CR: mozione riforma enti locali, il dibattito (5)
(ACON)Trieste, 11 mag - MPB - Il dibattito sulla mozione delle
opposizioni riguardante la riforma degli enti locali è proseguito
con l'intervento di alcuni consiglieri del Pd.
Primo a intervenire Mauro Travanut che ha ricordato come sia
venuta meno la ragion d'essere delle Province con la riforma
federale della Lega nel 2009 e come le riforme contengono la
sperimentazione e quindi la possibilità di errore. Sussidiarietà
e adeguatezza sono concetti cardine della riforma, citati da
Colautti, ma vanno coniugati con intelligenza perchè parti di una
una proporzionalità inversa per cui negli spazi in cui
l'adeguatezza è garantita la sussidiarietà non deve venir meno.
Non si può chiedere la sospensione della legge, si deve applicare
con le fatiche che richiede e a fine legislatura si valutino i
risultati di un altro modo di stare nelle istituzioni. In carenza
di ricchezza ci si deve educare vicendevolmente a trovare
compromessi.
Per Enio Agnola, si discute una mozione che chiede di aspettare
su una riforma sulla quale è stato fatto un dibattito
approfondito. Ai sindaci preoccupati di essere espropriati di
prerogative diciamo che quelli che possono essere interpretati
come espropri sono il portare le istanze in luoghi appropriati
per dare risposte e la capacità dell'amministratore di
rappresentare i propri cittadini a ogni livello istituzionale. Il
cambiamento è un rischio, un percorso a ostacoli, sarebbe
stoltezza aver il pudore di modificare.
Per Vincenzo Martines, il dibattito odierno è rimasto quello di
mesi fa, a chiedersi se sono ancora valide le Province, mentre
questo è un dato assodato, perchè quel policentrismo è fallito.
La Provincia è stata la rappresentazione dell'incapacità di
andare nella direzione del rinnovamento. Temo il pregiudizio
nei sindaci che hanno fatto il ricorso, a loro va chiesto di
provarci, e poi caso mai cambiare si cambia, quando la cosa
applicata non dovesse funzionare - ha concluso, sottolineando in
accordo con Colautti la necessità di lavorare in termini di
sistema.
Secondo Diego Moretti, la legge 26 ha già raggiunto un risultato
e non si può certo imputare all'assessore di non aver ascoltato
e mediato. Anche gli emendamenti presentati oggi sono la giusta
impostazione per un problema complesso e si ragione su modifiche
che non inficiano la sostanza della legge. Finora poche unioni e
pochissime fusioni. In una regione policentrica c'è bisogno di
modellare situazioni specifiche, la vera sfida è allora quella di
partire e correggere laddove verificheremo che serve durante
l'applicazione. Infine un messaggio: guai confondere le UTI con
delle mini Province, come l'aver perso tempo sui confini delle
UTI anche inventandone di inesistenti. Sarà necessario che la
Giunta quanto prima vari il piano di riordino territoriale, ma
guai se la Regione dovesse considerare il rapporto con le UTI
sulla base della loro forza: in tal caso il principio duale
perderebbe significato e così la legge stessa.
(segue)