M5S: Ussai, nel 2020 Trieste con più mortalità d'Italia per PM 2,5
(ACON) Trieste, 11 giu - COM/RCM - Conferenza dei servizi
convocata per il riesame e il rinnovo dell'Autorizzazione
integrata ambientale (Aia) richiesta dalla Siderurgica Triestina
per l'impianto della Ferriera di Servola. E il MoVimento 5
Stelle, tramite il portavoce Andrea Ussai, rende noto che "sono
pesantissimi, per Trieste, i dati dell'ultimo studio
commissionato dal ministero della Salute sull'impatto
dell'inquinamento atmosferico sull'ambiente e sulla salute dei
cittadini. Nel 2020, il capoluogo del Friuli Venezia Giulia avrà
uno dei tassi di mortalità più elevati in Italia per inquinamento
da PM 2,5 e da biossido di azoto. Questo studio non fa che
confermare ancora una volta che vanno messe in campo subito delle
scelte drastiche".
Lo studio in questione ha per titolo "Valutazione integrata
dell'impatto dell'inquinamento atmosferico sull'ambiente e sulla
salute" (Viias), finanziato dal Centro controllo malattie del
ministero della Salute, si è concentrato sull'incidenza
dell'inquinamento da PM 2,5 e da biossido di azoto NO2 in ogni
provincia italiana - spiega ancora Ussai -. Il tasso di mortalità
vedeva Trieste al 4° posto nel 2005 e al 6° posto nel 2010 per
quanto riguarda le PM 2,5, mentre al 3° posto nel 2005 e al 17°
nel 2010 per quanto concerne il biossido di azoto".
I dati più allarmanti - attacca Ussai - sono però quelli che
stimano le morti per inquinamento nel 2020. Nel caso fossimo in
presenza di una riduzione del 20% delle concentrazioni dei
fattori inquinanti, la città si troverebbe al 2° posto per
decessi dovuti a PM 2,5 e al 3° posto per biossido di azoto.
Neanche una completa adesione ai limiti di legge delle normative
nazionali ed europee finirebbe per migliorare la situazione:
Trieste finirebbe addirittura per accaparrarsi, in entrambi i
casi, il gradino più alto del podio. Lo studio Viias dimostra,
infatti, che anche una eventuale riduzione significativa delle
emissioni non si tradurrebbe in un abbassamento proporzionale
delle esposizioni, soprattutto in quelle aree, come Trieste,
caratterizzate da condizioni fisiche difficili.
Questi dati dovrebbero far riflettere chi è chiamato a prendere
decisioni importanti per il territorio triestino - prosegue Ussai
-. Ormai è chiaro che gli attuali limiti di legge non sono
sufficienti. Limiti che, come sappiamo, non vengono minimamente
rispettati. Basti ricordare che, per quanto riguarda il PM 10,
nel 2015 ci sono già stati 58 sforamenti, registrati dalla
centralina di San Lorenzo in Selva, quando il numero massimo
consentito per legge è di 35. È una situazione che non può più
essere trascurata visto che la politica vuole continuare a
sostenere le attività industriali fortemente impattanti.
I principali colpevoli di questa situazione secondo il MoVimento
5 Stelle sono il traffico, l'inceneritore e, naturalmente, la
Ferriera di Servola: l'area a caldo della Ferriera va chiusa
progressivamente, in accordo con Arvedi. Ci sono gli strumenti
per farlo, come l'Aia, e i lavoratori della Ferriera vanno
ricollocati nel laminatoio a freddo.