CR: Dat, voto alle Camere e al Governo e mozione (5)
(ACON) Trieste, 27 mag - RCM - Un voto alle Camere e al Governo
affinché anche l'Italia si doti di una legge sul "fine vita". È
quanto chiedono 22 consiglieri regionali del Friuli Venezia
Giulia, tanto di maggioranza quanto di opposizione, attraverso un
documento il cui primo firmatario è Stefano Pustetto (SEL).
La richiesta arriva all'Aula all'indomani dell'impugnazione del
Consiglio dei ministri, davanti alla Corte costituzionale, della
legge regionale del FVG n. 4 di marzo scorso sulle dichiarazioni
anticipate di trattamento sanitario (Dat) e sulla raccolta delle
volontà di donazione degli organi. Il Governo ritiene che la
legge della Regione FVG invada l'esclusiva competenza dello Stato
sia in materia di ordinamento civile e penale sia in materia di
tutela della salute (articolo 117 della Costituzione italiana), e
che violi il principio di eguaglianza (art. 3 della Costituzione)
secondo cui per i diritti fondamentali dell'individuo vi deve
essere unitarietà dell'ordinamento.
Ecco che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia - si
afferma nel documento illustrato dallo stesso Pustetto - fa voti
affinché Parlamento e Governo procedano al completamento
dell'istruttoria per poter rendere pienamente e sotto ogni
aspetto operativa la Convenzione di Orvieto, colmino questo vuoto
normativo sul tema del "fine vita" e diano risposta alle
richieste dei cittadini in tal senso.
La Convenzione dice che "un intervento nel campo della salute non
può essere effettuato se non dopo che la persona interessata
abbia dato un consenso libero e informato", e che "i desideri
precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da
parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in
grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in
considerazione". Il nostro Governo ha firmato tale convenzione,
ma non ha ancora depositato lo strumento della sua ratifica,
ovvero la legge n. 145 del 2001: il che significa che da 14 anni
il Paese aspetta che l'accordo entri in vigore.
Intanto altri Paesi europei, quali Francia, Spagna, Germania,
Belgio, Olanda, Danimarca, Svizzera e Regno Unito, hanno già
normato il testamento biologico. Non solo, ma più di 130 Comuni
italiani hanno istituito il registro del testamento biologico e
in altre decine di Comuni è iniziato l'iter in tal senso. Non da
ultimo, sono 11 le proposte di legge su questo tema depositate in
parlamento e ferme in Commissione: 7 alla Camera e 4 al Senato.
Nel frattempo, in tutti i sondaggi fatti sino a oggi, gli
italiani si sono espressi in maniera inequivoca a favore del
testamento biologico. Nel Triveneto, la percentuale dei consensi
alle Dat è pari al 78,3%; in FVG, in 5.500 hanno firmato per
l'istituzione del registro regionale delle Dat.
Se così chiedono in 22 consiglieri, i forzirsi Riccardi, Marini e
De Anna hanno preferito presentare una mozione che avrebbe il
fine di impegnare la presidente Serracchiani "a non opporsi al
ricorso del Governo presso la Corte costituzionale contro la
legge reginale di marzo 2015 n. 4".
Riccardi dapprima ha evidenziato che, fin dalla discussione in
Aula, da più parti erano stati avanzati dubbi circa la
costituzionalità del provvedimento soprattutto in riferimento ad
analoghe esperienze legislative puntualmente impugnate dal
Governo davanti alla Corte costituzionale. Ha, quindi, affermato
di ritenere del tutto fuorviante e inappropriato utilizzare, da
parte della Regione, l'opposizione in giudizio come strumento per
spronare iniziative parlamentari, e tanto meno per combattere una
battaglia che sembra essere connotata più da elementi ideologici
che politici o pratici. Infine, l'iniziativa legislativa in
materia di Dat era già suscettibile di essere sottoposta al
vaglio delle autorità competenti in materia di danno erariale,
stante la quasi certa - e poi puntualmente avvenuta -
impugnazione da parte del Governo.
(immagini tv)
(segue)