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V Comm: approvato ddl finanza locale (2)

24.06.2015
17:02
(ACON) Trieste, 24 giu - RCM - Il disegno di legge di riforma della finanza locale è stato accolto a maggioranza, con i voti favorevoli dei gruppi di centrosinistra, la contrarietà di Forza Italia e l'astensione del MoVimento 5 Stelle. Relatori per l'Aula (il provvedimento è già stato calendarizzato per la prossima settimana) saranno il presidente della V Commissione, Vincenzo Martines (Pd), e Pietro Paviotti (Citt) di maggioranza; Rodolfo Ziberna (FI) ed Elena Bianchi (M5S) di minoranza.

Tra le modifiche al testo base, si segnalano, della Giunta: la previsione di un Fondo per sostenere gli studi di fattibilità di fusioni tra Comuni, così come di un Fondo per la conversione di incentivi pluriennali, dunque già concessi, in quote annuali costanti agli enti locali per opere pubbliche e relativi investimenti da erogare in base alla progressione della spesa; un rinvio alla normativa statale quanto a enti esclusi dai vincoli di finanza pubblica e parimenti in materia di saldo finanziario in termini di competenza mista, oltre al rendere compatibili i termini regionali con quelli statali in materia di monitoraggio sul Patto di stabilità; un aumento del compenso dell'organo di revisione dell'Unione territoriale intercomunale che sia revisore anche presso i Comuni dell'Uti medesima.

Introdotta, inoltre, una serie di nuovi articoli con cui si intende disciplinare: la possibilità, per le aziende pubbliche di servizi alla persona previste nella legge regionale n. 19 del 2003, di trasformarsi in fondazioni, ovvero soggetti con personalità giuridica di diritto privato senza fini di lucro; il fatto che la Centrale unica di committenza regionale, prevista nella legge regionale n. 26 del 2014, operi a favore degli enti locali a decorrere dal primo gennaio 2016, stessa data prevista per l'obbligo di ricorrere alla centralizzazione della committenza per l'acquisizione di lavori, beni e servizi da parte dei Comuni non capoluogo di Provincia, fatte salve alcune fattispecie.

Oltre a queste introduzioni, è stato accolto l'aumento da 10.000 a 15.000 il limite del numero di abitanti dei Comuni dove la revisione economico-finanziaria è affidata a un unico revisore, perciò il collegio di tre revisori sarà presente solo nei Comuni con più di 15.000 abitanti nonché nelle cittadine di Grado e Lignano (modifica ottenuta dai capigruppo di Pd, Sel e Cittadini). Tutti d'accordo anche a che la Commissione consiliare competente esprima un parere sul regolamento regionale con cui si stabiliscono le condizioni strutturali di gestione degli enti locali (Bianchi e Frattolin del M5S). Quanto alle indennità degli amministratori locali, decade la previsione di un limite minimo e massimo per le indennità di funzione e di presenza (Paviotti dei Cittadini).

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