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FI: Ziberna, Giunta affievolisce il diritto allo studio universitario

26.06.2015
13:03
(ACON)Trieste, 26 giu - COM/MPB - La discussione di una legge stralcio in tema di diritto allo studio universitario ha rappresentato occasione per affrontare il grave affievolimento che la Giunta Serracchiani sta imprimendo a questo diritto, denunciato da decine e decine di segnalazioni pervenute da studenti universitari.

Una delle denunce che provengono dal mondo studentesco - che condividiamo e che abbiamo portato in Aula - è che la prima rata della borsa di studio viene erogata al conseguimento dei crediti, ossia per forza di cose, nel secondo semestre, avendo trasformato quello che nasce come un aiuto allo studente e alla sua famiglia in una sorta di rimborso meritocratico, snaturandone, così facendo, la sua funzione prevalente. Ciò sebbene il DPCM 9.04.2001, art. 4, comma 13, sul diritto allo studio universitario preveda che la prima rata delle borse sia erogata entro il 31 dicembre d'ogni anno a tutti, senza porre altri condizionamenti. Oltre alla necessità di rispettare la legge vi è anche una ragione di buonsenso perché alcuni corsi non prevedono nei piani un numero sufficiente di crediti nel primo semestre per raggiungere la soglia di esami richiesta dalla Giunta. Il caso più eclatante è quello della Scuola Traduttori e Interpreti, forse il corso più prestigioso dell'università di Trieste, con una percentuale di studenti fuori sede da tutta Italia elevatissima, che potrebbe avere zero borse di studio fino a giugno.

A ciò si aggiunge l'incomprensibile abolizione della riconferma del posto alloggio nelle case dello studente A.R.DI.S.S., che costringe gli studenti a svuotare le stanze ogni anno a fine luglio, per poi tornarci solo un mese dopo, non appena riassegnato, creando non poche difficoltà soprattutto a chi viene da lontano.

Non è previsto inoltre un adeguamento dei fondi sul diritto allo studio e del rincaro sui trasporti. Gli studenti chiedono - e noi condividiamo - un incremento proporzionale agli aumenti dei fondi destinati a questa tipologia di intervento. Appare davvero non opportuna, infine, la diminuzione del tetto massimo di fondi previsto per le attività culturali.