CR: presidente Iacop commemora Zigaina, artista senza compromessi (1)
(ACON) Trieste, 12 mag - AB - Giuseppe Zigaina, morto lo scorso
16 aprile all'età di 91 anni, è stato ricordato in Consiglio
regionale, in apertura di seduta, dal presidente Franco Iacop.
Zigaina - così Iacop - è stato una figura centrale della pittura
italiana del secondo Novecento e il Friuli Venezia Giulia ha
perso il suo più grande artista. Era nato nel 1924 a Cervignano
del Friuli, "verso la laguna", come titolano alcuni suoi
capolavori. L'infanzia è in collegio a Tolmino, oggi in Slovenia.
La giovinezza è vissuta nella solitudine e nei lunghi giri in
bicicletta che lo portavano a contatto con un territorio che
costituì la linfa della sua ricerca culturale. Poi, le prime
esperienze pittoriche e il raggiungimento della maturità
artistica a Venezia, quindi l'incontro a Udine, nell'immediato
dopoguerra, con Pier Paolo Pasolini.
Aveva 24 anni quando fu ammesso alla prima grande biennale del
dopoguerra, quella del 1948, che segnava l'apertura al mondo. A
26 gli fu riservata una sala personale che ospitò quadri capitali
del Neorealismo italiano. Vinceva allora il premio Fontanesi, il
primo dei numerosi riconoscimenti che conseguì nella sua lunga
vita. E poi, ancora nella Biennale del 1952, presentava i
braccianti del Cormor nello storico "sciopero a rovescio", in un
crescendo di esperienze e riconoscimenti che lo porteranno verso
traguardi importanti nel mondo.
Si intensificava intanto lo scambio intellettuale con Pasolini -
ha aggiunto Iacop - che volle Zigaina accanto, ora come
consulente, ora come attore, in tre dei suoi film: Teorema,
Medea, Decameron. Ma fu in un pomeriggio americano dei primi anni
Ottanta, Zigaina insegnava allora all'Art Institute di San
Francisco, che intuì il messaggio pasoliniano implicito alla sua
fine tremenda. Per l'amico, il pittore migrò alla scrittura,
elaborando una coltissima rivisitazione della morte del poeta,
che gli meritò l'ingresso nella Bayerische Akademie di Monaco.
Nel mentre, dipingeva e incideva i temi a lui più cari, quelli
legati al territorio di appartenenza: I campi dell'arciduca,
Verso la laguna, le Farfalle del 4 novembre, La sera nel vigneto,
Mio padre l'Ariete e Il colle di Redipuglia argomentano questo
rapporto con la terra d'origine che mai volle abbandonare e che
elaborò definendo quel paesaggio come anatomia che costituisce il
tema di molti suoi lavori.
La scomparsa di Zigaina - ha affermato Iacop - è perdita grave,
ma a renderne indelebile la figura rimane una pittura
d'eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, una pittura cui la
Regione FVG ha dedicato nel 2009 la grande mostra antologica di
Villa Manin; c'è la sua ricerca grafica che proprio l'anno
passato, nell'omaggio ai suoi 90 anni, abbiamo ospitato in
un'antologica nella sede del Consiglio regionale.
Rimane anche una produzione letteraria importante, che rende rara
la complessità della sua figura intellettuale. In questa sede,
non dimentichiamo, resta il grande arazzo della Sala consigliare,
che tratta il tema a lui caro del Colle di Redipuglia. Ma
soprattutto resta il ricordo - ha concluso Iacop - di una figura
senza compromessi, che seppe affrontare l'arte nella convinzione,
come egli scrisse, "che un artista moderno non possa in alcun
modo disinteressarsi delle vicende degli uomini, ma come ogni
altro vero uomo di cultura abbia il compito di adoperare la sua
autorità per imprimere all'andamento delle cose il senso che egli
ritiene il piú giusto a seconda della sua concezione della vita e
del mondo".
Lascia la moglie Maria e la figlia Alessandra, cui va il nostro
sincero cordoglio.
(segue)