M5S: Dal Zovo chiede audizione in Commissione su problema cinghiali
(ACON) Trieste, 29 mag - COM/AB - "La vicenda del ferimento di
una persona a Trieste da parte di un cinghiale esige una seria
riflessione da parte dell'Amministrazione regionale, soggetto
responsabile della gestione faunistica nel Friuli Venezia Giulia.
Per questo chiediamo una audizione urgente in IV Commissione dei
soggetti pubblici chiamati a lavorare sulle problematiche legate
a questa e ad altre specie selvatiche che interagiscono con le
attività umane: personale di vigilanza delle Province, Istituto
superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) e
servizio regionale competente".
A chiedere l'audizione è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in
Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo.
"Bisogna evitare il solito approccio all'italiana, secondo cui
dopo un episodio grave il mondo politico ha una prima fase in cui
sfodera slogan e proposte demagogiche e dannose, a cui segue
regolarmente una seconda fase in cui il tutto finisce nel
dimenticatoio; decisamente meglio cercare dunque di ragionare su
come - in prospettiva - si possa fornire risposte serie alla
comunità - sostiene Dal Zovo. Bene, in questo senso, le
dichiarazioni dell'assessore Panontin che annuncia l'imminente
approvazione del Piano faunistico regionale, atto fondamentale
che nel Friuli Venezia Giulia viaggia con 23 anni di ritardo. Si
tratta certamente di uno strumento indispensabile, con il quale
la pubblica amministrazione regionale può cominciare a
riappropriarsi della gestione della fauna selvatica, dopo aver
abdicato in toto a occuparsene con la legge 6/2008 che delegava
praticamente tutta la questione al solo mondo venatorio".
"Ma il piano faunistico ha - per legge - il compito di
intervenire sul solo territorio agro-silvo-pastorale, sul quale -
annuncia Panontin - sarà aumentata la pressione venatoria.
Dubitiamo che il solo Piano - senza una adeguata riforma del
quadro normativo regionale in materia - potrà influire sulle
problematiche: già ora nel Friuli Venezia Giulia i cacciatori di
cinghiali godono del periodo più vantaggioso d'Italia: da maggio
a gennaio, tutti i giorni della settimana tranne il martedì ed il
venerdì, da due ore prima del sorgere del sole a due ore dopo il
tramonto".
"Gli ambiti urbani - nei quali sono segnalati i problemi maggiori
- non rientrano però nel piano faunistico e nemmeno nelle zone
dove la caccia è ammessa. Lo stesso Panontin sulla stampa ricorda
a tutti che al di fuori dei periodi previsti e delle aree
cacciabili il controllo non può essere attuato mediante
l'attività venatoria bensì esclusivamente attraverso l'adozione
di deroghe da parte della Provincia, come prevede la legge.
Proprio qui stanno le reali responsabilità della Regione: le
deroghe - dice la legge nazionale - vanno attuate dal personale
di vigilanza delle Province. Nel documento tecnico con il quale
già nel 1994 l'Infs (ora Ispra) dava indicazioni alle Regioni su
come dare attuazione alla legge nazionale sulla tutela e gestione
della fauna selvatica si chiariva - ricorda la portavoce M5S -
che questo personale doveva essere in numero sufficiente,
altamente formato nelle materie specifiche e non andava destinato
a compiti diversi".
"Ma nel Friuli Venezia Giulia, con la legge regionale 9/2009,
sono state sostanzialmente fusi i meccanismi di reclutamento,
dotazione organica, formazione degli ex guardiacaccia provinciali
con quelli dei vigili urbani dei comuni, distraendo le già scarse
forze in campo (5 operatori in Provincia di Trieste, 5 in quella
di Gorizia, 34 nella provincia di Udine, 18 nel Pordenonese) dai
compiti fondamentali per adibirle anche a funzioni di
rappresentanza alle manifestazioni o a controlli stradali con
autovelox. Si tratta di una norma che ha evidentemente fatto la
felicità dei bracconieri, ma che ha minato fortemente le capacità
di risposta a problematiche come quelle dei cinghiali in città".
"Il centrosinistra, che ai tempi della Giunta Illy nella legge
regionale 6/2008 aveva inserito un articolo che prevedeva entro
il 2009 la razionalizzazione delle forze in campo nella vigilanza
ambientale, si è fino a oggi adeguato. Nella riforma Panontin
degli enti locali - sottolinea Dal Zovo - non c'è infatti traccia
dell'accorpamento tra Corpo forestale e personale di vigilanza
delle Province. La situazione di limbo in cui queste ultime sono
state lasciate in attesa della cancellazione, peggiora ovviamente
ancora di più la situazione organizzativa delle strutture di
vigilanza, ridotte ormai all'osso".
"Posto che la situazione più rischiosa che si possa immaginare è
proprio quella in cui le persone si fanno giustizia da sé (la
quasi totalità dei casi di aggressione da parte di cinghiali
avviene in situazioni simili o in incidenti di caccia), è
evidente l'urgenza di ripristinare la capacità della pubblica
amministrazione di intervenire con tempestività, competenza ed
efficacia nelle situazioni pericolose o problematiche. Certo, il
ripristino della vigilanza faunistica e venatoria nel Friuli
Venezia Giulia farà arrabbiare qualche bracconiere, ma se ne
faranno una ragione".