CR: mozione riforma enti locali, rinviata votazione e fine lavori (6)
(ACON) Trieste, 11 mag - RCM - La seduta è terminata prima
della votazione della mozione sulla riforma degli enti locali.
Prima che l'Aula prendesse questa decisione, il dibattito
generale era proseguito con Giulio Lauri (SEL) che aveva
affermato che la specialità viene difesa se si resta uniti. Ciò
detto - ha proseguito - è vero che ci sono dei ricorsi da parte
di 58 Comuni, ma a quanto mi consta sono tutti amministrati dal
centrodestra. Sono comunque critiche "calcolate", che ci si
attendeva come si attendono per tutte le riforme. Una soluzione,
per Lauri, potrebbe essere rafforzare i poteri dei sub-ambiti,
che però devono restare in numero limitato, all'interno di ogni
Uti. Va bene continuare a dialogare tra forze politiche, ma - ha
concluso il consigliere - non chiedeteci di fermarci e fare
marcia indietro.
Dopo che Renzo Tondo (AR) ha rimarcato i contenuti della mozione
anche da lui sottoscritta, il capogruppo del PD, Cristiano
Shaurli, ha detto di poter condividere sia la preoccupazione per
una riforma che chiede molto agli amministratori sia il rispetto
delle esigenze del territorio, ma non la visione che sia una
riforma di chi governa imposta con la forza. Ha così ricordato
che già a ottobre 2013 furono approvate all'unanimità le linee
guida del riordino del Sistema Regione-Autonomie locali, al cui
interno sono previste la soppressione delle Province e
l'istituzione degli ambiti territoriali ottimali con l'ambizione
di inserire la messa in comune dei servizi ma anche la
pianificazione e la programmazione. È una riforma voluta a inizio
legislatura - ha ribadito - per verificare la sua ricaduta sul
territorio. Vi chiedo di posticipare il voto della mozione alla
fine della tre giorni di lavori d'Aula, ovvero a dopo che avremo
trattato gli emendamenti modificativi la riforma degli enti
locali; decidete una volta che avremo approvato quegli
emendamenti - ha chiosato -.
Da ultimo, l'assessore Paolo Panontin ha affermato che è dal '90
che, a livello nazionale, si prova a disciplinare la materia per
cercare di trovare una soluzione volontaristica, da parte delle
amministrazioni, di scegliere l'associazionismo intercomunale, ma
i risultati sono stati scarsi. Il FVG aveva provato con la legge
regionale n. 1 del 2006, ma ha dato esiti non felici: solo tre
unioni e un paio di fusioni, nulla più. L'assessore ha, quindi,
reso noto di aver fatto 237 incontri sul territorio in due anni e
di aver cercato di fare sintesi tra tutte le richieste, non
ultimo tra chi voleva unioni che non fossero troppo grandi e chi
non le voleva troppo piccole. Abbiamo solo ripreso un modello
della precedente legislatura, come quella delle unioni montane -
ha sottolineato -. Aver deciso in quest'Aula di abolire le
Province significava già in sé scegliere di assegnare le loro
funzioni a modelli che non possono essere i Comuni singolarmente,
perché non possono farcela. Forziamo i Comuni il più possibile a
stare insieme perché quella è la loro salvezza. Il fatto, poi,
che ci siano differenze di opinione all'interno della stessa
maggioranza ha solo permesso un dibattito che ha portato a una
miglioria della legge; si fa una prova e poi si corregge il tiro
sulla base degli esiti della prova stessa.
L'Aula riprenderà, dunque, il discorso sulla riforma degli enti
locali con la seduta di domani.
(fine)