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CR: mozione riforma enti locali, il dibattito (5)

11.05.2015
18:16
(ACON)Trieste, 11 mag - MPB - Il dibattito sulla mozione delle opposizioni riguardante la riforma degli enti locali è proseguito con l'intervento di alcuni consiglieri del Pd.

Primo a intervenire Mauro Travanut che ha ricordato come sia venuta meno la ragion d'essere delle Province con la riforma federale della Lega nel 2009 e come le riforme contengono la sperimentazione e quindi la possibilità di errore. Sussidiarietà e adeguatezza sono concetti cardine della riforma, citati da Colautti, ma vanno coniugati con intelligenza perchè parti di una una proporzionalità inversa per cui negli spazi in cui l'adeguatezza è garantita la sussidiarietà non deve venir meno. Non si può chiedere la sospensione della legge, si deve applicare con le fatiche che richiede e a fine legislatura si valutino i risultati di un altro modo di stare nelle istituzioni. In carenza di ricchezza ci si deve educare vicendevolmente a trovare compromessi.

Per Enio Agnola, si discute una mozione che chiede di aspettare su una riforma sulla quale è stato fatto un dibattito approfondito. Ai sindaci preoccupati di essere espropriati di prerogative diciamo che quelli che possono essere interpretati come espropri sono il portare le istanze in luoghi appropriati per dare risposte e la capacità dell'amministratore di rappresentare i propri cittadini a ogni livello istituzionale. Il cambiamento è un rischio, un percorso a ostacoli, sarebbe stoltezza aver il pudore di modificare.

Per Vincenzo Martines, il dibattito odierno è rimasto quello di mesi fa, a chiedersi se sono ancora valide le Province, mentre questo è un dato assodato, perchè quel policentrismo è fallito. La Provincia è stata la rappresentazione dell'incapacità di andare nella direzione del rinnovamento. Temo il pregiudizio nei sindaci che hanno fatto il ricorso, a loro va chiesto di provarci, e poi caso mai cambiare si cambia, quando la cosa applicata non dovesse funzionare - ha concluso, sottolineando in accordo con Colautti la necessità di lavorare in termini di sistema.

Secondo Diego Moretti, la legge 26 ha già raggiunto un risultato e non si può certo imputare all'assessore di non aver ascoltato e mediato. Anche gli emendamenti presentati oggi sono la giusta impostazione per un problema complesso e si ragione su modifiche che non inficiano la sostanza della legge. Finora poche unioni e pochissime fusioni. In una regione policentrica c'è bisogno di modellare situazioni specifiche, la vera sfida è allora quella di partire e correggere laddove verificheremo che serve durante l'applicazione. Infine un messaggio: guai confondere le UTI con delle mini Province, come l'aver perso tempo sui confini delle UTI anche inventandone di inesistenti. Sarà necessario che la Giunta quanto prima vari il piano di riordino territoriale, ma guai se la Regione dovesse considerare il rapporto con le UTI sulla base della loro forza: in tal caso il principio duale perderebbe significato e così la legge stessa.

(segue)