M5S: Frattolin, mozione enti locali, i dubbi sulla riforma
(ACON) Trieste, 11 mag - COM/MPB - La portavoce del M5S
Eleonora Frattolin è intervenuta nel dibattito in Aula sulla
mozione sulla riforma degli enti locali per ribadire la posizione
del MoVimento.
"Senza scendere nei dettagli dell'attuale caotica situazione (ben
evidenziata dalle premesse della mozione), è giusto però
ricordare la nostra posizione e i dubbi che continuano a
permanere in merito a questa riforma.
"Totalmente negativo il giudizio sul meccanismo di trasferimento
all'Unione dei finanziamenti regionali e delle risorse comunali e
sull'attribuzione all'Unione del compito di deliberare le tariffe
per i servizi di competenza che inciderà negativamente sui comuni
virtuosi e finirà per aggravare pesantemente il prelievo fiscale
nei confronti dei cittadini.
"L'adesione alle Unioni territoriali intercomunali (Uti) dei
comuni con una popolazione fra i 3 e i 5 mila abitanti è
obbligatoria, ma di fatto questo obbligo colpirà anche i comuni
di dimensioni maggiori in quanto la Regione impone sanzioni
finanziarie a chi non aderirà, con il rischio di vedersi tagliare
le risorse almeno del 30%.
"Con l'istituzione obbligatoria delle Uti si creano ulteriori 17
enti intermedi. La loro nascita porterà a disincentivare di fatto
le fusioni fra comuni, che sono l'unica vera forma di
razionalizzazione della spesa delle amministrazioni. Senza
scordare che le modalità per la messa in comune di servizi
nell'ambito delle Unioni territoriali intercomunali dovrebbero
richiedere la massima attenzione. Le valutazioni da fare per
decidere se aderire all'Uti proposta dalla Regione oppure cercare
altre aggregazioni alternative, infatti, richiedono tempo,
ponderazione e confronto con tutti gli altri comuni interessati.
Tempo che purtroppo non c'è stato per la forte accelerazione che
la giunta Serracchiani ha voluto imprimere a questa riforma.
"Le Uti si configurano come enti elettivi di secondo grado, in
quanto il cittadino non è chiamato a eleggere i componenti degli
organi rappresentati. In sostanza saranno nominati dagli organi
dei comuni che compongono le Uti. In questo modo di fatto viene
calpestata l'applicazione della democrazia, favorendo - fatto
gravissimo - inevitabili accordi di scambio.
"L'art.3 della legge recita testualmente quanto segue:
La riorganizzazione delle forme associative tra i Comuni e la
distribuzione delle funzioni amministrative, in attuazione dei
principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, nel
rispetto del principio della concertazione e della leale
collaborazione fra istituzioni e forme associative espressione
delle comunità locali, si realizza attraverso, tra gli altri: -
la partecipazione della cittadinanza e dei livelli
istituzionali più prossimi alle comunità locali; - la coesione
tra le istituzioni del sistema Regione-Autonomie locali e
l'integrazione delle politiche sociali, territoriali ed
economiche.
"Infine va ricordato come molti portatori di interesse ascoltati
durante le audizioni (in particolare l'ANCI) siano convinti che
una riforma di tale portata debba realizzarsi attraverso una
serie progressiva di aggiustamenti.
"Ribadiamo nuovamente come si dovrebbe predisporre un tavolo di
concertazione fra enti ed istituzioni e portatori d'interesse che
possa determinare per ogni funzione/servizio quale sia il livello
ottimale di gestione/erogazione.
"Non possiamo concludere senza constatare come sia sempre più
evidente che la modalità dell'azione politica di questa Giunta
(specchio fedele di quella del Governo nazionale) privilegia
l'accentramento piuttosto che la distribuzione, esaltando la
velocità decisionale piuttosto che una giusta ponderazione delle
scelte, al fine di ottenere al più presto un risultato qualsiasi
da poter sbandierare.
"La conseguenza sotto gli occhi di tutti, citando le
preoccupazioni espresse dalla mia collega Bianchi in sede di
discussione della riforma, è questo atteggiamento "decisionista"
anziché partecipativo, e per forza di cose l'estrema
semplificazione delle problematiche, anziché il governo della
complessità.
"La legge approvata a novembre svilisce l'autonomia dei singoli
comuni.
"Pertanto anche il MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di
sospendere immediatamente l'applicazione della riforma degli enti
locali.
"Termino con una precisazione dovuta rispetto a ciò che è uscito
sulla stampa: i nostri senatori hanno votato contro l'emendamento
del senatore Russo. Non si sarebbero mai permessi di fare
diversamente, coerentemente per rispettare il territorio e quindi
la posizione che noi avevamo già espresso in questa sede. Ossia,
l'assoluta inutilità della previsione nello Statuto della città
metropolitana, possibilità già ampiamente prevista dal 2006 ad
iniziativa del comune capofila, che in tutti questi anni di
alterne maggioranze, non ha mai dimostrato tale volontà.
"È indicativo che tale questione venga rispolverata senza prima
consultare i territori e soprattutto in evidente campagna
elettorale per le prossime elezioni comunali a Trieste".