Pd-Ssk: Gabrovec, proliferazione cinghiali va assolutamente contenuta
(ACON) Trieste, 27 mag - COM/AB - "È da troppi anni che
l'emergenza cinghiali si sta aggravando con ritmo costante e ogni
intervento di contenimento della popolazione degli ungulati si è
finora purtroppo dimostrato assolutamente inadeguato".
A metterlo in evidenza è il consigliere regionale Igor Gabrovec
(Pd-Ssk), che aggiunge.
"Stante la normativa attuale è chiaro che le Province da sole non
sono in grado di affrontare il problema, come anche risulta
decisamente insufficiente, seppur negli anni incrementato, il
numero di capi abbattuti nelle singole riserve di caccia. La
provincia di Trieste e quanto meno tutto il Carso e il Collio
goriziano sembrano trasformati in un vero e proprio allevamento
di cinghiali allo stato brado, con continuo incremento della
popolazione. Nemmeno le barriere meccaniche (recinzioni
metalliche ed elettriche) risolvono adeguatamente il problema,
anche in considerazione degli alti costi per la loro apposizione
e manutenzione e per il fatto che gli appezzamenti fondiari in
queste zone sono molto frazionati e spesso di piccole dimensioni.
"L'entità degli indennizzi previsti è irrisoria e soprattutto non
può risolvere il problema alla radice. Oltre il danno vi è quindi
anche la beffa, considerato che gli indennizzi, per quanto magri,
sono soggetti al regime de minimis. Dobbiamo sostenere gli
agricoltori nel loro fondamentale diritto al lavoro e alla
soddisfazione di poter arrivare ad un raccolto dopo mesi o anni
di sforzi e investimenti".
Il consigliere regionale della Slovenska skupnost Igor Gabrovec
già nella scorsa legislatura aveva sottoposto all'attenzione
dell'allora Giunta Tondo non soltanto il problema, ma tutta una
serie di soluzioni concrete e quindi attuabili.
"Già a luglio del 2011 il Consiglio regionale su mia iniziativa
impegnava la Giunta a predisporre una proposta di modifica della
normativa regionale. Prendendo ad esempio la legislazione in
materia nella vicina Slovenia, che viene considerata sotto molti
aspetti maggiormente efficace nel perseguire l'obiettivo del
contenimento della fauna degli ungulati, e considerando le
proposte che sono emerse nel corso dei tavoli verdi convocati
dalle Amministrazioni provinciali di Trieste e Gorizia, il
documento proponeva di ampliare per legge i periodi e gli orari
di caccia e quindi controllare con maggior efficacia l'esplosione
demografica degli ungulati.
"Avevamo chiesto all'Esecutivo regionale di sostenere la
creazione di un macello, o di un centro lavorazione carni
dedicato alla selvaggina. Tale struttura potrebbe essere
organizzata e gestita in comune tra le due province di Trieste e
Gorizia, favorendo lo sviluppo e le diffusione di prodotti
alimentari locali derivanti dalla lavorazione delle carni
selvatiche", ricorda Gabrovec che ha riproposto le stesse
considerazioni anche all'attuale Governo regionale.
"Da qui anche l'ordine del giorno, che è da ritenersi vincolante,
collegato alla Finanziaria 2014, che impegnava a considerare nel
Piano faunistico regionale in fase avanzata di approvazione le
zone della provincia di Trieste e del Collio goriziano come zone
di rimozione e quindi non più solo controllo per le specie
cinghiale come anche quella del cervo" conclude Gabrovec, che ha
in tal senso ritrasmesso tutta la documentazione all'attuale
assessore, ricordando che tutto ciò è quanto chiedono gli
agricoltori già da molti anni.
"I recenti e preoccupanti fatti di cronaca non fanno che
confermare quanto sostenuto e oggi, probabilmente, è più sentito
anche da fasce più ampie dell'opinione pubblica".