FI: Ziberna, proposta legge per danni da manifestazioni pubbliche
(ACON) Trieste, 6 mag - COM/AB - Il gruppo di Forza Italia in
Consiglio regionale del FVG ha presentato (primo firmatario il
vicecapogruppo Rodolfo Ziberna) una proposta di legge nazionale
con cui si disciplina la corresponsabilizzazione degli
organizzatori di manifestazioni pubbliche. Ciò attraverso una
collaborazione nel prevenire eventi vandalici,
nell'individuazione e nel fermo di chi si rende responsabile di
azioni criminose e nel pagamento dei danni provocati, nel
rispetto di un principio fondamentale: chi rompe paga.
La legge che disciplina l'esercizio del diritto a manifestare o
ad occupare il suolo pubblico è il T.U.L.P.S. n.773/1931, il
quale impone agli organizzatori di una manifestazione di darne
preavviso alla Questura (può essere fatto anche per il tramite
della Polizia locale) fornendone data, luogo, dati anagrafici,
probabile numero di partecipanti.
"Con questa proposta di legge - spiega Rodolfo Ziberna -
prevediamo che il Questore possa chiedere agli organizzatori di
manifestazioni pubbliche una garanzia economica (deposito
cauzionale, fideiussione bancaria o assicurativa) con un
massimale da centomila euro a cinque milioni, a seconda del
numero di partecipanti, della natura dell'evento e del luogo in
cui esso si svolge. A nostro avviso potrebbero anche attivarsi
significative attenuanti (riduzioni del 50% o più) nel caso in
cui gli organizzatori dovessero agevolare le forze dell'ordine
nell'identificazione di chi ha materialmente provocato il danno o
vi ha concorso, perché in tal caso dovranno essere aggrediti i
suoi beni personali".
"Nel momento in cui gli organizzatori saranno chiamati a una
sorta di corresponsabilità - assicura Ziberna - sebbene solamente
economica, ritengo saranno assai più attenti nel monitorare
persone sospette e nel segnalarne tempestivamente la presenza
alle forze dell'ordine. Non posso credere che le tifoserie e le
società calcistiche non siano in grado di identificare quei
violenti che la domenica lanciano bombe carta negli stadi o vi
giungono con spranghe di ferro. Se non altro perché sono violenti
che sono sempre presenti agli eventi sportivi. Come peraltro non
posso credere che i partecipanti alle manifestazioni pubbliche
non siano in grado di individuare preventivamente i black bloc,
che giungono armati di tutto punto pronti a spaccare e a ferire.
Oppure a riprenderli con telefoni cellulari in modo da agevolarne
la successiva identificazione".
"Nulla vieta - precisa il consigliere forzista - che in caso di
eventi agonistici debbano essere le società sportive a fornire
queste garanzie. Come potrebbero essere le associazioni di
riferimento nazionali o regionali (forze politiche, sindacali,
sociali) quelle chiamate a fornire garanzie nel caso di altre
forme di manifestazioni. Ma ciò dovrebbe essere oggetto di
separata regolamentazione da parte del Governo nazionale".
Gli eventi vandalici che hanno avuto luogo il primo maggio a
Milano in occasione dell'inaugurazione dell'Expo sono solo
l'ultimo di altre manifestazioni che hanno lasciato alle spalle
una città devastata. Ci riferiamo al G8 di Genova, ma anche alle
diverse manifestazioni che hanno messo a ferro e fuoco Roma
Capitale. Autovetture date alle fiamme, vetrine infrante,
esercizi commerciali saccheggiati, facciate degli edifici
pubblici e privati lordati con scritte, segnali stradali divelti
e usati come armi, pavimentazione di sampietrini usata come
proiettili. Milioni di euro di danni dopo ogni manifestazione a
carico dei cittadini, dei contribuenti, che si vedono pertanto
violati nel loro diritto alla sicurezza e danneggiati
economicamente se proprietari di beni danneggiati.
Perché deve essere il cittadino a pagare di tasca propria per le
scorribande di ragazzotti violenti che si annoiano a casa loro? È
sacrosanto il diritto dei pochi a manifestare, in particolare il
proprio dissenso e la propria protesta, ma lo è altrettanto il
diritto dei tanti a non vedere distrutti, danneggiati o deturpati
beni pubblici o privati. Per non parlare delle forze di polizia,
che rischiano ogni volta la pelle e che contano a fine evento i
loro feriti.
Sebbene con minori danni ed effetto mediatico, a decine si
contano questi eventi vandalici e delittuosi ammantati dalla
protesta politica o sociale. Anche lo sport, dove non dovrebbe
esistere il nemico ma solo l'avversario, continua a offrici
spettacoli poco edificanti di violenti gli uni contro gli altri
schierati, con il solo scopo di picchiare, rompere, danneggiare.
Troppe volte abbiamo assistito a cassonetti o autovetture date
alle fiamme, a vetrine di negozi ed uffici infrante, a luoghi
privati violati, a facciate di edifici pubblici e privati lordate
e danneggiate. Troppe volte ci è scappato il ferito o addirittura
il morto.
Ogni anno solo a Roma si svolgono quasi 2.000 manifestazioni,
tutte incluse, e ciascuna di esse comporta un costo per la
pubblica amministrazione per il complesso di servizi assicurati,
dalla vigilanza municipale all'asporto dei rifiuti e la pulizia
conclusiva, per cui si spendono circa due milioni e mezzo ogni
anno. E tra detti costi non includiamo quelli derivanti dai
danneggiamenti da atti vandalici. Furono ben 16 i milioni spesi
per pagare i danni derivanti dalla rivolta che scoppiò nel centro
storico contro la fiducia votata in Parlamento al Governo
Berlusconi all'indomani del 14 dicembre del 2010. Il 15 ottobre
del 2011, la manifestazione pacifica promossa dai cosiddetti
"indignati" si trasformò in 5 ore di guerriglia culminata in
piazza San Giovanni con il rogo di un blindato dei carabinieri,
100 feriti, 20 fermati, 12 arrestati e violenze di ogni genere
anche contro chi contestava i teppisti e 1 milione e 815mila euro
di danni subiti dall'amministrazione di Roma.
È ora di dire basta e di far pagare i danni a chi li provoca. Non
è un fatto politico, ma solamente di civiltà, educazione e, alla
fine, di semplice buonsenso.