FI: Ziberna, Giunta affievolisce il diritto allo studio universitario
(ACON)Trieste, 26 giu - COM/MPB - La discussione di una legge
stralcio in tema di diritto allo studio universitario ha
rappresentato occasione per affrontare il grave affievolimento
che la Giunta Serracchiani sta imprimendo a questo diritto,
denunciato da decine e decine di segnalazioni pervenute da
studenti universitari.
Una delle denunce che provengono dal mondo studentesco - che
condividiamo e che abbiamo portato in Aula - è che la prima rata
della borsa di studio viene erogata al conseguimento dei crediti,
ossia per forza di cose, nel secondo semestre, avendo trasformato
quello che nasce come un aiuto allo studente e alla sua famiglia
in una sorta di rimborso meritocratico, snaturandone, così
facendo, la sua funzione prevalente. Ciò sebbene il DPCM
9.04.2001, art. 4, comma 13, sul diritto allo studio
universitario preveda che la prima rata delle borse sia erogata
entro il 31 dicembre d'ogni anno a tutti, senza porre altri
condizionamenti. Oltre alla necessità di rispettare la legge vi è
anche una ragione di buonsenso perché alcuni corsi non prevedono
nei piani un numero sufficiente di crediti nel primo semestre per
raggiungere la soglia di esami richiesta dalla Giunta. Il caso
più eclatante è quello della Scuola Traduttori e Interpreti,
forse il corso più prestigioso dell'università di Trieste, con
una percentuale di studenti fuori sede da tutta Italia
elevatissima, che potrebbe avere zero borse di studio fino a
giugno.
A ciò si aggiunge l'incomprensibile abolizione della riconferma
del posto alloggio nelle case dello studente A.R.DI.S.S., che
costringe gli studenti a svuotare le stanze ogni anno a fine
luglio, per poi tornarci solo un mese dopo, non appena
riassegnato, creando non poche difficoltà soprattutto a chi viene
da lontano.
Non è previsto inoltre un adeguamento dei fondi sul diritto allo
studio e del rincaro sui trasporti. Gli studenti chiedono - e noi
condividiamo - un incremento proporzionale agli aumenti dei fondi
destinati a questa tipologia di intervento. Appare davvero non
opportuna, infine, la diminuzione del tetto massimo di fondi
previsto per le attività culturali.