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CR: riforma Cal, relatori maggioranza Martines e Paviotti (3)

12.05.2015
14:37
(ACON) Trieste, 12 mag - RCM - Il disegno di legge n. 90 sulla disciplina del Consiglio delle autonomie locali (Cal) costituisce un ulteriore momento del percorso di riforma del sistema Regione/Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia intrapreso dall'inizio dell'attuale legislatura. La tappa precedente è rappresentata dalla legge regionale n. 26 del 2014 che tratta le Unioni territoriali intercomunali e la riallocazione di determinate funzioni amministrative, dove è stata ridefinita l'architettura istituzionale della Regione rafforzando il ruolo dei Comuni. Conseguentemente, nel rinnovato contesto ordinamentale si è reputato necessario riformare anche l'organo rappresentativo delle Autonomie locali, il Cal, affinché sia in grado di assicurare un confronto più rispondente al mutato quadro istituzionale, svolgendo una funzione di sintesi delle molteplici istanze dei territori, secondo una previsione espressa già nelle linee guida approvate dalla Giunta regionale nell'ottobre del 2013.

Partendo da questa medesima premessa, Vincenzo Martines (Pd) e Pietro Paviotti (Cittadini) hanno proseguito nell'esplicitare i contenuti del ddl n. 90 in qualità di relatori di maggioranza.

Così i punti principali elencati da Martines: una rivisitazione della composizione del Cal, prevedendo una rappresentanza istituzionale di enti locali formata da un Comune per ciascuna Unione territoriale intercomunale; sotto il profilo delle funzioni, il rafforzamento del ruolo del Cal allo scopo di favorire la coesione tra le istituzioni e la sintesi degli interessi coinvolti nella definizione delle politiche territoriali; individuare il Cal quale sede della permanente collaborazione istituzionale fra la Regione, gli enti locali e gli altri soggetti portatori di interessi; prevedere rilevanti modifiche al processo di acquisizione del parere e di formazione dell'intesa; un'innovativa attribuzione di funzioni deliberanti e redigenti alle Commissioni interne del Consiglio; l'attribuzione al Cal delle funzioni della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale in relazione alle tematiche afferenti alle politiche sanitarie, sul presupposto che alle Unioni fanno capo anche le funzioni degli attuali ambiti distrettuali.

Per ciò che riguarda la composizione del Cal - ha detto Paviotti -, si prevede una rappresentanza istituzionale di enti locali formata da un Comune per ciascuna Unione territoriale intercomunale, secondo una soluzione che ha il pregio di garantire la rappresentatività dell'intero territorio regionale. Per quanto riguarda invece le funzioni del Cal, se da un lato si sono mantenute le forme di consultazione classica, rappresentate dall'espressione dell'intesa e del parere sui provvedimenti che rivestono effettiva rilevanza per il sistema delle Autonomie locali, dall'altro si è previsto che il Consiglio collabori con gli uffici regionali nella valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche sul territorio, ciò per valutare punti di forza e di debolezza delle politiche attuate e fornire alla Regione dati utili per un miglioramento costante dell'azione amministrativa.

Sempre Paviotti ha poi fatto presente che il personale del Cal, pur permanendo nell'ambito della Direzione centrale Autonomie locali, è funzionalmente posto alle dipendenze del presidente del Cal. Per valorizzare l'efficacia delle consultazioni, si è previsto che, qualora la Giunta regionale si discosti dal parere del Cal, la stessa debba approvare l'atto all'unanimità e motivare il suo scostamento. Stabilita la possibilità, per il Cal, di formulare proposte legislative da sottoporre alla Giunta o ai consiglieri regionali: l'unico organo legislativo è il Consiglio regionale, ma si confermare pure la convinzione che il Cal possa e debba collaborare concretamente con il legislatore per concorrere a una produzione legislativa capace di raggiungere lo sviluppo della comunità regionale. In questo senso si afferma qualcosa che giuridicamente già esiste (chiunque oggi può già proporre a un consigliere di attivarsi su una particolare materia, ha fatto presente Paviotti), ma che politicamente ha una sua forza e segna un percorso virtuoso.

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