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CR: Dat, voto alle Camere e al Governo e mozione (5)

27.05.2015
16:05
(ACON) Trieste, 27 mag - RCM - Un voto alle Camere e al Governo affinché anche l'Italia si doti di una legge sul "fine vita". È quanto chiedono 22 consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia, tanto di maggioranza quanto di opposizione, attraverso un documento il cui primo firmatario è Stefano Pustetto (SEL).

La richiesta arriva all'Aula all'indomani dell'impugnazione del Consiglio dei ministri, davanti alla Corte costituzionale, della legge regionale del FVG n. 4 di marzo scorso sulle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat) e sulla raccolta delle volontà di donazione degli organi. Il Governo ritiene che la legge della Regione FVG invada l'esclusiva competenza dello Stato sia in materia di ordinamento civile e penale sia in materia di tutela della salute (articolo 117 della Costituzione italiana), e che violi il principio di eguaglianza (art. 3 della Costituzione) secondo cui per i diritti fondamentali dell'individuo vi deve essere unitarietà dell'ordinamento.

Ecco che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia - si afferma nel documento illustrato dallo stesso Pustetto - fa voti affinché Parlamento e Governo procedano al completamento dell'istruttoria per poter rendere pienamente e sotto ogni aspetto operativa la Convenzione di Orvieto, colmino questo vuoto normativo sul tema del "fine vita" e diano risposta alle richieste dei cittadini in tal senso.

La Convenzione dice che "un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato un consenso libero e informato", e che "i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione". Il nostro Governo ha firmato tale convenzione, ma non ha ancora depositato lo strumento della sua ratifica, ovvero la legge n. 145 del 2001: il che significa che da 14 anni il Paese aspetta che l'accordo entri in vigore.

Intanto altri Paesi europei, quali Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda, Danimarca, Svizzera e Regno Unito, hanno già normato il testamento biologico. Non solo, ma più di 130 Comuni italiani hanno istituito il registro del testamento biologico e in altre decine di Comuni è iniziato l'iter in tal senso. Non da ultimo, sono 11 le proposte di legge su questo tema depositate in parlamento e ferme in Commissione: 7 alla Camera e 4 al Senato. Nel frattempo, in tutti i sondaggi fatti sino a oggi, gli italiani si sono espressi in maniera inequivoca a favore del testamento biologico. Nel Triveneto, la percentuale dei consensi alle Dat è pari al 78,3%; in FVG, in 5.500 hanno firmato per l'istituzione del registro regionale delle Dat.

Se così chiedono in 22 consiglieri, i forzirsi Riccardi, Marini e De Anna hanno preferito presentare una mozione che avrebbe il fine di impegnare la presidente Serracchiani "a non opporsi al ricorso del Governo presso la Corte costituzionale contro la legge reginale di marzo 2015 n. 4".

Riccardi dapprima ha evidenziato che, fin dalla discussione in Aula, da più parti erano stati avanzati dubbi circa la costituzionalità del provvedimento soprattutto in riferimento ad analoghe esperienze legislative puntualmente impugnate dal Governo davanti alla Corte costituzionale. Ha, quindi, affermato di ritenere del tutto fuorviante e inappropriato utilizzare, da parte della Regione, l'opposizione in giudizio come strumento per spronare iniziative parlamentari, e tanto meno per combattere una battaglia che sembra essere connotata più da elementi ideologici che politici o pratici. Infine, l'iniziativa legislativa in materia di Dat era già suscettibile di essere sottoposta al vaglio delle autorità competenti in materia di danno erariale, stante la quasi certa - e poi puntualmente avvenuta - impugnazione da parte del Governo.

(immagini tv)

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