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M5S: Ussai, nel 2020 Trieste con più mortalità d'Italia per PM 2,5

11.06.2015
11:33
(ACON) Trieste, 11 giu - COM/RCM - Conferenza dei servizi convocata per il riesame e il rinnovo dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) richiesta dalla Siderurgica Triestina per l'impianto della Ferriera di Servola. E il MoVimento 5 Stelle, tramite il portavoce Andrea Ussai, rende noto che "sono pesantissimi, per Trieste, i dati dell'ultimo studio commissionato dal ministero della Salute sull'impatto dell'inquinamento atmosferico sull'ambiente e sulla salute dei cittadini. Nel 2020, il capoluogo del Friuli Venezia Giulia avrà uno dei tassi di mortalità più elevati in Italia per inquinamento da PM 2,5 e da biossido di azoto. Questo studio non fa che confermare ancora una volta che vanno messe in campo subito delle scelte drastiche".

Lo studio in questione ha per titolo "Valutazione integrata dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sull'ambiente e sulla salute" (Viias), finanziato dal Centro controllo malattie del ministero della Salute, si è concentrato sull'incidenza dell'inquinamento da PM 2,5 e da biossido di azoto NO2 in ogni provincia italiana - spiega ancora Ussai -. Il tasso di mortalità vedeva Trieste al 4° posto nel 2005 e al 6° posto nel 2010 per quanto riguarda le PM 2,5, mentre al 3° posto nel 2005 e al 17° nel 2010 per quanto concerne il biossido di azoto".

I dati più allarmanti - attacca Ussai - sono però quelli che stimano le morti per inquinamento nel 2020. Nel caso fossimo in presenza di una riduzione del 20% delle concentrazioni dei fattori inquinanti, la città si troverebbe al 2° posto per decessi dovuti a PM 2,5 e al 3° posto per biossido di azoto. Neanche una completa adesione ai limiti di legge delle normative nazionali ed europee finirebbe per migliorare la situazione: Trieste finirebbe addirittura per accaparrarsi, in entrambi i casi, il gradino più alto del podio. Lo studio Viias dimostra, infatti, che anche una eventuale riduzione significativa delle emissioni non si tradurrebbe in un abbassamento proporzionale delle esposizioni, soprattutto in quelle aree, come Trieste, caratterizzate da condizioni fisiche difficili.

Questi dati dovrebbero far riflettere chi è chiamato a prendere decisioni importanti per il territorio triestino - prosegue Ussai -. Ormai è chiaro che gli attuali limiti di legge non sono sufficienti. Limiti che, come sappiamo, non vengono minimamente rispettati. Basti ricordare che, per quanto riguarda il PM 10, nel 2015 ci sono già stati 58 sforamenti, registrati dalla centralina di San Lorenzo in Selva, quando il numero massimo consentito per legge è di 35. È una situazione che non può più essere trascurata visto che la politica vuole continuare a sostenere le attività industriali fortemente impattanti.

I principali colpevoli di questa situazione secondo il MoVimento 5 Stelle sono il traffico, l'inceneritore e, naturalmente, la Ferriera di Servola: l'area a caldo della Ferriera va chiusa progressivamente, in accordo con Arvedi. Ci sono gli strumenti per farlo, come l'Aia, e i lavoratori della Ferriera vanno ricollocati nel laminatoio a freddo.