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CR: mozione riforma enti locali, rinviata votazione e fine lavori (6)

11.05.2015
19:17
(ACON) Trieste, 11 mag - RCM - La seduta è terminata prima della votazione della mozione sulla riforma degli enti locali. Prima che l'Aula prendesse questa decisione, il dibattito generale era proseguito con Giulio Lauri (SEL) che aveva affermato che la specialità viene difesa se si resta uniti. Ciò detto - ha proseguito - è vero che ci sono dei ricorsi da parte di 58 Comuni, ma a quanto mi consta sono tutti amministrati dal centrodestra. Sono comunque critiche "calcolate", che ci si attendeva come si attendono per tutte le riforme. Una soluzione, per Lauri, potrebbe essere rafforzare i poteri dei sub-ambiti, che però devono restare in numero limitato, all'interno di ogni Uti. Va bene continuare a dialogare tra forze politiche, ma - ha concluso il consigliere - non chiedeteci di fermarci e fare marcia indietro.

Dopo che Renzo Tondo (AR) ha rimarcato i contenuti della mozione anche da lui sottoscritta, il capogruppo del PD, Cristiano Shaurli, ha detto di poter condividere sia la preoccupazione per una riforma che chiede molto agli amministratori sia il rispetto delle esigenze del territorio, ma non la visione che sia una riforma di chi governa imposta con la forza. Ha così ricordato che già a ottobre 2013 furono approvate all'unanimità le linee guida del riordino del Sistema Regione-Autonomie locali, al cui interno sono previste la soppressione delle Province e l'istituzione degli ambiti territoriali ottimali con l'ambizione di inserire la messa in comune dei servizi ma anche la pianificazione e la programmazione. È una riforma voluta a inizio legislatura - ha ribadito - per verificare la sua ricaduta sul territorio. Vi chiedo di posticipare il voto della mozione alla fine della tre giorni di lavori d'Aula, ovvero a dopo che avremo trattato gli emendamenti modificativi la riforma degli enti locali; decidete una volta che avremo approvato quegli emendamenti - ha chiosato -.

Da ultimo, l'assessore Paolo Panontin ha affermato che è dal '90 che, a livello nazionale, si prova a disciplinare la materia per cercare di trovare una soluzione volontaristica, da parte delle amministrazioni, di scegliere l'associazionismo intercomunale, ma i risultati sono stati scarsi. Il FVG aveva provato con la legge regionale n. 1 del 2006, ma ha dato esiti non felici: solo tre unioni e un paio di fusioni, nulla più. L'assessore ha, quindi, reso noto di aver fatto 237 incontri sul territorio in due anni e di aver cercato di fare sintesi tra tutte le richieste, non ultimo tra chi voleva unioni che non fossero troppo grandi e chi non le voleva troppo piccole. Abbiamo solo ripreso un modello della precedente legislatura, come quella delle unioni montane - ha sottolineato -. Aver deciso in quest'Aula di abolire le Province significava già in sé scegliere di assegnare le loro funzioni a modelli che non possono essere i Comuni singolarmente, perché non possono farcela. Forziamo i Comuni il più possibile a stare insieme perché quella è la loro salvezza. Il fatto, poi, che ci siano differenze di opinione all'interno della stessa maggioranza ha solo permesso un dibattito che ha portato a una miglioria della legge; si fa una prova e poi si corregge il tiro sulla base degli esiti della prova stessa.

L'Aula riprenderà, dunque, il discorso sulla riforma degli enti locali con la seduta di domani.

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