comune volontà di dare
una prospettiva nuova di democrazia all'Italia e al Friuli.
Proprio per questo l'insegnamento della storia, tratto dal
sacrificio di quanti hanno combattuto, ci consente oggi di
rileggere anche i fatti di Porzùs, perché nella Resistenza si è
sancita l'Unità del Paese, punto irrinunciabile e indiscutibile
la cui saldezza va riaffermata ogni volta riaffiorino tentazioni
disgregatrici.
"Il popolo italiano messo alla prova seppe riscattarsi con la
scelta dei partigiani e delle donne e degli uomini che li
affiancarono; non dobbiamo consentire che si disperda l'orgoglio
per gli obiettivi raggiunti nella storia repubblicana del secolo
scorso, né la fiducia di poter vincere le difficoltà economiche e
sociali di oggi quando il tessuto delle nostre comunità è messo a
dura prova dalla crisi che ha investito l'Italia e l'Europa e -
nel disorientamento - hanno più facile presa i richiami
isolazionisti e la sfiducia verso le Istituzioni.
"In questo momento storico ognuno deve fare la propria parte con
onestà e responsabilità e la classe dirigente ha il dovere di
dare l'esempio, affinché la distribuzione dei sacrifici necessari
non risulti sbilanciata in modo intollerabile.
"L'auspicio forte è anche per il riavvicinamento dei giovani alla
politica con la passione per la partecipazione alla gestione
della cosa pubblica, perché il distacco dalla politica porta
all'individualismo prefigurando l'abdicazione ai diritti della
cittadinanza.
"Il moto corale della lotta di Liberazione ha molto da insegnarci
perché è stata la culla di una grande visione politica fatta di
democrazia e partecipazione i cui esiti segnano oggi la nostra
esistenza. Nell'oppressione nacque l'idea dell'Europa come
progetto di vita associata per i popoli del continente, che
proprio allora si stavano combattendo. Passata da sogno a
progetto, a organismo operante, l'Unione Europea è l'ambito
istituzionale entro cui oggi si difende e costruisce il futuro
degli italiani. Anche questo traguardo chiede di non essere dato
per scontato, di essere difeso, perchè non si disperda.
"Il sorgere dei qualunquismi rischia di arrestare l'integrazione
europea e questo rappresenterebbe un declino del nostro
continente con il rischio di travolgere anche il bene più
prezioso che ci ha portato in dote la casa comune europea: la
pace. Abbiamo l'obbligo di ricordarlo con forza, guardando gli
scenari di molte aree di guerra, prime fra tutte quelle della
sponda sud del Mediterraneo e del Medio Oriente" - ha concluso
Iacop sottolinenado che il sacrifico innocente di chi come i
caduti di Terzo perse la vita settant'anni fa "è oggi comune
patrimonio civile e morale".